Ultimo giorno

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Scesi dal treno molto velocemente, salutando di sfuggita Jung-Kook, che mi lanciò un'occhiata confusa. Sinceramente non ebbi tempo di preoccuparmene, poiché proseguii a passo svelto, incespicando, verso la carrozza di Jimin e Namjoon.

Che cazzo di disegni fa quello! Un Jeon?!

Sarà una coincidenza, un caso?

Eppure, non aveva un odore particolare. 

Ci sarà alla cerimonia?

Venni risvegliato dai miei pensieri quando mi accorsi delle figure di Jimin che mi salutò con la mano, quasi sbracciandosi, per farsi notare e Namjoon infastidito dal fiume di persone che si apprestava lentamente a scendere dal treno, come noi.

Li raggiunsi in fretta e ci dirigemmo verso l'uscita della stazione. Durante il tragitto gli raccontai della mia nuova "amicizia" sul treno, del disegno e del cognome.
Loro sbarrarono gli occhi, sorpresi quasi quanto me. 

Avere un Jeon alla cerimonia avrebbe cambiato molte cose. Ormai erano anni che non si facevano vedere, nonostante rimanessero una delle famiglie più potenti tra i nostri clan.

«Aspetta Tae, mi stai dicendo che ci sarà anche lui alla cerimonia?» chiese Jimin, con la fronte corrugata.

«Non credo» risposi io «sembrava del tutto estraneo ai fatti» continuai, salendo nell'auto nera preposta da mio padre ad attenderci fuori dalla stazione.

Namjoon annuì e sembrò tranquillizzarsi, mentre Jimin si attaccò al finestrino appena partiti, ammirando la strada e godendosi la vista, nel viaggio verso una delle case dei Kim che ci avrebbe ospitato per questo periodo.

Nonostante l'incredibile sorpresa dell'aver incontrato un Jeon cercai di assopirmi almeno un po', godendomi lo sguardo incantato di Jimin e le luci di Seoul.

Arrivati all'abitazione, mi accorsi subito di quanto fosse grande e sfarzosa.

Tipico dei Kim.

Tutti mi salutarono con rispetto, chiamandomi "Signorino Kim", quasi fossi un principe, mentre mi diressi nella mia camera, al primo piano.

Entrai in quella stanza colmo di rabbia e di paura in quanto su di me sembrava aleggiare il marchio da "omega" come una spada di Damocle, nonostante nessuno me lo avesse mai detto apertamente. 

Ma tutti sanno che sarebbe impossibile proseguire la dinastia così.

Scossi la testa per scacciare quei pensieri. Dopo aver disfatto la valigia, mi accinsi al bagno in camera che prevedeva un'enorme vasca al centro. La riempii e mi lasciai coccolare da quei profumi, lavanda e talco, che mi avvolsero in modo perfetto.

Prima di scivolare in un sonno profondo, dettato dallo sfinimento, mi sciacquai ed uscii dalla vasca.

L'indomani avrebbe avuto luogo la cerimonia ed io non ero affatto pronto a scoprire la mia natura.

Mi distesi sul letto morbido e poco dopo mi addormentai, sfinito.

L'alfa e l'omega - TriskellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora