seven.

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Bloccata, sono rimasta bloccata.

MIRANDA GRAY: cos'hai?, è l'unica cosa che riesco scrivere per non sembrare inadeguata

HARRY STYLES: schizofrenia, ma sto guarendo, io me lo sento. ho ucciso mia madre quanto avevo cinque anni. ho picchiato il professore di matematica al primo anno di superiori, nessuno sa nulla, mio padre ha pagato, come sempre.

non sono abituata ad avere rapporti sociali, non so cosa dire.

HARRY STYLES: capisci?, non so cosa sono.

MIRANDA GRAY: sei un ragazzo profondo, dolce, simpatico e carino, sei Harry Styles e hai solo bisogno di amore e di essere ascoltato.

HARRY STYLES: ho bisogno di te.

a queste parole dei brividi percorrono tutta la mia colonna vertebrale. C'è solo un problema, io non sono Miranda Gray.

HARRY STYLES: voglio venire da te, però voglio che la mia terapia finisca, non voglio farti del male.

MIRANDA GRAY: tu guarirai, io ti aiuterò.

Sono passati due giorni e Harry non si fa vivo né a scuola e nemmeno in chat.
Mi manca, mi manca morire di gelosia in classe, mi manca fissare la sua nuca, mi manca fissarlo ed incontrare il suo sguardo anche solo per poco.

✿;

«Harry Styles frequenta la tua scuola?» mi chiede mia madre
«Sì» rispondo secca
«Sua nonna è morta, oggi andremmo a casa dei suoi genitori per le condoglianze» dice tutto ad un fiato
«Mi dispiace» dico a bassa voce, probabilmente non mi ha nemmeno sentita.

✿;

Entriamo con la macchina nella sua villa, notandola meglio è mostruosamente grande e lussuosa, come all'interno.

Mia madre conversa con la compagna del padre e con il padre stesso di Harry, la conversazione è poco interessante così mi chiudo in me stessa fissando la sala da pranzo e cercando di coglierne ogni suo dettaglio

«Com'è successo?» chiede mia madre, interessata ascolto questa parte
«È caduta dalle scale» risponde sbrigativa Clara, la compagna del padre

devo andare in bagno, stanno parlando di una donna morta; mi sembra poco adeguato, ma devo.

«Potrei andare in bagno?» chiedo con un filo di voce
«Certo tesoro, segui il tappeto rosso dall'entrata» mi dice il padre di Harry, sembra facile.

Mi dirigo all'entrata e ci sono circa tre scale ricoperte dal tappeto rosso, non ho nulla da perdere, decido di salire quelle al centro, alla festa sembrava tutto più semplice perché era stata utilizzata solo un quarto della casa.

Apro ogni singola porta e trovo; cucine, stanze da letto, biblioteche, archivi ma nemmeno un bagno.

Provo l'ultima porta rimasta, questa mi è familiare ed è socchiusa, sento qualcuno singhiozzare, quindi decido di fare retromarcia ma sorprendentemente inciampo nel tappeto rosso così da procurare un rumore assordante. Qualcuno apre la porta, è Harry, ha gli occhi rossi. Appena mi vede retrocede
«Sta lontana da me» dice tremando, io mi alzo avvicinandomi cautamente, lui si appoggia per terra e si chiude mettendo la testa fra le sue ginocchia, io mi metto in ginocchio difronte a lui, che lentamente si rilassa, fino a guardarmi negli occhi e fino a regolare il suo respiro.
«Va tutto bene» lo rassicuro
«No, io sono un mostro» dice urlando,
io mi avvicino e lo abbraccio, una sensazione stupenda.
Lo porto sul letto, ci distendiamo e gli accarezzo i capelli fino a che non si addormenta.
Chiudo la porta e per la prima volta mi sento benissimo.

✿;

Sono le tre di notte ed è questo messaggio a farmi svegliare;

HARRY STYLES: ho sognato un angelo

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