INSONNIA

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Passarono alcuni giorni dopo quella cena e Dreganor si accorse che Eris sembrava più a suo agio ai loro incontri serali, continuava a evitare di fare certe domande e pareva scegliere sempre con cura cosa dire prima di parlare ma era comunque più rilassata, decisamente meno tesa delle prime volte. Ci fu una sera in particolare in cui, ore dopo la cena che era trascorsa tranquillamente, Eris non riusciva a prendere sonno in alcun modo e decise di uscire silenziosamente dalla propria stanza; ormai sapeva che in qualche modo il Padrone la teneva sott'occhio e sapeva sempre dov'era ma onestamente non la spaventava più e si era abituata all'idea di essere osservata. Non aveva ancora capito in che parte del castello riposasse la servitù, ma sapeva che a quell'ora non c'era già più nessuno in giro e regnavano la desolazione e il silenzio; mentre camminava a piedi scalzi per un corridoio non emetteva il minimo rumore, la sua camicia da notte bianca la faceva sembrare un fantasma silenzioso. Si fermò davanti a un quadro e lo riconobbe, era già stata in quel posto: la prima mattina lì dentro, era uscita dalla stanza senza permesso perché annoiata e i domestici non erano riusciti a fermarla, qui Dreganor l'aveva trovata e riportata a forza in camera.

Eris ricordò che quella volta il Padrone, mentre la trascinava nella stanza, aveva avuto una forte stretta sul suo braccio e le dita ricoperte da quelle piccole "armature" che le facevano assomigliare a degli artigli le avevano procurato qualche graffio intorno al polso.. ricordò poi, subito dopo questo pensiero, il modo in cui sempre quei finti artigli le erano sembrati così dolci ed elettrici mentre le passava la mano sul collo per chiederle come si era procurata il graffio, dopo quella poco salutare tentata fuga nella foresta. Di sicuro era imprevedibile questo Padrone, non riusciva mai a decifrarlo del tutto. Proprio in quel momento si risvegliò da tutti quei pensieri solo per sentire la voce della persona alla quale erano rivolti "Non dovresti essere a letto?" Chiese lui, non era un tono di rimprovero o altro, era piuttosto tranquillo, come suo solito lei rispose senza preoccupazione "Potrei farti la stessa domanda" E sorrise vittoriosa nel sentirlo sbuffare leggermente infastidito e divertito dalla sua tenacia, ma il suo sorriso scomparve non appena si girò a guardarlo.. Era alla sua destra, appoggiato al muro con le braccia conserte davanti al petto, a torso nudo, i suoi occhi rossi risaltavano nel buio poco illuminato del corridoio la cui unica fonte di luce era una grande finestra (che però non catturava molta luce lunare in quella zona). Eris si sentì come bloccata, non solo perché era la seconda volta che lo vedeva in quello stato piuttosto disarmante per qualunque donna ma anche perché apprese subito che lui non guardava il quadro.. ma lei. Nessuno accennava a voler parlare e lei dopo solo pochi secondi di una gara di sguardo iniziata dal nulla disse la prima cosa che le venne in mente per rompere quel silenzio "Vedo che la ferita è guarita subito." Dreganor si guardò, non aveva più le bende alla vita e in effetti le sue capacità di autoguarigione gli erano sempre tornate utili, però non commentò e tornò a guardare la fanciulla. Lei iniziò ad essere davvero a disagio e le risultò naturale chiedere "Ho.. fatto qualcosa?.." Lui si staccò dal muro e le si avvicinò, Eris non si rese conto di quanto in realtà fosse bloccata dalla situazione fino a quando non lo ebbe davanti a lei visto che non si era mossa di un millimetro, Dreganor tese una mano verso di lei e per un momento Eris ebbe timore le volesse far male..

Dovette ricredersi in fretta mentre lui prendeva dolcemente una ciocca dei suoi capelli corvini e la osservava. Lo fissò senza sapere cosa pensare o dire, aveva un blocco in gola assurdo e non sapeva come reagire a questa vicinanza; a un tratto, proprio mentre la fissava negli occhi baciò la ciocca di capelli per poi sussurrare un "buona notte" e andarsene lasciandola sola e sbigottita in quel corridoio. Lei tornò subito in camera sua dopo ciò che era appena successo, non aveva ancora sonno ma non aveva neanche più il coraggio di girovagare là fuori, così si limitò a stare a letto senza parole.

LA BELLA E LA BESTIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora