One way or another

98 4 1
                                    

Chapter 7

Liam Pov

Avverto un forte mal di testa mentre le palpebre mi si aprono e chiudono in continuazione. 

Porto la mano alla fronte e con l’altra cerco di alzarmi facendo molta attenzione a non aggravare la mia situazione.

Riprendo a sbattere le palpebre cercando intensamente di capire, senza riuscirci, dove mi trovo. Il buio mi circonda ancora per  poco, uno spiraglio di luce si fa avanti da una porta situata dall’altra parte della stanza. Inizio ad intravedere qualcosa e solo in quel momento capisco dove mi trovo. È un posto in cui mi sono nascosto un sacco di volte e dove tante altre sono andato per puro piacere. 

“Buongiorno” sento una voce titubante che mi saluta, anche se sono parecchio stordito capisco subito di chi si tratta.

Non gli rispondo, non sono intenzionato a parlargli. Non capisco il motivo per cui mi trovo in quella stanza, ma so bene che non può portare a nulla di buono. 

“Ieri tu e il tuo amichetto ve la stavate vedendo brutta…eh?„

Io e il mio amichetto? A chi si sta riferendo? I ricordi sono troppo confusi, ma pian piano riesco a ricordare tutto. Devo chiamare Harry e devo assolutamente ringraziarlo per l’aiuto che mi ha dato, ma ancora non riesco a capire perché sono da Zayn.

“Perché sono qui?...Credevo che tu non volessi più avere nulla a che fare con me… non è pericoloso? Se ti avesse visto qualcuno mentre trascinavi una fottuta checca nella tua stanza?”

La rabbia prende il sopravvento su di me e anche se non voglio gli rispondo in questo modo. L’unica cosa che voglio è andare via di qui, per questo non avrei dovuto rispondergli. Provo ad alzarmi ma è davvero difficile con questo mal di testa. Dopo un paio di tentativi sono in piedi e a grandi falcate raggiungo la porta. Non faccio in tempo ad aprirla che un braccio tatuato mi blocca spingendomi contro la parete. 

“Fermo…” mi dice senza mezzi termini. “ sei un fottuto ingrato! La prossima volta ti lascerò in balia di quei fottuti bastardi!”  

“Avresti fatto bene, tanto a te cosa importa se mi ammazzano o meno….la prossima volta lasciami lì…”

“Non dire cazzate, sai che non è affatto così….sei tu che mi hai lasciato, non ricordi?”

“Brutto stronzo che non sei altro, quello che provava disagio a stare con me eri tu! Io che dovevo fare, eh? Continuare a stare con una persona che si vergognava di stare con il ragazzo che diceva di amare?!?! Caro mio non mi faccio prendere per culo fino a questo punto! Ora lasciami andare!” Con uno strattone riesco a liberarmi dalla sua presa, ma mentre mi volto per uscire dalla stanza vengo colto da un capogiro talmente forte che non posso fare a meno di cadere all’indietro. Chiudo gli occhi in attesa del duro impatto col pavimento, ma invece non succede nulla.

“Idiota non vedi che non ti reggi nemmeno in piedi?! Dove pensi di andare?” Mi canzona Zayn trascinandomi di peso nuovamente sul suo letto.

“Toglimi quelle luride mani di dosso!” Protesto cominciando ad agitarmi furiosamente.

“Sta’ giù!” Urla spazientito afferrandomi le spalle con forza e immobilizzandomi sul materasso.

Mi zittisco di colpo fissandolo con gli occhi spalancati. Le parole mi muoiono in gola quando mi accorgo che le nostre fronti sono così vicine da sfiorarsi. Da quanto tempo non mi beavo del suo respiro sul mio viso? Troppo.

“Cosa vuoi da me?” sussurro disperato, non capisce quanto male mi faccia averlo vicino e non poterlo toccare come vorrei?

Zayn non risponde, mi lascia andare di colpo le spalle e comincia a camminare nervosamente per la stanza tirandosi indietro i capelli.

Un gelido silenzio carico di aspettative cala nella camera, mentre lo osservo passeggiare con aria assorta attendendo che lui dica qualcosa, qualunque cosa.

Dopo un’eternità finalmente si decide ad aprir bocca. 

“Senti non ho intenzione di litigare, va bene? Sei ridotto piuttosto male e hai bisogno di riposare”

“E domani? Cosa accadrà domani quando starò meglio?”

Zayn sospira pesantemente coprendosi gli occhi con la mano destra, dopo una nottata di bagordi comincia ad avvertire la stanchezza.

“Non cambierà mai nulla” sentenzio lasciando che pian piano quelle parole si decidano a penetrarmi nel cervello. Non cambierà mai niente, devo smetterla di continuare a sperare e illudermi.

“Perché l’hai fatto?” Mi domanda cambiando discorso.

“Fatto cosa?” Rispondo confuso, non capisco a cosa si riferisca.

“Tu e quel ragazzo. Perché l’hai fatto? E perché lì a casa di Luois con me nelle vicinanza?!”

“Cos’è sei geloso?”

“Smettila!”

“Smettila tu! Non hai il diritto di pormi certe domande!”

“Hai ragione” ammette con un sorriso amaro lasciando cadere le braccia lungo i fianchi. 

Volto la testa dall’altra parte fingendo di voler dormire.

“Da domani tornerà tutto come prima e riprenderemo ad ignorarci”

“Bene” rispondo senza nemmeno voltarmi.

“Ma vorrei che per stanotte le cose fossero diverse”

“Che cosa intendi?” Mi volto di scatto con la bocca spalancata. Non riesco a crederci, mi si sta avvicinando e allora scatto per bloccarlo. “Che significa?”

“Nulla di quello che pensi, fammi solo spazio.” Il suo tono non è più freddo come prima e anche lui sembra molto più rilassato. Lo lascio fare, mi si stende lentamente accanto e anche se non vorrei, sono felice che lo abbia fatto. Ogni giorno sento la sua mancanza, non posso negarlo, ma non posso rinnegare me stesso per lui. Io non mi vergogno di quello che sono, sono stato cresciuto così e non voglio cambiare per nessuno, neanche per lui.

Si accoccola piano accanto a me e in quel momento capisco di mancargli anche io. Se solo… so che è impossibile, non posso cambiarlo, sono consapevole di questo. 

Lo guardo mentre si addormenta, mentre si addormenta tra le mie braccia come è già accaduto migliaia di volte. Anche se non vorrei…lo amo ancora.

Olive.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora