Capitolo 32

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-puoi anche andare sai?- disse con voce roca Stevie alla rossa che dopo avergli portato il pranza in camera si era seduta su una poltroncina presente al fianco del letto del principe di Awan.

-il re ha detto di controllarvi perché dovete rimettervi e non ho nessuna intenzione di disobbedire- disse convinta la ragazza incrociando le braccia al petto.

-non serve davvero. Non sono stupido- sussurrò Stevie.

-invece è proprio il contrario visto che non mi avete mai chiamata per quelle ferite. Avete vinto solo per fortuna e potevate morirci per colpa di quelle ferite sulla schiena- disse risoluta Jean e anche leggermente arrabbiata con il ragazzo.

-ti ho già spiegato il motivo. Ti ho rovinato la vita e non volevo peggiorare la situazione- spiegò nuovamente Stevie.

-non avete rovinato la mia vita. All'inizio credevo di si perché le altre cameriere mi avevano messo in testa l'idea che dovevo per forza sposarmi prima di arrivare ai diciassette anni ma io all'inizio nemmeno volevo. E quello che era il mio promesso non mi piaceva nemmeno. Mi avete fatto solo un favore- spiegò la ragazza sospirando.

-ma ho comunque rovinato la tua reputazione-

-se mai un giorno troverò qualcuno che mi vorrà sposare scoprirà che la mia reputazione non è mai stata rovinata- disse tranquillamente la ragazza -e poi non sarò ne la prima e ne l'ultima cameriera ad aver avuto una "tresca" con il suo padrone- concluse la ragazza con un'alzata di spalle.

-ti prometto che ti aiuterò. Non voglio che per colpa mia tu sia trattata male e ingiustamente- Stevie era fermo nelle sue idee e nessuno l'avrebbe fermato quindi Jean decise di non ribattere altro. Non voleva affaticare troppo il biondo con quella discussione.

-comunque ormai puoi anche darmi del tu-

-non credo sia il caso vostra altezza- rispose dopo un po' Jean completamente scioccata da quella proposta.

-oh andiamo! Almeno quando siamo soli puoi farlo, non ti sei fatta scrupoli quando hai gridato il mio nome durante l'incontro- le fece notare il biondo con un sorrisetto mentre Jean gelava.

-eravate ancora cosciente-

-si, ho perso conoscenza subito dopo ma ho riconosciuto la tua voce-

-comunque è stata una cosa istintiva e dettata dalla paura- specificò la ragazza incrociando le braccia al petto -e non vi darò del tu. Quello che è successo durante l'incontro è stato solo un mio errore-

-Jean non me la sono presa, anzi mi ha fatto piacere. Quindi per favore, almeno quando siamo solo noi due dammi del tu- continuò il ragazzo e non si sarebbe arreso.

-continuo ad essere dell'idea che non sia il caso- sussurrò Jean distogliendo lo sguardo, il ragazzo stava iniziando a convincere Jean e lei non voleva.

Per fortuna della ragazza qualcuno bussò alla porta.

-vado ad aprire- disse la rossa alzandosi di fretta mentre Stevie la osservava attentamente chiedendosi da quanto fosse così bella la ragazza. Prima non si era mai soffermato molto sull'aspetto di Jean ma averla così vicino per tutta la mattina non aveva fatto altro che far interessare Jean a Stevie.

Jean nel mentre era completamente ignara dei pensieri di Stevie e si affrettò ad aprire la porta trovandosi davanti un'ancora molto sconvolta Kayle.

-Jean- disse la bionda vedendo che era stata la rossa ad aprire la porta -mio fratello è sveglio?-

-si vostra altezza, vi lascio soli- disse la rossa facendo un leggero inchino e uscendo dalla camera di Stevie chiudendosi la porta alle spalle dopo che la regina fu entrata.

Stevie guardò la sorella senza dire niente anche se il suo sguardo tradiva i suoi sentimenti contrastanti nel vederla li. Aveva capito da come Jean si era irrigidita che era Kayle la persona alla porta.

La bionda si avvicinò al fratello con attenzione per poi sedersi alla poltrona che era stata occupata fino a poco tempo prima da Jean.

-come stai?- chiese la ragazza palesemente a disagio.

-non ti dovrebbe interessare visto che non sono niente per te- rispose acido Stevie.

-so che ti ho trattato male e non ho scuse. Ma voglio comunque sapere come stai, voglio realmente sapere come sta mio fratello- disse decisa Kayle. Sapeva perfettamente di essere in torto.

-vuoi la verità?- chiese ironico Stevie ridacchiando poi nervosamente -sto uno schifo. Il mio corpo è un insieme di dolori intensi che mi stanno uccidendo. E la tua presenza qui non aiuta visto che guardandoti mi viene il nervoso. Mi hai sempre trattato uno schifo non sapendo cosa stessi passando e adesso che lo hai scoperto sembri interessata a me. Mi da fastidio- disse sinceramente il ragazzo guardando per tutto il tempo la sorella negli occhi.

-capisco, sono stata troppo intenta a pensare ai miei problemi senza accorgermi dei tuoi e mi dispiace. Volevo solo farti le mie scuse per tutto, anche per averti paragonato a Rowan. Non siete la stessa persona e io devo ancora rendermi conto che il mio gemello non c'è più. Ma invece di realizzare di aver perso un fratello ho peggiorato la situazione perdendone due- la ragazza si alzò dopo quelle parole prima di continuare -non mi aspetto il tuo perdono perché non me lo merito ma nonostante tutto ti voglio bene fratellino- sussurrò la ragazza prima di uscire. Stevie non aveva intenzione di rispondere alla ragazza. Aveva tutto il diritto di restare incazzato con la ragazza per tutto quello che gli aveva fatto passare in tutti quegli anni.

-tutto bene vostra altezza?- Stevie girò di scatto lo sguardo. Troppo perso nei suoi pensieri non si era accorto che Jean era tornata nella sua camera con una tazza fumante.

-cos'è?- chiese Stevie osservando la tazza quasi preoccupato.

-è un infuso, dovrebbe aiutarvi con il dolore facendolo calmare per qualche ora. State bene?- ripeté la domanda la ragazza lasciando la tazza nelle mani del biondo.

-no, non sto bene Jean anche se sono leggermente felice del fatto che mia sorella abbia finalmente capito che esisto anch'io- sussurrò il ragazzo bevendo con calma l'infuso ancora bollente e guardando con la coda dell'occhio la rossa che si era seduta sul letto per stare più vicina a lui in caso di bisogno. Poi prese la sua decisione e in caso alla ragazza non sarebbe andata a genio la cosa le avrebbe concesso di picchiarlo. Lasciò la tazza ancora piena sul comodino a suo fianco e Jean fece per dire qualcosa ma non ci riuscì trovandosi con le labbra di Stevie sulle sue.

Lo scorpione del desertoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora