HOGWARTS

2 0 0
                                    

HOGWARTS
Due braccia aiutarono Sirius ad alzarsi da terra; era severus che con la mia Scomparsa era stato liberato dagli effetti del mio incantesimo di pietrificazione.  Sirius ad  come lo vide Capì che gli avevo mentito e che sapevo a cosa sarei andata incontro. Severus fissò la pietra e disse a Sirous “ forse c'è ancora una speranza, non è morta e solo altrove dispersa. Dobbiamo andare a prenderla.”
“Come?” chiese Sirius.
“Ancora non lo so, devo mettermi in contatto col padre di tutti e chiedere il suo aiuto e la sua guida.”
“E tu ti fidi di ancora di lui dopo quello che è successo?”
“Non c’è altra scelta.”
“A costo della mia vita dobbiamo riportarla qui.”
“Forse sarà necessario.”
I due uscirono dal territorio del castello e andarono a Grimmauld Place. Severus  si ritirò nella biblioteca chiudendosi dentro e ordinando di non essere disturbato, mentre sirius in preda alla disperazione si chiuse nel salotto assieme all' idromele.
Il viaggio spirituale di severus durò parecchi giorni che per Sirius sembrarono un’eternità. Le sue speranze iniziavano a calare. Nel frattempo Severus era riuscito nel suo intento: Odino gli avrebbe concesso altro tempo sulla terra per compiere questa nuova  missione ma lo avvertì  che questo avrebbe potuto portare alla perdizione della sua anima. Severus era  pronto al sacrificio: cos’era la sua anima in confronto la possibilità di portare indietro sua figlia? Sapeva che perdendo l’anima avrebbe perso anche ogni speranza di ritrovare nell'eternità un giorno la sua amata moglie, ma sapeva anche che non si sarebbe  mai perdonato se avesse abbandonato la loro figlia.
Finalmente uscì  dalla biblioteca e andò a cercare il genero che ubriaco fino al midollo caracollava per la cucina sorretto da Kreatcher.
“Se Isa ti vedesse in questo istante non sarebbe certo orgogliosa di te. E così che la onori? Ubriacandoti e piangendo? Credevo che mio genero fosse un guerriero valoroso invece si dimostra essere una stupida donnetta.” Sirius lo fuardò in cagnesco e cercò di avventarsi su di lui ma le gambe lo tradirono e si limitò a cozzare sul pavimento fissato da un elfo spaventato.
“ Alzati Sirius Black! E’giunto il momento di andare a prendere la persona che amiamo. E tu disse all’ elfo - portagli una pozione per fargli passare la sbronza. Dovresti vergognarti di te stesso.”
L’elfo obbedì velocemente preparando un intruglio disgustoso che fece rimettere a Sirius  anche la cena per i festeggiamenti del suo terzo compleanno ma che sortì gli effetti voluti.
“Adesso che ti sei ripreso possiamo andare?” disse Severus con tono sarcastico.
“Posso almeno ripulirmi o gradisci la compagnia della puzza del mio vomito?”
Severus gli voltò le spalle con espressione disgustata.
“Vedi di darti una mossa non abbiamo l'eternità. O almeno tu non ce l'hai.”
I due ritornarono Hogwarts sul luogo dove tutto si era concluso fermamente pronti edecisi a riportarmi indietro.
Sirius osservava il suocero intento ad armeggiare con delle fiale e accendere un fuoco, proprio sul punto dove ero scomparsa.
" Ascolta Sirius. Potrebbero esserci dei pericoli. Bisognerà agire in fretta. Ti chiedo di fidarti di me e obbedire ai miei ordini."
Poi anticipando i pensieri di Sirius continuò:
"Lo so che questo ti irrita molto. Ma ti consiglio di mettere da parte il tuo orgoglio se rivuoi la ragazza. Quando saremo di là potrebbe non esserci il tempo di discutere. Giura che obbedirai se le cose dovessero mettersi male."
" Quanto male?"
" Abbastanza male."
" Farò del mio meglio. Ti basta?"
Lo prese per il bavero.
" Forse non hai capito che stiamo parlando di Isa. Giurami che obbedirai!"
Questa  volta  aveva uno sguardo assassino.
“Si,”decise Sirius,avrebbe fatto di tutto per riportarmi indietro anche se era convimto che Severus non avrebbe esitato a lasciarselo  indietro , alla prima occasione.
" Si quello lo farei senza alcuna remora." Disse mio padre, quasi leggendogli nel pensiero.
Mio marito, si dimenticava sempre di quanto fossero potenti le sue abilità di Legilimens. Non gli restò quindi che accettare le imposizioni del suocero; probabilmente fu in quell’istante che capì da chi avevo preso la parte dura del mio carattere.
" Ora Sirius Black mi serve il tuo sangue."
Lo afferrò con forza, estrasse un pugnale e lo colpì: il sangue di Sirius impregnò la runa bianca e attorno a lui tutto sparì. Non più il Castello, non più Hogsmeade, solo terra, erba e un fitto bosco.
Rimaneva solo una distesa d'erba, circondata dalla foresta.
" Qui non c'è nessuno. Sei sicuro che siamo nel posto giusto?"
Non rispose. Era concentrato. Come se stesse cercando qualcosa, un segnale.
"Non siamo soli. Ci sono delle presenze nella foresta."
" Isa!"
" Fermati.  Non c'è solo lei. Dobbiamo essere prudenti. Tieni pronta la bacchetta Sirius Black"
" Se è in pericolo dobbiamo...."
" Vuoi stare zitto? "
Girava in cerchio i sussurrando incantesimi di protezione.
Stava creando una barriera. E anche molto potente, usando anch’egli la magia dei Vanir.
Quando ebbe finito, accese un fuoco e si sedette li davanti. A occhi chiusi, mentre Sirius scrutava verso l’orizzonte, delineato dall’inizio della foresta. Sapeva che ero li da qualche parte e sentivo che voleva cercarmi. Ero li, ma non potevano vedermi, comunque sperai che mio padre riuscisse a trattenerlo. Quella barriera li avrebbe aiutati, ma uscire da li avrebbe significato la morte. La morte per mia mano, o meglio per mano del mio involucro; Sirius doveva imparare a fidarsi.  Ma non ero l’unica ad aver sentito la loro presenza; una sagoma ancora indefinita si stava dirigendo verso di loro. Mi parve di sentire il cuore del mio amato sposo fermarsi, quando riconobbe la figura. Vidi che scattò in piedi, pronto a venirmi incontro, felice di concludere finalmente questa brutta avventura.
" Fermo, o distruggerai la barriera."
" E cosa importa, andiamo da lei, usiamo quella runa e ce ne andiamo di volata."
" Ti ho detto di non muoverti. "
Io mi avvicinavo sempre di più.
Finalmente Sirius, vide che mi muovevo in modo strano, incespicando come in neonato, quasi fossi stata cieca e ubriaca. Ma la sua preoccupazione era dovuta al pensiero che potessi essere ferita. Si rivolse a Severus, indignato; per quale motivo non gli permetteva di raggiungere la sua sposa? Ma Severus rimase impassibile, continuando a trattenerlo per un braccio.
In effetti sembravo non vederci, ma solamente seguire il richiamo mentale di mio padre, fino ad arrivare davanti a loro per poi cozzare sulla barriera alzata a protezione, ed essere sbalzata indietro. Questa volta Sirius non si diede per vinto e si diresse verso di me, di corsa, fermandosi a in centimetro dal confine eretto dal suocero. Poteva vedere perfettamente il mio volto e mentre aprivo gli occhi, sconcertandolo. Fece infatti un passo indietro, alla vista di quegli occhi rossi, con le iridi bianche.
Ancora una volta tentai di forzare la barriera, ma fui respinta, rendendomi preda di una rabbia feroce.
Cosa stava succedendo? Facciamolo raccontare a Sirius.
《 La sua rabbia si fece feroce. Denti aguzzi si intravedevano dalla bocca aperta. I suoi bei lineamenti contratti sembravano sciogliersi come una maschera di cera. Ero atterrito.
" cos'è quella cosa ?" Chiesi a Severus.
" Il mio peggior timore. Quando hai distrutto il metalupo, l'essenza di Voldemort è diventata instabile ed è migrata verso di lei. “
" Perchè ha preso lei?"
" Perchè era l’essere senziente che aveva più vicino, o perché era una guerra tra loro due. La prescelta di Odino, contro quello di Loky. In realtà non ne ho idea, le mie sono solo supposizioni, ma il risultato è quello che abbiamo di fronte.”
"Quindi l'abbiamo persa?"
" Reputo che abbia solo preso il sopravvento. Isa , a differenza del metalupo, è dotata di ragione e raziocinio. La sua essenza è ancora li, da qualche parte. Deve trovare la forza di cacciarlo fuori dal suo corpo."
" Devo fare qualcosa."
" Lo farai. Ma sarà molto pericoloso."
" Non temo la morte, purchè lei si salvi."
Dove si trovava ora la mia sposa? Era in grado di vedermi o di sentirmi? Mi concentrai su di lei, cercando di mandarle il mio messaggio, anche se non ero abile come Severus con la telepatia.
" Amore mio. Sono qui. Sono Sirius. Sono venuto a prenderti. So che ci sei. So che sei forte. Ascoltami. Devi combattere. Devi buttare fuori da te quel mostro. Amore mio. Appena vincerai saremo finalmente liberi , potremo girare per il mondo come desideravi tanto fare, potremo rimanere a Black Nest o a Londra. Potremo pensare a una nostra famiglia. Tesoro, ti ricordo come ti chiamavo? Stronzetta.  Beh , stavolta devi esserlo veramente. Dagli un calcio nel sedere e sbattilo fuori dal tuo corpo. "
Qualcosa stava cambiando. Il mostro aveva cessato di avventarsi sulla barriera. Che Isa avesse iniziato la sua litta? Stavo già per esultare, quando prese la bacchetta e un lampo rosso si infranse sullo scudo. Il rumore fu assordante al punto che dovemmo coprirci le orecchie, ma quando cessò la sorpresa fu amara: potemmo vedere una incrinatura nella cupola.
" C'è solo una cosa da fare. Dobbiamo offrire a Voldemort un boccone più appetitoso. Tu continua a chiamare Isa a incoraggiarla a lottare."
Severus cercò di mettere nuove difese alla cupola magica, ma i colpi continuarono, sempre più violenti. La barriera avrebbe ceduto presto.Mi concentrai ancora di più. Usai la forza della disperazione e finalmente l’attacco cessò.
" Sirius..."
Era un flebile sussurro, ma era lei.
" Lotta streghetta. Sei più forte di lui."
Ma Voldemort non mollava. Tentennava ma era ancorato nel suo corpo.
Vedevo il volto di Isa sempre più sofferente, quella lotta stava sfibrando il suo involucro. Non avrebbe resistito per molto.
" Dobbiamo muoverci. O tua moglie sparirà per sempre. Dobbiamo farlo ora che è di nuovo dentro al suo corpo. Ma esso non è in grado di contenere due anime. Se indugiamo ulteriormente sarà la fine. Sei pronto?"
" Sono pronto."
" Farò cadere la barriera. Devi andare a prenderla. Devi mettere la runa attorno al suo collo e al tuo. Al momento giusto, non possiamo correre il rischio di riportare indietro anche Riddle.
Mi porse la catena con la runa bianca e spezzò gli incantesimi che tenevano ancora su la barriera. Senza perdere un istante, corsi verso di lei, incurante del fatto che stava puntando la bacchetta verso di me.
 
Sentii distintamente Piton comunicare con Voldemort e rimasi sorpreso dalle sue parole..
" Grande mago. Signore di tutti. Perchè nella tua potenza ti accontenti di un corpo così misero e debole. Riconoscimi. Vieni a me per la gloria eterna. Conquisteremo ogni mondo possibile assieme."
Piton si inginocchiò davanti a lui. A che gioco stava giocando? Però qualcosa stava accadendo all’amore della mia vita, mentre mi avvicinavo a lei vidi distintamente, una strana nuvola, simile al fumo di un ectoplasma, che usciva dal corpo martoriato, semitrasparente ma grigiastra, come se fosse sporca.  Usciva da i suoi occhi e dalle sue orecchie e dal suo naso, lentamente ma senza fermarsi, fino a che anche l’ultimo brandello di quella cosa, con uno strappo finale si separò completamente dal suo corpo che si afflosciò come una marionetta a cui erano stati recisi i fili. La sorressi, osservando quel fumo andare verso Piton; dovevo muovermi o non sarei riuscito a raggiungerlo in tempo. Lo sentii gridare “ Torna a casa Sirius.”
“Vengo a prenderti” gli urlai di rimando, ma la massa stava già entrando nel suo corpo. Non lo avrei mai raggiunto, se volevo salvare almeno noi due dovevo sbrigarmi; avvolsi la sottile catena attorno al collo di lei che esamine respirava a fatica nelle mie braccia. Non fu che in attimo poi tutto si capovolse e cademmo faccia a terra, sul terreno brullo. Isa aprì gli occhi. Erano tornati normali. I suoi lineamenti erano rilassati. Mi sorrise. Le sorrisi. Il castello, svettava su di noi. Parecchi maghi si stavano avvicinando.
" Ti abbiamo riportata a casa, piccola. Severus come hai fatto...?"Ma Severus non c’era, era rimasto di la.
Voldemort aveva rivolto a lui le sue attenzioni. Ci aveva salvati.
La Mac Granitt arrivò di corsa, facendosi largo tra la folla curiosa.
Anche a lei brillarono gli occhi, quando vide che Isa era di nuovo tra noi.
" Sirius Black. Non voglio sapere cosa hai fatto, per ora. Portala in infermeria."
Stringevo Isa.
L'avrei portata al castello.
Sentivo che mi stavano mancando le forze. Ma lei era mia, non avrei permesso a nessuno di toccarla
Vedevo gli sguardi interrogativi di tutti.
Ma nessuno osò chiedere nulla. La stesi su un letto e la affidai a Madama Chips; le gambe mi tremavano, ma la mia piccola era al sicuro.
Fui sorretto da Remus che mi aiutò a sedermi su una poltrona e chiusi gli occhi. 》
 
Fu un lampo.La runa magica, doveva condurre me, stretta a Voldemort ad Asgard, dove Odino avrebbe provveduto a distruggere la sua anima, ma qualcosa era andato storto. La runa mi era scivolata di mano, mentre ci stavamo smaterializzando.
Svanirono tutti, ma non arrivammo a Asgard; in realtà mi trovai completamente sola, senza sapere come tornare indietro, in mezzo al nulla, con la triste consapevolezza che non avrei più rivisto Sirius.
Iniziò a scrosciare la pioggia, quasi a volere nascondere le lacrime che mi scendevano sul viso. “Sirius”, mormorai, ma non c’era… non poteva sentirmi.
Andai verso la foresta. Dovevo trovare un rifugio e pensare. Un tronco cavo. Mi infilai dentro. Il freddo era gelido e io ero completamente bagnata, ma di accendere un fuoco non se ne parlava; ci fu una tempesta che durò giorni, durante i quali me ne stetti rannicchiata in quel tronco ormai fradicio, pregando Odino, pregando Dio e ogni divinità di ogni religione, di non farmi perdere la ragione. Ero infreddolita e affamata, ma quel luogo era completamente primo di qualsiasi cosa di commestibile, a meno che non avessi voluto provare le cortecce degli alberi di quella strana foresta pietrificata, morta. Le foglie degli alberi, gli steli d’erba sembravano bruciati, nemmeno il vento col suo sferzare impetuoso riusciva a dargli l’apparenza di un movimento. Una foresta morta, dove io ero l’unico essere vivente. Col passare dei giorni mi resi conto che ero stata abbandonata anche dagli dei, con di fronte a me solo due alternative: o morire lentamente di fame, o farla finita subito. Non riuscivo più a rimanere lucida ed ero in preda a violenti mal di testa e a visioni che si confondevano con la realtà.
Ero a Grimmauld Place.
Invisibile.
Erano tutti riuniti festosi.
Sirius era felice, anche se un pochino più vecchio, stringeva un bambino sulle ginocchia.
Accanto a lui una donna, dai capelli Corvini gli sorrideva mentre lui le prese la mano e gliela baciò.
Sirius era felice con un'altra donna, la pace era tornata nel mondo magico… io ero dimenticata.
" Per tutti loro eri solo un'arma. Hanno proseguito la loro vita. Tu non servi più."
"Chi sei?"
"Sono lo spirito di questi luoghi. Ti sto mostrando il futuro del mondo a cui appartenevi."
" Esiste un modo per tornare di la?"
" Tu non fai più parte di loro. Nessuno ti cerca."
"Sirius..."
" Sirius, come vedi, metterà presto pace alla sua coscienza."
"Non può essere vero!"
"Ne sei sicura?"
Mi sentivo stordita. I miei pensieri erano rallentati. E quella voce molto suadente.
" Stai soffrendo. Hai fame, freddo e il tuo cuore sta sanguinando, Isa Black. Posso aiutarti a lenire le tue sofferenze.... lo vuoi?"
Sentii in lontananza la voce di Sirius e iniziò la lotta.
Quando riemersi dall'oblio ero in infermeria.
" Bene, bene, bene. Ci siamo svegliate signorina. Ecco prendi questa. Ti aiuterà." In silenzio bevvi la pozione ricostituente, cercando di capire cosa fosse successo.
E COSÌ FINÌ TUTTO( Forse)

DESTINIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora