AFFIANCARSI

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Doveva saperlo, avrebbe dovuto saperlo, fin dal primo momento; la prima volta che l'ha vista davanti a lui giù nei sotterranei davanti la cella del padre, risoluta e testarda, con la testa dura come i cristalli che illuminavano il luogo senza voler ascoltare, quando lo guardò come se fosse una sfida ardua da dover vincere a ogni costo e si era così coraggiosamente e stupidamente messa al posto del prigioniero, avrebbe dovuto sapere che Eris non era fatta per rendere le cose facili, era fatta probabilmente per rovinargli la vita in modo peggiore di quello che già era, davvero nel modo peggiore possibile.
Dreganor sapeva che non poteva finire bene come cosa: sentimenti? Lui?? Emozioni sì e anche forti ma sentimenti del genere per qualcuno ??...mai, non aveva mai provato interesse o importanza di quel tipo per nessuna persona prima d'ora e adesso che stava accadendo come un fulmine a ciel sereno non sapeva come reagire o cosa farsene. E sicuramente lei non aveva quel suo stesso tormento interiore, poteva provare un pò di angoscia o cose simili a volte quando erano insieme, l'aveva vista essere più timida del solito ogni tanto, silenziosa, o distratta e imbarazzata ,perché chiaramente non erano davvero così vicini l'un l'altra e non era da dimenticare che lei era comunque una prigioniera qui ...più o meno.
Guardando il fuoco danzare davanti a lui Dreganor si passò una mano sul volto con l'ultimo pensiero avuto, Eris era ancora una prigioniera, era qui per sostituire il padre ma ..doveva semplicemente ammettere che non era stata mai una prigioniera, non un secondo; quando era fuggita nella foresta era solo volenteroso di ritrovarla per ..cosa voleva fare esattamente?  Perché non lasciarla correre via? Sarebbe un problema in meno ora! Eppure non poteva lasciare che quell'imprudente si facesse male in ogni modo, non ne sopportava l'idea, tanto più se la causa di una fuga sciocca era stato lui stesso in principio con il suo temperamento poco sobrio, forse era un modo per scusarsi..ma sì certo! proteggere e qualsiasi altra cosa , ovviamente era per quello ..
Sedendosi più profondamente contro lo schienale della grande poltrona il Padrone alzò gli occhi al soffitto per un secondo sapendo di non poter prendere in giro se stesso. Aveva una palese curiosità per la donna, forse anche una lievissima ammirazione per come era in generale e come si comportava, o come diceva ciò che pensava, o come sapeva usare il cervello nel modo giusto,  o come i suoi occhi sapevano urlare o celare molte emozioni, o come i suoi capelli seguivano i suoi movimenti in modo così danzante e fluido quando erano sciolti e lei si muovev- "ugh ci sto ricadendo." Mormorò fra sé e sé Dreganor con un sospiro stanco.
Erano le 10 e mezza del mattino e lei era là fuori da qualche parte a girovagare o fare chissà cosa fra le mura del suo castello, era qui da un mese forse e sebbene l'inizio della "convivenza" fosse stato ruvido ora erano piuttosto tranquilli quando erano insieme, il che significava solo ai pasti e a volte incontri occasionali in giro..avrebbe dovuto passare più spesso il tempo insieme a lei invece di fare il codardo e osservare da uno specchio magico! Pensato questo si lanciò qualche maledizione da solo per la piccola insinuazione che era venuta col pensiero della codardia (avrebbe dovuto fare mostra di sé piuttosto che ritirarsi! Proprio come la notte in cui le baciò la ciocca di capelli solo mezzo vestito..la poveretta chissà che avrà pensato..) e si alzò camminando per la propria camera e vestendosi per uscire presentabile
....perché gli piaceva aver stile e fascino di per sé naturalmente- non per impressione o altro che sia chiaro. Una volta che il suo mantello color sangue fu sulle sue spalle uscì dalla stanza.
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Eris stava sfoggiando un gran sorriso divertito evitando una piccola manciata di neve che Radiel le aveva appena tirato, fuori per la prima volta stava piovendo, bhe, era neve e pioggia in realtà ma era completamente nuovo se doveva essere onesta, aveva solo visto neve da quando era arrivata e questa cosa era carina nonostante non le piacesse granché bagnarsi, le nuvole non erano solamente biancastre ma erano di vari bianchi, grigi chiari e scuri lasciando spazi di luce fra esse a creare un panorama etereo. Erano in un salone e Radiel aveva preso dalla finestra aperta un pochetto di neve che si era accumulata sul davanzale prima di tirarla scherzosa alla ragazza corvina che già vedeva come molto affezionata a lei; un maggiordomo, un uomo un pò anziano dagli occhi color nocciola e i capelli una volta probabilmente castano scuro ora striati  di grigi e bianchi, stava tentando di convincere entrambe a non gettarsi neve addosso nel salone ma con scarso successo, Eris era riuscita a far diventare un terremoto anche qualcuno di placido e gentile come Radiel ed era piuttosto soddisfatta della cosa fino a quando non vide Dreganor sulla soglia d'entrata alla porta e si bloccò di colpo, come un bambino colto con le mani piene di una torta che non si doveva toccare. La stava fissando con un'espressione che non era sicura di poter leggere correttamente ma al momento era abbastanza per lei vedere che non appariva irato o infastidito; il maggiordomo appena lo notò si fermò insieme a Radiel e fecero un breve inchino a disagio, calò il silenzio (e un buon immobilismo) da parte loro.
"...mhh, credo non sia una buona idea giocare a palle di neve in un salotto signorine" Disse Dreganor, mentre restava fermo e composto dove era guardando in giro con lo sguardo, un piccolo sorriso divertito che aleggiava sull'angolo delle sue labbra; Radiel non sapeva che dire nonostante si aspettasse decisamente una reazione peggiore, provò ad aprir bocca ma nulla venì fuori fra l'imbarazzo e il timore e prima ancora che l'altro maggiordomo potesse intervenire per aiutare la giovane collega fu Eris a farsi avanti "È colpa mia. Mi sono fatta trascinare dal divertimento e la freschezza della neve deve averci reso un pò troppo frizzanti ..uhm scusa." Rimase davanti ai due che mostravano vari toni di sorpresa e disapprovazione per la volontà di prendersi colpe , ma non abbassò mai lo sguardo,  o almeno non del tutto visto che Dreganor oggi le pareva ingiustamente una qualche Divinità scesa dai monti più alti a farsi una passeggiata fra i comuni mortali che giocano con la neve temporanea..
"Sai Eris, ho notato che chiedi spesso scusa  nonostante spesso non sei davvero in colpa e poi continui a fare cose sconsigliabili in giro, come la scorsa settimana quando hai fatto cadere un vaso perché eri salita sul mobile dato che volevi prendere una farfalla che stava sul muro."  Rispose lui , di nuovo,  non c'era malizia arrabbiata lì,  sembrava sinceramente sul punto di sorridere davvero e lei lo fissò un attimo "oh cosa darei per vederlo ridere a crepapelle...aspetta, davvero l'ho sto pensando?.." "Era chiaramente una falena non una farfalla!.." rispose scacciando il pensiero ingombrante.
"Che è un tipo di farfalla." Ribattè lui prima di  uscire dicendo "seguimi , voglio mostrarti una cosa" Lei rimase ferma qualche secondo e guardò i due lavoratori, Radiel semplicemente sorrise imbarazzata dicendo che qualcuno doveva ripulire in ogni caso e così li lasciò seguendo fuori il Padrone. Lo raggiunse in corridoio piuttosto facilmente scoprendo che la stava aspettando e ripresero a camminare fianco a fianco in silenzio.
Dopo qualcosa come una decina di minuti di corridoi, che o si era persa o le erano stati nascosti in qualche modo per tutto il suo soggiorno qui, si fermarono davanti un portone da cui l'aria fredda entrava  dolcemente e Dreganor le posò sulle spalle il proprio mantello dopo averlo tolto con disinvoltura per poi andare ad aprire il portone.. quell'affare era enorme per Eris , eppure se era stata congelata dall'improvviso gesto ora si stava sciogliendo come neve in un forno a legna, era così scuro e caloroso e la avvolgeva così piacevolmente che quasi si perse il fatto che fu invitata a uscire. Seguendolo all'esterno fu sorpresa di scoprire che erano in un grande giardino interno, erano confinati da alcune mura del maniero ma a totale cielo aperto e  tutto era incantevolmente avvolto dalla neve un pò appesantita dalla pioggia di prima , ma vari verdi di piante e colori di fiori fatti di cristallo o naturali (sicuramente fiori invernali) spuntavano un pò ovunque in giro e la luce vagante del giorno andava e veniva in fasci grazie alle nuvole illuminando i movimenti di quelle che sembravano grosse falene volare un pò nei dintorni ...
"È bellissimo qui.." sussurrò lei osservando il posto, notò alcuni spazi che sembravano tanti gazebo piccoli o grandi fatti in pietra o legno lavorato, lui stava osservando lei restandole intorno mentre si muovevano "ti piace?" Ricevette un sorriso senza fiato e l'annuire di lei mentre guardava tutto "ho pensato che ti avrebbe fatto bene uscire da qualche parte oltre i balconi..c'era questo o la terrazza superiore e dato che ho visto che non hai scrupoli a tirare neve in saloni credo, forse,  questo è il meglio e ho fatto la scelta giusta mh?" A questo lei si girò facendo muovere il grande mantello che teneva ancora e lo guardò ,trattenne una risata "bhe non era una cattiva idea all'inizio!.. è iniziata a essere una cattiva idea quando ci siamo rese conto che il pasticcio era già fatto suvvia" Eris doveva riconoscere che guardarlo qui fuori,  alla luce naturale, era ancora peggio. Peggio nel senso buono. Era un dannato a starsene lì nella neve immacolata, fresca e innocente quando la figura di lui nella mente di Eris urlava tutto il contrario.
"Davvero? È questa la tua risposta ?" Chiese lui guardando altrove, era certa di averlo visto sorridere e mentre si girava prese al volo l'occasione per tirargli una piccola sfera di neve morbida. Subito si girò a guardarla fisso e fermo e lei sentì un brivido che non era certa fosse dovuto all'aria "... posso quasi giurare di aver visto una farfalla tirare quella palla." Disse nel modo più palesemente finto e un pò malizioso che potesse trovare in sé in quel momento per scherzare, e quando lui fece un'espressione dove sorrideva solo incurvando un angolo delle labbra e la guardava come un predatore divertito Eris non fu molto certa di aver possibilità di arrivare al pomeriggio viva "oh. Giurare senza verità? Non ti facevo così malvagia ,Eris" Ecco, decisamente non sarebbe rimasta viva o perlomeno in piedi stabile si convinse ora sentendolo dire il suo nome con quel tono; ma evidentemente il destino voleva che rimanesse stabile perché, anche se la luce ancora si faceva strada fra le grosse nuvole,dopo un tuono improvviso i fiocchi di neve iniziarono a mescolarsi con una pioggia piuttosto generosamente abbondante.
Nessuno dei due se lo aspettava in quel preciso momento mentre guardavano il cielo traditore e Eris scoppiò a ridere dopo un piccolo sussulto iniziale, senza pensare realmente tenne con una mano il mantello di Dreganor stretto a sé e prese una mano di lui dopo averlo raggiunto per correre entrambi al riparo sotto il gazebo più vicino, stava ridendo ancora lei quando si guardarono a vicenda. Erano appena al riparo, contro uno dei pilastri del gazebo in pietra dove alcune rampicanti crescevano indisturbate e un fascio di luce li colpiva in parte, il suono della pioggia fu all'improvviso l'unico suono per loro.
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Dreganor,vicini come erano ora, lei col naso all'insù per guardarlo e lui un pò chinato su lei mentre si teneva al muro, ingabbiandola involontariamente, notò come in realtà non erano solo rosse le iridi di Eris, erano rosse in gran parte sì, ma si schiarivano in caldi arancioni con pagliuzze oro-gialle più sul fondo e la luce creava certi effetti...tutto un tratto un fuoco nel camino sembrava un'immagine fredda per la sua immaginazione. Lentamente portò una mano al suo viso continuando a guardarla e spostò via alcuni capelli che si erano attaccati alla pelle bagnata della sua guancia "...stai tremando" Lei lo guardò come a risvegliarsi "eh?" "Le tue mani, stai tremando..vuoi tornare dentro?" Lei ancora lo studiò e scosse la testa per negare, fece però qualcosa che le parole effettivamente non avrebbero coperto meglio:  aprì il suo stesso mantello e lo tirò giù in un abbraccio avvolgendo più o meno entrambi senza lasciarlo nonostante fosse un pò tesa ,vestendo il suo mantello, tenendolo fra le braccia come se fossero sempre stati così vicini.
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Dreganor, qui e ora , era in dannata soggezione.

LA BELLA E LA BESTIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora