Il letto a baldacchino troneggiava al centro della stanza, nella quale non riuscii neanche per un attimo a smettere di camminare.
Ci avrei fatto un solco su quel parquet se avessi continuato così.
Un Jeon in città, per di più un Alfa.
Uno sconosciuto che fino a pochi giorni fa era solo il mio vicino di sedile.
Insomma, uno sconosciuto di una dinastia estinta, per me.
Altro che dargli risposte, quelle le pretendo io pensai agitato e nervoso.
Il cuore sembrava volesse uscirmi dal petto, che volesse esplodere come un fuoco d'artificio.
«Basta Taehyung, fai l'uomo» sussurrai a bassa voce, cercando di convincermi.
Agguantai il cellulare dal comodino, aprii i messaggi e scorsi tra gli ultimi. Cliccai sulla chat e scrissi «Ciao Jung-Kook, sono Taehyung, il ragazzo-lupo, l'Alfa predestinato a te nella profezia» aggrottai le sopracciglia. Sono forse impazzito?
Cancellai, daccapo.
«Ciao Jung-Kook, vuoi delle risposte...» ma iniziai a cancellare, ancora prima di arrivare alla fine del messaggio.
Ok Tae, scrivi qualcosa che non ti faccia sembrare un gangster o il personaggio di un libro fantasy mi ammonii mentalmente.
«Ciao Jung-Kook, oggi è il mio giorno libero, ti andrebbe di...» mi pietrificai fissando lo schermo quando il cellulare iniziò a squillare.
Che assurdo tempismo, Jeon Jung-Kook.
Mi assalì il nervosismo che in effetti tormentò il mio animo dalla scoperta della sua vera identità.
Presi fiato e tirai su il telefono.
«Pronto?» dissi con voce tremolante.
Dio... che femminuccia pensai alzando gli occhi al cielo e deridendomi mentalmente.
«Hey Taehyung, sono Jung-Kook» fece una pausa quando anch'io lo salutai «Oggi è il mio giorno libero... ti andrebbe di pranzare insieme?» proseguì con voce titubante e stanca.
«Si, certo. Conosci quel locale all'angolo... il "Kimchi"? » gli chiesi velocemente. Lui mormorò una risposta affermativa e sottotono.
«Perfetto, ti aspetto fuori» proseguii io, mentre lui bisbigliò un sommesso «A tra poco» prima di attaccare.
Quindici minuti dopo mi trovai fuori il locale.
Il "Kimchi" era frequentato dalla clientela del mezzo, un posto dove realtà e fantasia entravano a contatto, mescolandosi.
Un luogo dove sicuramente avremmo potuto parlare indisturbati.
Accesi una sigaretta nell'attesa, ma appena lo feci da dietro l'angolo spuntò un ragazzo alto e ben piazzato che mi salutò e iniziò a camminare frettolosamente nella mia direzione.
Si presentò vestito con un'aderente maglietta nera che risaltava perfettamente la sua figura muscolosa ma asciutta ed un paio di pantaloni cargo, anch'essi neri, che fasciavano il suo fondoschiena... beh, niente male.
Lo guardai alzando un sopracciglio divertito: possibile sia già fisicamente cresciuto rispetto a ieri?
Spensi la sigaretta mentre lui iniziò a parlare.
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L'alfa e l'omega - Triskell
Fantasía«Sicuramente ci sarà una spiegazione a tutto questo» iniziò Jung-Kook poggiandomi una mano sulla coscia «Ascoltiamo» esordì deciso. Quella mano, come un calmante permise al mio cuore di smettere di martellare, la rabbia iniziò a scemare e i miei occ...