Capitolo II

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Il pomeriggio cominciò con alcuni lamenti da parte del cielo, che stavano ad indicare che da lì a poco ci sarebbe stato un temporale. Questa non fu una notizia ben apprezzata da Thomas, il quale ogni pomeriggio si riuniva con la sua solita compagnia, e stavano insieme fino a sera. A Thomas non era concesso tornare dopo cena, o consumare la cena a casa di qualcun altro senza preavviso. I suoi genitori erano molto severi su questo argomento, ed il ragazzo, non volendo provocare la loro ira, rispettava semplicemente le regole.
Molti tuoni iniziarono a rimbombare fra le nuvole grigie che si erano venute a formare, mentre Adelaide le ammirava dalla finestra, nell'unica mezz'oretta libera che le era concessa durante la giornata. Badare ad un'intera famiglia di 4 persone senza ricevere alcun aiuto era sicuramente difficile, ma Addy non si buttava giù mai. Ce la posso fare ripeteva sempre a se stessa quando si accorgeva che stava finendo le energie, la aiutava a non mollare.
La madre Theresa, purtroppo, era ancora costretta a letto ed ultimamente stava soffrendo molto la sua malattia. Adelaide cercava di aiutarla in tutti i modi, ma non le era concesso di fare molto. Questo era uno tra i motivi per il quale quel giorno non era andata a scuola, mentre Thomas, rimasto a casa anche lui, stava semplicemente aspettando il trasferimento da una scuola all'altra, in quanto era giunto ad una conclusione.
Nella casa Barney si percepì una porta chiudersi, segno che i due fratellini di Adelaide erano rientrati da una lunga giornata a scuola. La ragazza corse al piano di sotto, facendo ben attenzione a non scivolare giù dalle scale a causa dell'abito.
"Henry! David!" esclamò la fanciulla, contenta di vedere i suoi adorabili fratellini. Li aiutò a togliersi i soprabiti e portò in salotto i loro cesti pesanti pieni di libri.
"Com'è andata oggi?" chiese ai due bambini, incuriosita.
"Benissimo!" esclamarono all'unisono, "Il signor Hudson ci ha fatto leggere un brano molto interessante." continuò Henry.
"Ah sì? E di che cosa parlava questo brano?" domandò sempre la fanciulla, intenta ad apparecchiare la tavola nella quale i due bimbi si erano già messi comodi. Il padre Garrett, appena tornati a casa, li aveva solo salutati, non era mai stato un padre affettuoso.
"Era una favola su un lupo e un agnello."
La ragazza sorrise ed annuì.
"Che cosa si mangia oggi?" chiese David, il quale stomaco stava brontolando da quando aveva varcato la soglia di casa. Adelaide si mise a ridere e gli scompigliò i capelli. "Oggi vi ho preparato un delizioso stufato di verdure, ci ho anche messo le patate che so che vi piacciono tanto!"
I bimbi sorrisero e poi appena gli fu servito il pranzo, un pesante silenzio si fece strada all'interno della cucina. Andare a scuola sembrava piuttosto faticoso...
Una volta terminato il pasto, Adelaide procedette a sparecchiare e lavò di nuovo accuratamente le stoviglie. Dello stufato di verdure non ne era rimasto nemmeno un po', perciò per la sera si sarebbe dovuta inventare qualche altra ricetta. La missione era soddisfare il padre, naturalmente.
Thomas, d'altro canto, nemmeno un attimo dopo che il temporale fu finito, si precipitò fuori, urlando un maleducato "Sto uscendo!" ai suoi genitori. Avrebbe incontrato i suoi amici nella più grande area verde di Castle Combe, che non si trovava molto distante dalla sua abitazione. Una volta giunto venne accolto da un brillante color verde derivante dalla fitta vegetazione, che era in contrasto con l'ombroso cielo. I suoi amici frequentavano tutti la vecchia scuola del paese, ma aveva avuto modo di conoscerli grazie ad alcuni contatti che i suoi genitori avevano con le varie famiglie.
"Thomas!" esclamò Harper Raddle, contentissima di vederlo. Il ragazzo le sorrise, e con le mani all'interno delle tasche si avviò verso il suo gruppo d'amici.
"Allora, come va il trasferimento?" gli chiese Gordie, il suo migliore amico. Sperava tanto di vedere Thomas nella sua stessa classe, pensava che si sarebbero divertiti molto.
"Bene, mio padre deve recarsi in città ancora un paio di volte per firmare alcuni documenti, e poi potrò finalmente tornare ad andare a scuola."
Il ragazzo paffutello e dalle guance costantemente rosse iniziò a fissare Thomas: faceva così quando voleva tirargli le parole fuori dalla bocca. Thomas, però, era irremovibile.
"Andiamo amico!" esclamò Gordie frustrato, "Davvero non vuoi venire nella nostra scuola?"
"Forza Gordie, non insistere. Thomas è abbastanza intelligente da scegliere da sè cosa sia meglio per lui, e sono sicura che sarebbe il migliore della classe, in qualsiasi scuola capitasse!" Harper non esitò un attimo a difendere il suo vezzoso amico. Lui le sorrise ancora una volta, e le circondò il collo con il suo braccio destro, mentre s'incamminavano verso la casa di Peter. Thomas era di bell'aspetto, alto e con i capelli scuri, era davvero simpatico ed era veramente facile trovare conforto e soddisfazione nella sua amicizia. I suoi amici lo apprezzavano molto per il suo carattere.
"Dove pensi di trasferirti, allora?" chiese la ragazza a Thomas, sussurrandoglielo all'orecchio. "A me puoi dirlo."
"Non lo dirò nemmeno a te Harper, arrendetevi ragazzi. Se il prossimo Lunedì mi vedrete fare ingresso nella vostra classe, allora vorrà dire che avrò scelto la vostra scuola, se invece non ci sarò, ne avrò scelta un'altra."
Il ragazzo, come i suoi genitori, su alcuni aspetti era irremovibile. Harper sbuffò, e i tre continuarono per il loro tragitto.

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