La macchia scura ed il campo fiorito

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In mezzo a tutta questa luce riesco ancora a vedere quella macchia.

Cerco di avvicinarmi, corro disperato, questa volta non inciampo.

Cos'è questo strano bisogno che sento?

Urlo, mi dimeno, ma sembra non accorgersi nemmeno di me.

Mi fermo, sospiro, con un enorme balzo – inumano – sembro avvicinarmi, difatti la macchia diventa più nitida. Ritento, altro balzo in avanti, la macchia scura inizia a prendere forma.

È... un lupo?

Credo di sì, un enorme lupo nero dagli occhi rossi.

Faccio un ultimo balzo e lo raggiungo.

Mi scruta ed io lo scruto. Lo tocco, non ne ho paura.

«Chi sei?» gli chiedo, lui mi continua ad osservare, dall'alto.

Occhi negli occhi, abbassa il muso e con il naso mi tocca la fronte.

Spalancai gli occhi, agitato ed ansimante.

La notte più lunga e complessa della mia vita.

Cercai di prendere fiato, ma mi mancò il respiro, così spalancai la finestra e una brezza estiva mi colse sul volto. Fu quel poco a bastare ed aiutarmi a raccogliere le idee.

Sul treno ho fatto scappare quel tale, appena conosciuto.

Dal mio risveglio mi avvolse una strana e spiacevole sensazione, non avendo dormito un granché bene su di un futon improvvisato, in una casa che... Dio sa come si reggesse ancora in piedi.

Ma posso farcela, devo farcela.

Tutti i miei sforzi e quelli di mia madre non saranno vanificati.

Mi vestii, velocemente, afferrai un toast bruciacchiato e lo mangiai.

Lavai i denti, misi le scarpe ed uscii frettolosamente di casa.

Mi avviai verso l'Università col cuore in gola, tipico di chi non sa cosa l'aspetta.

Non sono mai stato un tipo ansioso e ho sempre creduto molto in un destino, forgiato con le proprie mani.

Varcai la soglia d'ingresso, arrivai alle aule e mi sedetti a fare il test per l'Università d'Arte, la tanto agognata.

Chissà se Taehyung sta facendo il test come me, pensai solo per un attimo ma troppo fugacemente perché potessi veramente curarmene.

Passarono ore interminabili ed alla fine uscii dall'aula del test, soddisfatto ma alla ricerca di un bagno.

Quest'università è proprio bella e dal prossimo semestre la frequenterò pensai fiducioso.

Vidi una porta scura in fondo ad un corridoio e mi ci addentrai. Dopo un bel po' di scalini in discesa mi trovai in una sala buia, illuminata solo da alcune fioche fiaccole poste sui muri, con tendaggi scuri.

Vidi una fila di ragazzi e ragazze della mia età, in attesa.

«È qui per il bagno?» chiesi ad uno di loro, che non mi degnò nemmeno di risposta.

Che antipatico pensai.

Sperando di star effettuando la fila corretta, attesi il mio turno.

Uno ad uno i ragazzi scomparirono dopo quelle tende nere, e questo non fece altro che accendere in me una certa curiosità.

Mi guardai intorno e ad un certo punto vidi una figura.

L'alfa e l'omega - TriskellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora