SIRIUS BLACK
Mi svegliai.
Isa, dormiva accanto a me.
La luce dell'alba, entrando dalla finestra aperta, baciava la pelle nuda delle sue spalle.
Non mi sarei mai stancato di guardarla dormire.
Lo sciacquio delle onde che si infrangevano sulla scogliera era una dolce ninna nanna.
Non abitavamo a Grimmauld Place.
Avevamo rinunciato alle nebbie londinesi, per il tepore e la solitudine di Black Nest. Avevamo detto addio ai nostri amici e riposto le bacchette in un cassetto.
Si alzò il vento.
Guardai l'orizzonte fuori dalla finestra.
Nubi scure si avvicinavano.
Un temporale estivo.
Sorrisi, nessuna migliore scusa per passare la giornata a letto, a fare l'amore. Lei si mosse, per un raggio di sole villano che si era appoggiato a baciare il suo viso.
Lentamente mi alzai.
Fra poco si sarebbe svegliata.
Volevo farle trovare la colazione pronta.
Andai in cucina a preparare.
Iniziavo ad abituarmi a questo stile di vita babbano.
Il tempo peggiorava velocemente.
Iniziò a scrosciare la pioggia.
Misi la colazione su un vassoio.
Un tuono spaccò il silenzio, seguito da un urlo di Isa.
Mollai il vassoio e corsi da lei.
Era seduta sul letto. Cerea in volto.
Aveva gli occhi sbarrati.
Le pupille ribaltate all'interno dell'occhio.
Si girò verso di me.
" Morirete tutti."
Cadde all'indietro.
Ci mise parecchio a riprendere coscienza.
E quando fu in grado di parlare era in lacrime.
" È qui. Voldemort è tornato. L'ho visto. Vuole vendetta."
Non potevo crederci. Ma la sua espressione mi convinse.
Non dovevamo perdere tempo.
Se Voldemort era tornato dovevamo tornare a Londra e avvisare tutti.
Colse il mio pensiero e annuì.
Ci vestimmo in fretta e andammo a prendere le bacchette.
" Avevo sperato di non doverla più usare."
Tremava.
Le presi una mano e ci rimaterializzammo a Grimmauld Place.
Kreatcher ci accolse con stupore.
" Avverti tutti" gli dissi
"Portali qua. Subito."
Mi unii a Isa e iniziammo a proteggere la casa dal nemico.
Il buio, ancora una volta avvolgeva il mondo, nell’aria un forte senso di oppressione abbatteva gli animi. Era iniziata la fase successiva: il ritorno della lunga notte.
Intanto l’elfo non perse tempo.
Appariva e scompariva con i membri stupiti del Ordine della Fenice.
Quando furono tutti presenti, e anche un pò arrabbiati, li informai della situazione.
" Ma avevi detto che era intrappolato, senza via di fuga."
" Si capisce che ha trovato il modo."
" Ma ne siete sicuri?"
Guardammo Isa.
" È di nuovo nel nostro mondo. Non so con quale magia, ma ha varcato le dimensioni"
“Come fai a saperlo?”
“L’ho sentito, ho sentito la sua venuta nuovamente in questo mondo. Dopo che ha preso possesso del mio corpo per così tanto tempo è rimasta questa connessione.”
" Allora dobbiamo trovare il modo di distruggerlo in maniera definitiva."
Isa ebbe un sussulto.
" No. Uccideremo anche Severus."
" E allora? Sempre che qualcosa di Piton sia rimasto , lui stesso ha deciso di sacrificarsi per il bene di tutti. E comunque volendo proprio essere pignoli è già morto. Odino ce l’ha rimandato qui. Quindi non ci sono differenze.”
“Ce ne sono eccome. Severus è stato convocato nel Walhalla spirito e corpo. E spirito e corpo dovranno essere integri per tornare di nuovo nel grande palazzo di Odino. Altrimenti la sua anima rimarrà solo un mero fantasma disperso fra i Mondi; quindi se ci fosse anche una minima possibilità di salvarlo lo farò"
" Sai benissimo che è impossibile. L'unica soluzione è incatenare l'essenza di Voldemort a Piton e distruggerlo. E già questo sarà molto difficile."
" Mi rifiuto di accettarlo. Deve esserci un altro modo."
Mi intromisi. Sapevo quanto per lei questa soluzione fosse dolorosa, ma nemmeno io ne vedevo altre.
Cercai comunque di calmarli.
"Abbiamo protetto la casa. Per ora siamo al sicuro. Prima di prendere decisioni affrettate, dobbiamo capire la situazione."
" C'e poco da capire. Dobbiamo agire."
Si intromise Remus.
Anche lui cercò di calmare gli animi.
"Intanto cerchiamo di rilassarci. Non è agendo d'istinto che risolveremo il problema.
Voldemort porta in sé il soffio di un Dio . Se nemmeno Isa che ha dimostrato di essere la prediletta di Odino è riuscito a distruggerlo come possiamo pensare che la nostra magia seppur quella più potente che noi conosciamo possa essere in grado di compiere una così grande impresa?”
Funzionò.Lupin riuscì a calmare gli animi. Si levò un mormorio sommesso fra i presenti ma nessuno riprese a controbattere. A quel punto dovevamo elaborare un piano. Ci dividemmo in gruppi per pattugliare le zone più a rischio e cercare di proteggere coloro che erano più debole. Sicuramente come la volta precedente avrebbe cercato innanzitutto di attaccare Hogwarts. Quindi mandammo subito un distaccamento a protezione, per quanto fosse stato possibile proteggere studenti e professori da quel mostro tremendo, e a valutare un’eventuale sfollamento dello stesso. Black Nest divenne nuovamente il rifugio di coloro che correvano un pericolo.
