Supplica

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Aprire la porta a quell'insistente bussare, d'un tratto non mi sembrò più una buona idea. 

Inspirai voracemente da dietro all'uscio, pregustandomi quell'odore che mi era mancato più di quanto mi piacesse ammettere e immaginando quanto gli fosse costato trascinarsi alla mia porta supplicando pietà.

Già, questo fu quello che pensai, prima di aprire la porta, inconscio di cosa mi attendesse.

Divelta, si palesò la figura di Taehyung sudato e furibondo.

«Dobbiamo parlare»

I suoi occhi, da sempre una castana miscellanea allegra, erano liquidi, scuri ed arrabbiati.

Non ci fu per me possibilità di replica visto che si prese tutte le libertà non concesse ed entrò, in un attimo, in casa.

«Ma che cazz... Taehyung, prego, fa come fossi a casa tua» esordii ironico chiudendo la porta e infilandomi su la prima maglia trovata in giro.

L'educazione non sa dove stia di casa pensai scuotendo la testa e finendo di vestirmi.

«Preferirei morire che avere una casa così» furono le sue parole atone, per nulla scherzose e anche, a dirla tutta, estremamente maleducate.

Me ne risentii ma non lo diedi a vedere.

Schermai ancora una volta i miei pensieri mettendo su una maschera cerea e mi soffermai un attimo meglio sulla figura che avevo d'avanti.

Inspirai ancora una volta poiché, in realtà, tutto il mio corpo fremeva al suo cospetto, non curante delle due settimane d'assenza e di silenzio, dopo quel fatidico "ok".

Due settimane d'inferno.

Eppure, sono così contento stia "bene", fu sicuramente un pensiero irrazionale, dettato dalla felicità che mi imponeva il sortilegio.

Un secondo respiro si fermò a metà poiché solo in questo frangente mi accorsi di quanto fosse prepotente su di lui quel profumo di rose.

Il disgustoso profumo di Bogum era rilegato ad ogni suo centimetro di pelle, contaminandola come una macchia di petrolio riversatasi nel limpido oceano.

Mi accigliai.

Era chiaro ed evidente dalla maglietta stropicciata e dal capello sfatto, che fosse successo qualcosa che proprio non avrei voluto sentire.

«Se sei venuto a raccontarmi della tua scopata con Bogum, puoi anche girare i tacchi ed andartene» dissi veramente innervosito, indicando con un pollice la porta alle mie spalle.

Dal suo sguardo sorpreso potei confermare di aver centrato la situazione ma, per tutta risposta, come se lui non avesse ascoltato una sola parola delle mie poco velate accuse, iniziò a sfilarsi l'indumento superiore, in tutta fretta.

Dapprima lo shock, misto all'incertezza, mi pervasero.

Ma che diavolo sta facendo pensai, incapace di arrabbiarmi davvero con lui e soprattutto, una volta che ebbe finito, davanti ad un corpo così.

Si, perché Taehyung era perfetto.

Se avessi parlato, le parole non avrebbero potuto veramente dare giustizia alla perfezione che stavo osservando. La sua pelle, lattea, mi diede la sensazione di risplendere nel tugurio che chiamavo casa.

Come porre un diamante su un tubo metallico, il suo corpo asciutto e definito mi parve non essere fatto per trovarsi in quel contesto.

Gli addominali, tesi nel lieve sforzo di togliere quel fastidiosissimo indumento, guizzarono verso l'alto, armoniosamente.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 07, 2022 ⏰

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