ISA BLACK
Scendemmo dai draghi con un balzo, il rumore dei calzari di metallo echeggiarono nella vasta sala. Non avevo bisogno dei draghi per sbalzare Bran dal trono. O se ne sarebbe andato di sua volontà o lo avrei ucciso con le mie stesse mani, avrei danzato col fuoco e avrei posto fine alla sua vita. Tyrion era al mio fianco, nonostante tutta la sua titubanza del mattino , si mostrava un Targaryen. Dritto con la spada in mano, lo sguardo fiero, gli occhi che brillavano. Mi strinse leggermente la mano, ma proseguì verso il trono. Un gigante sembrava, nonostante il suo difetto fisico. Il re osservava silenzioso; non un movimento, non un battere di ciglio. Si limitava a osservare la morte che gli andava incontro, come se non gli importasse.
Ormai avevamo in pugno la corte. I rumori della battaglia imperversavano nel cortile del palazzo, ma li erano ancora attoniti e spaventati dalla visione dei diavoli volanti che avevano invaso la sala del trono. La vittoria era nostra. Sguainai la spada “ Bran, abbandona il trono e avrai salva la vita. Esso spetta al Signore dei Draghi, a Tyrion, erede legittimo dei Targaryen. Assieme lo riporteremo alla sua antica gloria.” Il silenzio da parte dell’usurpatore, non fece che aumentare la mia furia, non desideravo uccidere uno storpio, ma se l’era voluta. Alzai la spada, per precipitarmi su di esso. Era un babbano e come tale lo avrei ucciso; non avrei sprecato la mia magia su di lui. All’improvviso un animale mi si scagliò addosso, feci appena in tempo a fare un passo indietro, per poi sentirmi scaraventare a terra dal suo peso. La bestia emise un ululato disperato, poi si accasciò inerme su di me. Lo spostai, dovevo rialzarmi, e solo allora lo riconobbi. “Felpato” mormorai, non credendo alle mie stesse parole, “Sirius….SIRIUS” gridai mentre l’animale, trafitto da un pesante dardo uncinato, riprendeva la sua forma originale. Davanti a me, steso a terra, giaceva Sirius Black. La punta gli aveva trapassato il cuore e il sangue scorreva velocemente. In quel preciso istante nella mia testa sparì tutto il resto esisteva solo Sirius. Mi chinai su di lui, usando tutti i poteri, tutte le arti apprese in quegli anni. Rendendomi conto di quanto la mia magia oscura fosse inutile in quel frangente, la vita stava lasciando il suo corpo, il petto era immobile e il respiro fermo. Potei quasi cogliere la sua anima ancora con le sembianze terrene staccarsi da lui e rimanere un attimo esistante e stupito a guardare la sua figura sdraiata a terra. NON POTEVO FARE NULLA, tutta la mia umanità si frantumò nel medesimo istante in cui ebbi la consapevolezza della sua morte. Provai un vuoto, che parve rapidamente riempirsi di una rabbia cieca. Gli uomini di Bran lo avevano ucciso; mi alzai da terra, al diavolo tutto,al diavolo il trono. Mi sembrava solo un desiderio privo di importanza. Sirius era morto. Solo quello riuscivo a pensare. Allargai le braccia per portare a raccolta ogni minuscola particella di potere fosse in me, mentre la mia rabbia era pronta a scatenarsi. Sarebbero morti tutti, avrei distrutto tutto. Avevano ucciso il mio Sirius. Un colpo improvviso; qualcosa di caldo mi iniziò a scorrere lungo la schiena. Avevo ucciso io Sirius, non loro. Ma solo io, con le mie azioni. L’ombra di Sirius mi sorrire: mi stava aspettando .
TYRION LANNISTER
Stava per accadere un disastro. Isa con le braccia allargate, si staccò dal suolo. I suoi capelli parvero prendere vita e assunsero lo stesso colore delle fiamme infernali. Essa era avvolta da un bagliore violento e intorno a noi tutto iniziò a tremare, mentre i pesanti lampadari traballavano pericolosamente. Prima di lasciare la corte, prima di recarmi da lei, avevo giurato obbedienza a Re Bran, non intendevo reclamare il Trono, gli giurai che avrei fatto il possibile per farla desistere dal suo intento. Giurai al re che l’avrei tenuta lontana e le avrei fatto dimenticare i suoi propositi. In cambio gli chiesi la sua vita. Re Bran acconsentì di darmi una opportunità, ma mi disse anche che se avessi fallito avrei dovuto assolvere al compito che mi aveva affidato. Avevo fallito. E ora stava per succedere una catastrofe mai vista, ancora peggiore di quella che a suo tempo ebbe portato alla distruzione di Valyria. Non potevo più fare nulla per farla desistere dal suo intento. Vedere Sirius morire era stato il colpo di grazia per la sua umanità, adesso potevo solo cercare di salvare tutte le persone che loro malgrado si trovavano li. Estrassi la spada, acciaio magico di Valyria e piangendo l’affondai nella schiena della donna di cui ero innamorato. Nemmeno si accorse del colpo subito, tanto la sua disperazione era profonda. Si accasciò tra le mie braccia. Tra le lacrime che le rigavano il volto apparve un sorriso, i suoi lineamenti si distesero come se avesse finalmente trovato la sua serenità di un tempo. “Grazie” mi sussurrò. Non era ancora il momento per affondare nel dolore.
“Re Bran, ho assolto al mio incarico. Chiedo la tua grazia e di essere liberato dal mio incarico. Permettimi di ritirarmi a Valyria, assieme a chi vorrà seguirmi. Ti chiedo di graziare gli uomini. Non sentirai parlare mai più di alcuno di noi; e in ultimo ti chiedo di poter dare addio a loro.” Conclusi indicando i due corpi stesi a terra Re Bran annuì, anch’egli voleva porre fine all’eccidio. Le armi vennero abbassate e i presenti parvero sollevati da questa conclusione. Con l’aiuto di alcuni Valyriani, feci portare fuori le salme.
Alle porte della città, trovai John e gli amici di Sirius, che stavano entrando per le mura, attoniti dal silenzio tombale caduto su di essa. Le ragazze quando riconobbero Sirius e Isa, accorsero in lacrime verso le lettighe. Anya chiedeva vendetta, Giadina voleva uccidere chi avesse ucciso la sua amica. Mi feci avanti. “uccidi me, allora. Perché sono stato io a ucciderla. Ma non vendicatevi su alcuno. Basta con guerre, violenza e morti. Voglio solo sepellirli e dimenticare.
ASGARD
Odino guardava verso Midgard, quando l’occhio gli scivolò su un atollo in mezzo all’oceano.Il sole tramontava a Black Nest, aranciando l’orizzonte. La barca era pronta per il suo viaggio. Su di essa, tra fiori e rami di ulivo, entrambi con abiti candidi, giacevano stesi nell’eternità Isa e Sirius. Uno accanto all’altra, vennero sospinti sulle acque dell’oceano, pronti al loro ultimo viaggio, quello che finalmente li avrebbe uniti per l’eternità. Al Dio sembrò che in tutto quello ci fosse qualcosa di sbagliato e, quando vide un uomo dai lunghi capelli bianchi, capì che suo figlio, con i suoi continui viaggi, aveva ancora interferito col mondo degli uomini, trasgredendo ai suoi ordini. Si adirò, sentiva che aveva cambiati qualcosa di importante, seppur non riuscisse bene a capire cosa. Lo sguardo di Geralt di Rivia, si perse dietro la zattera, che stava prendendo fuoco tra le onde, quando la sua attenzione fu presa da due uccelli che gettavano la loro ombra attorno a lui. Era stato riconosciuto. Seguendo il volo dei corvi si addentrò nel piccolo boschetto. Li un viandante con una benda nera sull’occhio lo attendeva con sguardo cupo. Senza dire una parola lo prese per un braccio e in un vortice svanirono. Thor e Odino erano nel grande palazzo. “ Padre, io…” Odino tuonò “ Inginocchiati di fronte al padre di tutti gli dei figlio scellerato.” Thor di fronte all’ira furibonda del padre, non ebbe altra scelta che prostrarsi, seppur malvolentieri ai suoi piedi. “ Padre, chiedo il tuo perdono.” Odino rimase un attimo sconcertato, il figlio di solito così veemente si stava mostrando docile. Comunque voleva sapere cosa aveva combinato. Poi avrebbe preso le sue decisioni in merito. Thor si alzò in piedi di fronte al Padre di Tutti e raccontò tutta la storia. “ Sai benissimo che non è permesso influire sugli eventi mortali. Tu non solo hai fatto questo, ma mi hai tolto guerrieri valorosi per il Walhalla, hai modificato la loro storia. Sai bene qual è la punizione per questo.” “ La accetterò. Diventerò umano e vivrò come tale in mezzo a loro.” Odino era perplesso che suo figlio accettasse così serenamente una punizione del genere. Qualcosa non lo convinceva. “ Se non mi spieghi motivi che ti hanno spinto a questo gesto insensato; la tua punizione sarà ben peggiore. Parla stolto.” “Divino Padre, signore di tutti, colui che vede oltre, signore supremo dei nove mondi…..” “Taglia corto Thor.” “ Anya mio signore. Quando l’ho vista entrare nel Walhalla, ho perso la testa per quella giovane. E ho fatto in modo di non farla morire…. E poi ho preso i panni del mago Gerald di Rivia.” “ Sai che è vietato…..congiungersi con un umano. Sai che fu un patto che stipulammo con le altre divinità, greche e romane. Stolto figlio, possibile che non ti rendi conto quanto ti potrebbe costare questa storia?” Thor chinò il capo, lo sapeva, ma il suo cuore divino sanguinava come quello degli uomini per le pene d’amore. “ Padre alla fine Isa non sarebbe stata felice senza la sua magia, nella morte lei e Sirius sono di nuovo assieme oltre il confine dei mondi.”convinceva. “ Se non mi spieghi motivi che ri hanno spinto a questo gesto insensato; la tua punizione sarà ben peggiore. Parla stolto.”
Odino era sconcertato. Possibile che suo figlio, seppur possente come un gigante, fosse stupido come una papera? Ebbe pena per lui, per i suoi sentimenti umani, per le lacrime divine che scivolandogli sulle guance si trasformavano in diamanti. Decise di non farlo soffrire più. “ Dovrebbe rimanere un segreto. Ma la giovane Anya è una semidea, figlia di Poseidone. Per cui ti è concesso amarla.” Lo sguardo di Thor riprese la sua gioia. Stava per ringraziare il Padre Divino, ma egli riprese a parlare: “tuttavia, ti meriti una punizione per lo scompiglio che hai portato. Hai manipolato una giovane che cercava di districarsi dalle sue incertezze, una giovane che grazie alla sua forza avrebbe superato quel momento buio per trovare la felicità e un giorno anch’essa la gioia di essere un eroe del Walhalla… Hai portato alla morte due persone il cui figlio avrebbe portato una gloria ancora maggiore ai nove mondi. Hai sconvolto le terre di Westeros e dell’Anglia. “ “posso rimediare padre. Posso portare indietro ….” “non se ne parla nemmeno. Hai già fatto troppi casini. La mia decisione è che tornerai sulla terra, ma non ora, vestendo i panni di uno studente di Hogwarts. Sarai veramente Gerald di Rivia e non avrai il potere del tuono, almeno finchè non sistemerai le cose. Se Isa e Sirius raggiungeranno il vero compito che il fato ha loro assegnato, potrai ritornare ad Asgard, assieme a Anya, se lo vorrà. Altrimenti vivrai la tua vita mortale, infinite volte, fino a quando tutto non scorrerà sul giusto binario.” Thor sapeva che non avrebbe avuto altra scelta. “Sono pronto a obbedire padre.” “un ultima cosa. Sarai l’unico a conservare i ricordi di tutto questo. Gli altri non dovranno esserne a conoscenza.” Con queste parole Odino creò un vortice d’aria e Thor scomparve.
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DESTINI
FanficQuando i destini di personaggi di diversi mondi si intrecciano. Tra i maghi di Hogwarts e gli dei di Asgard per arrivare nelle terre di Westeros e poi scoprire che tutto ha di nuovo inizio.