Isa sarebbe rimasta a casa,con parecchia fatica la convinsi a non immergersi in un viaggio astrale, ma accettò la mia richiesta, chiudendosi in biblioteca a sfogliare libri, mentre Remus e io avremmo sorvegliato i dintorni di Grimmauld Place.
Ci saremmo ritrovati alla base alla sera.
" Avrei preferito rivederti in altre circostanze."
" Non dirlo a me. Ma dimmi, non ho visto Giadina. C'è qualcosa che non va?"
" Ho convinto il tuo tremendo elfo a lasciarla a casa. Ma a questo punto non credo sia stata una buona idea. Casa tua è meglio difesa.”
" Giadina ! Non è da lei non essere in prima linea."
Remus sorrise.
" Questa volta deve farlo anche se ri assicuro che avrebbe voluto essere qui, soprattutto per vendicare Anya, caduta nell’ultimo attacco dei mangiamorte, poco prima che faceste sparire quel maledetto senza naso, ma Il bambino è ancora piccolo. Ha bisogno della madre."
Capivo quanta preoccupazione ci fosse dietro a quelle parole. Mi ero quasi dimenticato che quando ci eravamo congedati lo scorso anno fossero in procinto di diventare genitori.
" E voi, Sirius? Non avete nulla in arrivo?"
" Non ancora. In realtà..."
Mi fermai. Come potevo dire al mio amico che Isa temeva di mettere al mondo un bambino, con tutto quel sangue Taltos che scorreva nelle vene di entrambi? Nella solitudine di Black Nest, si era ruffata negli antichi manoscritti sulle origini di quel luogo. Essa era stato fondato da Enhkil e Akasha, due Taltos fuggiti dalla loro tribù. E da li si perdeva nei secoli la loro storia di capostipiti della famiglia Black. Dopo aver saputo della vita di fuga e lotta dei suoi genitori non avrebbe mai voluto che suo figlio subisse gli stessi dolori e le stesse perdite e non voleva nemmeno che crescesse obbligato a stare nascosto come un animale da preda in quell’atollo. Certo c’era anche la possibilità che non ereditasse il doppio DNA o che comunque rimanesse, come il nostro in forma latente, ma la situazione era troppo aleatoria per farle prendere serenamente una decisione così importante.
" Sirius. Sai che con me puoi parlare. Siamo amici."
Si, eravamo amici, ma quello era un segreto troppo grande. Informandolo che in noi scorreva il sangue degli antichi semidei lo avremmo messo in pericolo. Quindi chinai la testa e cercai un altro argomento.
“Dobbiamo trovare un modo per salvare Severus.”
" Non capisco tutto questo attaccamento a Piton. Lo odiavi già dai tempi della scuola. Tu e Isa, dovreste prendere in considerazione l'idea che potrebbe essere l'unica soluzione possibile. Capisco che sia suo padre, ma sapeva cosa sarebbe successo. È stata una sua scelta e ora tentennando, rischiamo di rendere inutile il suo sacrificio." “Isa si rifiuterà di fare qualcosa che faccia del male anche a lui.”
" Dai Sirius”, cercò di rendere meno deprimente quel momento il mio amico di tutta una vita “ sono convinto che riusciremo a trovare una soluzione che non porti più a nessuna morte. Piuttosto, chiese cambiando a sua volta argomento, “ per quale motivo Piton, affidò proprio a te sua figlia. Considerati i precedenti rancorosi che avevate?”
Anche a quello non potevo rispondere. Non era un mio segreto.Decisi che avrei rimesso la decisione a mia moglie." Credo che debba essere una scelta di Isa se raccontarti o no, tutta la storia."
" Cosa aspettiamo allora"
Ritornammo verso casa, ma prima ancora che potessimo attraversare la strada la mia vita ci venne incontro, preoccupata e agitata.
" Presto Remus. È arrivata Giadina."
La seguimmo in salotto.
La moglie di Remus era semisdraiata sul divano, mentre Kreatcher, con gli occhi gelatinosi e un sorriso sognante faceva giocare un Lupin in miniatura.
" Cosa è successo? Come stai?"
" Sto bene. È solo qualche ammaccatura. È apparso Piton. Voleva sapere dove fosse Isa. Ha cercato di ucciderci, quel maledetto, ma sono riuscita a scappare. Per fortuna Isa mi ha vista in strada, questo posto è maledettamente protetto, non riuscivo a vedere l’ingresso.
Remus si inginocchiò accanto a lei.
" Adesso tu e il bambino siete al sicuro. La persona che hai visto, anche se con le sembianze di Piton era Voldemort."
" cosa? Come è riuscito a Tornare?" “Probabilmente avrà trovato un altro modo."
" E adesso cosa facciamo?"
Isa mi guardò.
" Io torno in biblioteca.
So già cosa mi vuoi chiedere. Parlane liberamente con loro. Ma fagli giurare di mantenere il segreto."
Fu così che raccontai tutto ai nostri amici, il segreto delle nostre origini e le implicazioni che avrebbero potuto avere in futuro. Del resto Isa aveva già dato espressione dei suoi poteri sciamanici tempo addietro, recando pace alle ombre di Filemazio. Entrambi mi ascoltarono in silenzio, capii che avrebbero voluto dire qualcosa, ma non trovavano nulla che non suonasse scontato.
Remus mi abbracciò in silenzio, mentre Giadina, con gli occhi arrossati, vedendo che il piccolo gongolava felice accanto a Kreatcher, si alzò in piedi e con voce fintamente allegra disse che sarebbe andata anche lei in biblioteca, a dare manforte alla mia piccola strega nella sua ricerca di una soluzione.
" Dite che accetterebbe se l’aoutassi nelle sue ricerche? Per quanto sia pericoloso, posso capire che non se la senta: è suo padre."
Annuii: " Le sei molto cara Giada. Credo che ne sarebbe lieta."
Mi guardò malissimo.
" .... e soprattutto lei ha capito che odio quel nome."
Pian piano rientravano anche gli altri.
Mancava solo la pattuglia di Hogwarts.
Isa e Giadina( o meglio per chiamarle coi loro vecchi soprannomi Felpatina e Moony), vennero a tavola con gli occhi gonfi, per la polvere e la quantità di libri sfogliati.
Erano alquanto giù di morale. Non avevano trovato nulla.
Isa si alzò di scatto.
" Devo andare a Hogwarts."
" Ma sei matta? A quest’ora? E poi è pericoloso."
Mi guardò. I suoi occhi erano completamente bianchi.
" Rimarranno solo macerie e gli avvoltoi banchetteranno sui cadaveri di chi non si sottometterà."
Mi alzai a mia volta, la presi prima che cadesse a terra.
" Si trova la. Moony, rimani con lei Non deve uscire da qui, si riprenderà presto. Noi andiamo."
Quando arrivammo a Hogwarts il castello era semidistrutto. Da lontano si sentivano i lamenti di chi era sopravvissuto"
Trovammo Moody. Si stava dando da fare a sistemare i feriti.
" È venuto qui. Ci ha attaccato. Abbiamo usato tutti i malefici possibili, ma non lo abbiamo nemmeno sfiorato. Aveva con se un gran numero di seguaci. E molti della casa di Serpeverde si sono uniti a lui. Abbiamo molti caduti e molti feriti. Bisogna fermarlo o sarà la fine per tutti noi. Ha oltrepassato le protezioni del castello come se non fossero esistite. O gli consegnamo Isa o tornerà a finire l'opera."
" Moody, sai benissimo che...."
" Non ho certo intenzione di consegnargliela. È l'unica arma che abbiamo contro di lui. Se solo si decidesse a togliersi quegli stupidi scrupoli."
Intervenne la Mac Granitt.
" Alastor ha ragione. Severus l'ha fatta ritornare di qua per salvarla. Sarebbe dispostissimo a morire per lei. Lo sapevamo tutti che le era molto affezionato..."
".... ma lei ama te."
Aggiunse preoccupata per la mia espressione.
" Non è come credi Minerva.( tranne una cerchia ristretta di persone, non avevamo detto in giro del legame che univa i due, e infatti Minerva era ancora ferma ai miei attacchi di gelosia, quando vedevo nell’interesse di Severus per Isa, qualcosa di lascivo.) Ma sono consapevole che se si trovasse di fronte a una scelta, non esiterebbe a perdere la sua anima per lei.”
" Non perdiamo tempo. Torniamo alla base. Minerva vieni con noi. I gregari dell'ordine si occuperanno di rimandare a casa gli studenti. Poi andranno in un luogo sicuro."
Tornammo indietro sconfitti e col morale a terra.
Isa si era ripresa ed era tornata in biblioteca a cercare qualcosa di imprecisato in quei mucchi di libri.
Moody, come al solito, impetuoso corse da lei. Lo inseguimmo preoccupati per cosa potesse succedere.
" Sono morti per colpa tua. Sai benissimo cosa fare. L'Ardemonium è l'unica soluzione. E solo tu sei in grado di controllarlo. Le misere fiammette che facciamo noi sono inutili."
Isa impallidì, vidi le nocche delle sue mani sbiancarsi, mentre stringeva con rabbia la bacchetta.
" Adesso basta"
Mi misi in mezzo a loro.
" Non è il caso di litigare fra di noi."
Alastor strinse i pugni a sua volta.
" Le soluzioni sono due o fai quel maledetto incantesimo o consegnati a lui. Non voglio vedere morire altre persone."
Lo aggredii.
" Come osi. Ha già salvato tutti una volta. Dalle tempo"
" È proprio quello che manca. Quanti devono morire, per sperare di salvarne uno?"
Isa si avvicinò a Moody.
" Non morirà più nessuno. Nemmeno Severus. Andrò ad Asgard."
La guardai. " È troppo pericoloso.Non hai più la runa bianca.”
" Devo andarci per forza. Non sappiamo se l'Ardemonium sia effettivamente in grado di distruggere l'essenza di Voldemort. Solo il padre di tutti può darmi una risposta, perché solo con questa vittoria potremo fermare il caos che incombe sui nove mondi.”
“ Questi tuoi viaggi sono troppo pericolosi, quante volte hai rischiato di morire uscendo dal tuo corpo? E per cosa? Per le risposte criptiche di un Dio che ci usa come soldatini per il sua guerra.”
“Sirius, non è la sua guerra, è la nostra guerra. Se il caos dovesse far piombare Asgard nell’oscurità, non avrebbe più rivali, nessuno sarebbe in grado di fermarlo e arriverebbe non solo il tramonto degli dei, ma il tramonto di ogni civiltà, di ogni forma di vita, in ognuno dei nove mondi.”
“Non posso permetterlo, piuttosto che perderti ancora. Andrò io. Conosco la magia, prenderò il tuo posto, andrò io a fare il culo a Odino."
“ Sai benissimo che solo io ho una possibilità di farcela."
" Allora andremo insieme. Non ti lascio da sola. Se dobbiamo morire, moriremo allo stesso modo."
“Guarda che non è che puoi proprio rubare le mie battute.”
Mi strinsi nelle spalle., effettivamente avevo usato la medesima frase usata da lei quando eravamo andati contro Voldemort .
“Sirius, non hai mai fatto un viaggio astrale, non mi sembra il caso che tu inizi a farlo in un momento così delicato.”
" Incarceramus"
Moody le aveva lanciato l'incantesimo, mentre era girata di spalle.
Le sfilò la bacchetta.
" Andrà Sirius. Se dovesse mettersi male....non possiamo permetterci di perderti."
" Liberami subito. Non puoi mandare Sirius a morire."
La guardai.
" Ti ringrazio per la fiducia. Ti prometto che tornerò"
Lasciai la stanza, con Isa urlante, che tentava di divincolarsi dalle catene magiche.
Mi preparai velocemente.
" Remus, Se dovesse succedermi qualcosa prenditi cura di lei. “
ISA
Sirius era uscito dalla stanza non potevo permettergli di compiere il viaggio astrale e di correre un pericolo così grande. Lui non aveva le conoscenze che avevo io e che mi avevano guidato senza pericolo quando ero andata oltre il confine dei mondi, lui non aveva le conoscenze delle antiche magie dei vanir. E senza quelle il suo spirito avrebbe perso coscienza della realtà fisica dalla quale proveniva e rischiava di rimanere imprigionato nell’oblio perso nella nebbia delle radici di Yggdrasil . Rimasta da sola con Moony la supplicai di liberarmi e di correre a impedire a Cyrus di commettere una cosa tanto stupida, anche usando la forza. La mia sorella grifa ovviamente, fregandosene di tutte le contestazioni degli altri, e sapendo che se fosse successo qualcosa a Sirius, avrei fatto qualcosa di molto avventato, senza perdere alcun istante mi libero dall’ incantesimo di Malocchio e corse a fermarlo.
Non persi tempo: ripetere esattamente rituale che avevo utilizzato tempo addietro avrebbe richiesto preparativi troppo lunghi, per cui decisi di rischiare di procedere più velocemente. Del resto non mi rimaneva altra scelta. Dovevo agire prima che rientrassero gli altri.
Non disegnai nessun cerchio lo creai solo mentalmente pregando gli elementi le torri e segni cardinali di proteggermi in quel viaggio, cercai di trasportare tutta la mia energia alla base del cranio ove era sito l' ipotalamo la sede del terzo occhio.
“Per signo”Esclamai facendo ricomparire nuovamente fluttuanti nell'aria le tre rune che avevo utilizzato in precedenza. Mi incisi il polso e continuai il mio rito. sapevo di avere la forza dei Taltos , sapevo di essere amata da Odino e sapevo che avrebbe potuto aiutarmi. Ormai riuscivo abbastanza facilmente ad uscire dal mio corpo; la sensazione di leggerezza che provai quando mi staccai dal mio corpo mortale mi fece capire che stava andando tutto per il meglio . Nella mia mente ben delineata la mia meta; Asgard. Potevo cominciare il mio viaggio. In poco tempo raggiunsi il Bifrost dove Heimdallr scrutava l'orizzonte. Per la prima volta lo sentii parlare: “ ti stavamo aspettando mia giovane fanciulla, sai dove trovare Odino, ma prima qualcuno vorrebbe salutarti. Contemporaneamente a queste parole apparve Anya, coi capelli sciolti sulle spalle nude e i polsi cinti da bracciali che terminavano a bocca di lupo. Entrambe fummo commosse di rivederci, essendoci mancato il tempo di congedarci. Pur non potendo abbracciarci, l'emozione che provammo equivaleva a un milione di abbracci.
“Dunque il grande Odino ti ha ammesso nel Walhalla. T ha dato il grande onore di banchettare con magnifici eroi. Sono felice per te, perché la tua gloria sarà imperitura: e in tutti i 9 mondi creeranno Lodi alla tua memoria.”
Anja mi rispose: “quando il lampo di luce verde mi colpì le Valkirie scesero dal cielo, invisibile agli occhi umani, e mi condussero con loro attraverso i mondi fino a raggiungere il palazzo. Da allora assieme a eroi, guerrieri di ogni epoca, di ogni razza, di ogni credo banchetto in onore del padre di tutti. bevendo idromele da grandi corna ricurve e raccontiamo le nostre gesta e di quelle degli amici che al nostro fianco hanno combattuto e che anche loro attendono la battaglia che li porterà qui. Quando Fernrir, arriverà all'attacco troverà tutti noi pronti a respingerlo. Il giorno del Ragnarok saremo tutti qui uniti pronti a scacciare i suoi mostri nelle tenebre dalle quali provengono. Ho desiderato tanto rivederti e sono sicura che un giorno brinderemo assieme con i nostri cari felici della pace ritrovata. Possono gli Aesir essere con te. Non posso indugiare ulteriormente, Odino ti sta aspettando.” Con queste parole mi lasciò e io proseguii verso palazzo di Odino. Stranamente egli non era assiso al trono, bensì mi aspettava ai piedi dell’ enorme scalinata.
“Gloria a te padre di tutti, tu che tutto conosci e tutto vedi aiutami a debellare il pericolo imminente senza perdere l'anima di mio padre. So che esiste un modo, dammi la conoscenza che mi serve.” ( ogni volta la formula di saluto era sempre più lunga)
Odino mi guardò con quel suo unico occhio penetrante e chiaro. “ Quanto sei disposta a perdere per salvarlo?”
“Tutto quello che è necessario.”
“Potrebbe essere qualcosa di più doloroso che morire. Ma se riuscirai a portare a termine il compito il Ragnarok sarà scongiurato. Sei disposta a sacrificare una parte di te stessa per questo?”
“Lo sono, padre di tutti. Dammi la conoscenza.”
Odino allargò le braccia, invitandomi ad avvicinarmi a lui; quando giunsi tra di esse mi avvolse nel suo mantello e col suo bacio divino insufflò in me il sapere e la magia necessari. Il Dio mi congedò: “ Hai la conoscenza e hai il potere. Vai, che il tuo sacrificio possa riportare la luce degli astri a risplendere sul mondo degli uomini.”
Tornai indietro, nel mio corpo, attorno a me Sirius e gli altri che mi guardavano spaventati.
Sirius corse ad abbracciarmi, preoccupato: per un attimo è parso che prendessi fuoco.”
Annuii, sapevo che cos’era successo, la luce divina di Odino era entrata in me, e aveva rischiato di incenerire il mio corpo. Ma nonostante le ustioni che tra l’altro stavano già guarendo,non provavo alcun dolore.
Sirius dovette accorgersi che qualcosa in me era cambiato. “Va tutto bene?”
Annuii: “ desidero del latte, molto latte.”
Sirius battè le mani e apparve Kreatcher con del latte, freddo; bevvi direttamente dalla brocca: avidamente e attenta che non ne cadesse nemmeno una goccia. Sirius mi osservava attento, sapeva anche lui cosa significava, aveva studiato assieme a me gli antichi libri di Black Nest. Odino aveva risvegliato il mio essere Taltos, come diverso tempo prima fece Filemazio, ciò che non potevamo sapere era per quanto tempo fossi riuscita a resistere col potere del semidio nel mio corpo umano e se ne fossi uscita viva. Ma non c’era m scelta; cosa valeva la vita di una persona di fronte la vita di tutto il genere umano? Perché quello sarebbe successo se il Ragnarock fosse avvenuto: la fine di tutto , di ogni forma di vita. All’alba saremmo partiti nuovamente per Hogwarts, pronti a spingerci oltre ogni limite pur di dar una fine a quel terrore. Poche ore ci separavano l’alba, poche ore per rimanere insieme, per stringerci, per amarci un'ultima volta, e un’ultima volta ancora fino a che un'alba buia seguita dal triplice canto del Gallo pose fine al nostro abbraccio.
Ci smaterializzammo direttamente laggiù; i poteri divini mi permettevano di farlo e mi permettevano di portare con me coloro che mi avrebbero aiutato.In effetti fu molto semplice arrivarci pensai ad Hogwarts tenendo tutti stretti per mano e ci trovammo a pochi passi dalla battaglia. Ancora una volta marciammo verso nemico per l’ultima battaglia.
Non servivano altre parole ormai dovevamo solo agire; al punto in cui ero volevo solo porre termine a quell’ angosciante situazione. Se dovevo morire sarei morta, e sarei andata nel Walalla, ma guardando Sirius, i suoi occhi grigi splendenti come le stelle spensero i miei sogni di gloria e l'orgoglio di un tale onore . Non volevo lasciarlo volevo stare accanto a lui ancora per anni e anni, per dirgli tutto quello che ancora non gli avevo detto per stringermi ancora una volta al suo petto e assaporare il suo odore( si ero un po' feticista, ma a parole è difficile esprimere le sensazioni che la sola vicinanza del mio amato, faceva esplodere.); percorrere ancora una volta le sconfinate praterie nella nostra forma di animagi… ritornai al presente, arrossendo, non era il momento.
Senza perdere altro tempo mandai il mio messaggio.
" Sono qui. Vieni a prendermi"
Sapevo che lo avrebbe captato: nel frattempo mesi gli altri ad organizzare le difese.
Intanro io mi diedi da fare in un punto preciso, dove gettai i miei incanti: dovevo essere precisa e veloce.
Avrebbe sicuramente mandato avanti i suoi gregari, i mangiamorte.
Quando ebbero finito anche li radunai.
" Al mio ordine colpitelo. Senza distruggere il corpo di Severus. Deve sentire la morte che si avvicina ma non deve morire."
Nessuno osò obiettare.
Non restava che aspettare l'attacco.
Arrivarono in molti.
Voldemort rimase indietro. Era in grado di librarsi in aria.
Sapeva che doveva conservare il corpo di mio padre. Almeno finchè non avesse trovato un altro ospite.
La battaglia era cruenta, ma la resistenza era all'altezza della situazione.
Riuscivamo ad avanzare sempre di più.
Avrei potuto spazzare tutti i nemici con un movimento del braccio. Ma non potevo far capire a Voldemort, fin dove potevo arrivare. Mi limitai quindi a liberarci la strada, finchè non fummo abbastanza vicini.
"Attaccate."
Colpimmo con incantesimi di bassa portata. Dovevo guadagnare tempo.
"Isa."
Era la voce di mio padre. La sua coscienza esisteva ancora.
"Padre, devi aiutarmi. Devi combattere. Fare uscire da te Voldemort"
"Non posso. Non posso permettere che entri."
" Ti assicuro che saprò tenergli testa."
"Non sei tu.... è lui."
" Lui chi?"
"Usa l'Ardemonium. Non so per quanto riuscirò a trattenerlo"
" Padre fidati di me. Lascialo andare."
Niente da fare. La comunicazione si era interrotta.
Urlai ad Voldemort.
" Avanti bastardo. Vieni a prendermi. Lo so che mi vuoi. Mi hai sempre voluto."
Gli incantesimi non riuscivano a colpirlo. Era troppo in alto.
Ecco all'improvviso, Alastor a cavallo di un Testrhal.
Si stava dirigendo verso di lui.
Lessi chiaramente nella sua mente, cosa voleva fare.
Non potevo permettergli di uccidere mio padre.
Proiettai il mio corpo astrale tra Moody e mio padre.
La maledizione mi attraversò perdendo forza, ma lo colpì.
Vidi l'essenza di Alderaban uscire dal suo corpo e dirigersi verso il mio, più in basso.
Sentii Tonks gridare qualcosa. Ma non avevo tempo di fare altro che agire secondo i piani.
Avvolsi lo spirito di Alderaban con la luce dorata; la stessa che Odino aveva insufflato in me.
Prese sempre più consistenza, fino a riavere la sua forma umana, avevo reso solido il suo spirito.
Rientrai nel mio corpo, nello stesso momento in cui raggiunse il terreno e, prima che potesse capire cosa fosse accaduto, lo colpii.
Non evocai il fuoco maledetto, bensì quello divino. Allargando entrambe le braccia esclamai: “ Revelio”, facendo apparire le rune, incise in precedenza sul terreno: esse erano incise ai lati dei triangoli di thot: avevo scelto Fehu, al rovescio,Hagalaz e Teiwaz al rovescio.
Voldemort rimase smarrito dal potere delle rune, ma non era sufficiente: “persigno” esclamai ancora, e adesso le rune lo circondavano ad altezza del suo viso.
Spinsi le braccia in avanti, con i palmi delle mani protesi nella sua direzione: la luce fu accecante e andò a colpire le rune fuoco che divennero di fuoco e formarono una cupola di fiamme invalicabile. Ripetei ancora il movimento e feci avvampare ancora di più la fiamma. Quando all’interno del cerchio magico non rimase altro che cenere, lo dissolsi e le raccolsi ,poi le strinsi nel pugno, concentrando tutta l l’energia che avevo su quei miseri resti, finchè non rimase più nulla.
Voldemort era stato distrutto.
Esultavano tutti.
"Papà"
Gridai.
Corsi verso il corpo a terra.
Respirava ancora.
Avevo attenuato la maledizione abbastanza per salvargli la vita.
Guardai Tonks con un sorriso; aveva arrestato la sua caduta poggiandolo delicatamente a terra.
Aprì gli occhi. Era ferito ma vivo.
" Isa...voldemort...."
" È finito. È stato completamente distrutto. Sei libero. "
"Isa sono fiero di te."
" ora non parlare troppo. Ti porteranno in infermeria. Io devo andare..... da Sirius."
MA egli mi stava venendo incontro lacero e sporco; aveva combattuto anche lui valorosamente, seppure oppresso dall’ansia per la mia sorte. Vedevo il suo sguardo felice : ero viva adesso nulla più ci avrebbe separato, o almeno quali erano i pensieri che riuscivo a cogliere nella sua mente. Non sapeva tutto, avrei dovuto dirglielo ma non sapevo come fare, non sapevo quale sarebbe stata la sua reazione. Al momento era solo felice che avessi ripreso il mio aspetto normale e che l’aurea divina era scomparsa. Sua moglie non era più una Taltos.Mentre stavo per andaregli incontro il terreno mi mancò da sotto i piedi e tutto il mondo girò attorno a me: cadi a terra svenuta .Quando riaprii gli occhi mi ritrovai su una brandina nei pressi dell' infermeria, con Sirius di fianco a me, la sua mano nella mia. Mi abbracciò stretta: per un attimo aveva temuto di perdermi. Invece ero li, accanto a lui ed ero me stessa. Il potere di Odino aveva lasciato il mio corpo, nello sforzo immane di distruggere l’anima di Voldemort, l’horkrux creato da Loky. E anche le mie energie.
Chiesi di alzarmi, volevo uscire, volevo vedere sole che per tanto tempo era stato assente da Midgard. Con un sorriso un cenno del capo mi aiutò ad alzarmi e mi accompagnò all’esterno. Hogwarts era distrutta ma tutti erano già un solerte lavoro per ricostruirla; alunni, professori, combattenti, erano tutti intenti nella loro opera come tanti artigiani. Cantavano tutti mentre lavoravano, dirigendo con le bacchette le antiche pietre e rimettendole al lori posto.
Remus, Giadina e tutti gli altri, furono felici di vederci sani e Salvi. Anche se non me ne ero resa conto erano passati diversi giorni dalla battaglia finale. Finalmente avevamo vinto la guerra. Il ragnarock era scongiurato. O meglio comodino mi aveva trasmesso le sue conoscenze, non aveva fatto comprendere anche che il caos non avrebbe mai cessato di esistere; potevamo reprimerlo potevamo togliergli forza potevamo rinchiuderlo in un angolo del 9 mondi ma lui si sarebbe comunque col raccolto su se stesso e si sarebbe risvegliato nuova potenza. Nuovi guerrieri sarebbero stati chiamati al valhalla; Mi morti di questa battaglia erano già stati accompagnati dalle valchirie nell'immenso salone il mio pensiero volo alla mia amica Anya già là in attesa di rincontrarci quando sarebbe venuto il tempo degli eroi. Ma adesso era iniziata l’era di pace, e sarebbe durata a lungo.Sirius mi prese un attimo in disparte e mi disse, mostrandomi i pezzi della mia bacchetta: “Mi dispiace nello scontro è andata distrutta, so che c'è stata fedele compagna per tutti questi anni, ma non appena possibile andremo a diagonalley a prenderne un'altra ancora più forte ancora più potente.”
Non guardai sforzandomi di sorridere, come dargli in un momento di tanta gioia una notizia del genere? Presi frammenti della mia bacchetta e mi rimisi sotto il mantello, non avrei mai più avuto una bacchetta era lo scotto che avevo dovuto pagare per salvare il mondo. Assieme la forza sopra sopra divina che mi aveva prestato Odino ero rimasta svuotata anche dei miei poteri . non ero più una strega. Non avevo idea di come avrebbe reagito Sirius, ma avrei accettato qualsiasi sua decisione.
Arrivò anche mio padre, era venuto il momento di congedarci, doveva tornare al Walhalla, il tempo concessogli da Odino era finito.Ci lasciarono da soli per scambiarci gli ultimi saluti. Ero con i due uomini che amavo: mio padre e mio marito. Seppur consapevoli che un giorno ci saremmo nuovamente incontrati, mi rattristava l’idea di perderlo ancora. Anche lui , e anche Sirius, avevano gli occhi lucidi. .Ma mio padre sentiva che avevo ancora una domanda.
“Parla pure figlia mia, esprimi i dubbi che ti tormentano.”
“ Perché hai detto che Voldemort non voleva me, ma lui. Lui chi?”
" Anche per il mago più potente, prendere possesso di un corpo, richiede molta energia.
Soprattutto se lo spirito originario, lotta. Lui voleva risolvere la situazione incarnandosi nuovamente, in un corpo nuovo. Tuo figlio, dovendo ancora nascere gli offriva questa possibilità."
"Mio figlio?"
Rimasi interdetta. Ci misi un attimo a capire.... con tutto quello che era accaduto.
Erano lacrime di gioia quelle che mi scendevano senza freno?
Anche Sirius era commosso, mi guardava più innamorato che mai.
"Non te ne eri accorta?"
" Direi proprio di no..... "
Sirius mi abbracciò.
" Rischiamo che questo bambino, diventi ancora più potente di te.”Disse sorridendo.
Mi adombrai. Ancora non sapevano.
Sussurrai :
" Oppure potrebbe non possedere alcun potere o portare in sé il DNA dei Taltos.
" Cosa dici, mai. Nostro figlio farà cose straordinarie. Lo Chiameremo Altair e un domani sarà lui a difendere il nostro mondo dalle minacce."
Rimasi in silenzio.
Mio padre mi scrutava, visibilmente preoccupato, sapeva che c’era altro, però si limitò a dire: “ la maledizione dei Taltos è uscita da te, figlia mia. Tuo figlio non avrà questa preoccupazione. “
Arrivò Moody.
" una bella riunione di famiglia direi. Ma che ne dite di venirci ad aiutare a ricostruire Hogwarts?"
Sirius accettò subito.
" Io non ne sono in grado"
Cominciai a dire.
" È vero. La sua bacchetta si è rotta. Dovremmo prenderne una."
Moody mi guardò.
" Ti ho visto fare incantesimi straordinari, senza bacchetta."
Tagliai corto.
" Quei poteri mi erano stati dati da Odino. Ho dovuto restituirli"
Sembrò bastargli come scusa.
Rimanemmo soli, io e mio padre, Sirius felice della notizia aveva seguito Alastor per rendere tutti partecipi della sua gioia.
" Quando pensi di Informare Sirius?"
" Hai visto come è felice? Come reagirebbe se sapesse che non ho più poteri magici. Come reagirebbe all'idea che suo figlio potrebbe essere un babbano...è per questo che mio figlio non correrà il rischio di diventare un Taltos, vero? Non sono più una strega.”
Egli chinò il capo,assentendo.
“Sarà un babbano? Come me?”
“ A questo non so rispondere. Sirius è un mago, ci sono buone possibilità che erediti i suoi poteri.
Guardai desolata ciò che rimaneva della mia bacchetta.
" Sirius ti ama. Hai perso i tuoi poteri per salvare tutti. E, comunque non potrai nasconderglielo per molto."
SIRIUS BLACK
Ero felice.Felice di ricostruire tutto.Felice della vittoria. Felice di avere un figlio. Isa mi era sembrata leggermente preoccupata. Non riuscivo a spiegarmelo, la notizia che non vi erano possibilità che il nostro bambino fosse un Taltos avrebbe dovuto riempirla di gioia .
" Allora Sirius. Che intenzione avete, una volta sistemato tutto? Tornerete al vostro paradiso?"
" Sicuramente si. Almeno fino a qiando il bambino non inizierà la scuola...."
" Congratulazioni Sirius.” ,mi disse Remus sinceramente sorpreso e felice per me.
“Adesso che è tutto finito, sembra il finale perfetto."
"Già...."
" A cosa pensi?"
"Isa mi sembrava preoccupata."
" Beh, prova a metterti nei suoi panni. Se non sbaglio, non era nei vostri programmi. Dalle il tempo di abituarsi all'idea.Avrà qualche titubanza forse per il fatto che mai spiegato”
" No Remus, Severus lo ha escluso. Boh Non la capisco. Io sto esultando all'idea.... Ogni mio sogno si sta avverando. Temo invece che possa avere dubbi per il fatto che ho vent'anni in più di lei. .."
" ... mmm... pensavo che questi dubbi li aveste superati già da un pezzo."
" In realtà lei non lo ha mai sentito come un problema. Sono io quello che si è fatto tante paranoie...."
" ... e allora. Di cosa ti preoccupi? Sarà semplicemente stanca.
Vedrai che dopo un po' di riposo, andrà tutto meglio.Sono stati giorni veramente pesanti, soprattutto per lei e considera che adesso dovrà nuovamente salutare suo padre.” Annuii, ero troppo felice per pensare che ci fosse sotto qualcosa di grave. “ Hai ragione Remus, non vedo l'ora di prendere in braccio mio figlio, di comprargli la sua prima scopa. “
ISA BLACK
Mio padre aveva ragione. Dovevo parlare apertamente con Sirius... e accettare le conseguenze ....Con un poca tristezza mi congedai da lui che avviandosi oltre le mura del castello era pronto per ritornare da Odino, rassicurandomi sul fatto che mi avrebbe aspettato fra lungo tempo, assieme a Soroeus nel luogo del banchetto degli eroi. Mentre spariva in lontananza, mi asciugai gli occhi; sì aveva ragione non era un addio ma un arrivederci.
Andai quindi a cercare Sirius: insomma avevo avuto il coraggio di affrontare il più potente dei maghi oscuri portato a nuova vita addirittura da un Dio e non avevo il coraggio di confessare la verità a mio marito.
Lo vidi che stava parlando con Remus.
Colsi la sua ultima frase.
Stava fantasticando su nostro figlio.
Mi demoralizzai.
Se fosse stato un magonò?
Ma non potevo tenergli nascosta ulteriormente la situazione.
Voleva andare da Olivander, al più presto, per prendere una nuova bacchetta. Come avrebbe reagito quando avrebbe visto che nessuna rispondeva?
No, dovevo farmi coraggio e raccontargli tutto.
Avrebbe capito O almeno era ciò che speravo.
"Sirius."
" Tesoro, cosa ci fai qui sotto il sole? Nelle tue condizioni.... "
" Dobbiamo parlare. Subito"
Mi guardò perplesso.
" C'è qualcosa che non va?"
" Facciamo due passi."
Mi seguì.
Arrivammo fino ai confini di Hogwarts.
Non sapevo da dove cominciare.
Anche lui era piuttosto teso.
"Ebbene? "
" Sirius.... vedi, se la mia bacchetta si è rotta, c'è un motivo...."
Gli raccontai tutto quello che era successo.
Man mano che proseguivo, nel racconto lo vidi impallidire.
Quando terminai, sperai mi stringesse a se. Che dicesse che non ci sarebbero stati problemi.
Non disse nulla.
Mi fissava.
Mai come in quel momento avrei voluto leggergli la mente.
Parlò.
Disse solo " Isa", poi si smaterializzò.
Rimasi di sasso.
Era sparito. Ero sola.
Lacrime di dolore mi solcarono il viso.
Sentii una forte nausea.
Non ero più una strega.
Avrei avvertito tutti i malesseri umani.
Non riuscii a trattenermi.
"Ottimo" pensai.
"Abbandonata dal mio uomo e puzzolente come un troll."
Dovevo darmi una ripulita e decidere cosa fare.
Quando mi voltai, davanti a me c'era il nulla.
Gli incantesimi di Hogwarts la rendevano invisibile agli umani.
Non avendo nessun mago accanto, non potevo raggiungerla.
Mi sforzai di cercare una soluzione. Ma era difficile pensare a qualcosa che non richiedesse l'uso di una bacchetta.
Non sapevo nemmeno se nelle vicinanze ci fosse un paese.... e comunque non avevo soldi babbani.
Da sola, incinta.... “Sirius torna da me” pensai tra le lacrime.
All'improvviso, come se lo avessi chiamato, riapparve.
Si avvicinò a me.
Era serio in volto.
Si inginocchiò, prendendomi la mano.
" Ti vorrei chiedere nuovamente di sposarmi, ma lo abbiamo già fatto anche se lo rifarei non una ma infinite volte. Però c’è una cosa che non ho mai fatto e voglio farla ora come pegno del mio amore per te”
Mi mise al dito un anello magnifico.
Sorrise. Il suo magnifico sorriso.
Mi baciò. Incurante del vomito e della puzza.
“Avevamo già scelto una vita da babbani prima che ricominciasse tutta questa storia. Non ho nessun problema a continuarla, unica cosa che mi importa e averti al mio fianco, fino al giorno in cui non ti renderai conto la stupidata che hai fatto nel volere sposare questo stupido vecchio.
LA SCACCHIERA
“Scacco matto” disse il vecchio con abiti da viandante.
“Hai vinto anche questa volta.” Ribatté l'uomo più giovane, alzandosi in piedi, facendo traballare pericolosamente il tavolo di legno. Numerosi pezzi sulla scacchiera caddero a terra. L’uomo anziano sogghignò, spostando leggermente la benda nera che gli copriva la cavità oculare vuota.
“Hai vinto la battaglia, ma non la guerra.”
“Nel frattempo ho guadagnato ancora parecchi anni per raccogliere i miei eroi.”
“Non importa quanti uomini porterai nel tuo Walhalla, il caos e le tenebre vinceranno. Locky si smaterializzò, lasciando l'uomo da solo.
Credilo pure pensò Odino con l’unico occhio lampeggiante alla fiamma della lanterna poggiata di fronte a lui, mentre con un movimento lento e pacifico accarezzò la testa dei due lupi accovacciati ai lati della sua sedia.
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DESTINI
FanfictionQuando i destini di personaggi di diversi mondi si intrecciano. Tra i maghi di Hogwarts e gli dei di Asgard per arrivare nelle terre di Westeros e poi scoprire che tutto ha di nuovo inizio.