Capitolo VII

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"Chiarire, voglio chiarire." spiegò deciso. Adelaide lo guardò senza dire nulla, ma non si mosse.
"Per favore, ascoltami."
Il ragazzo respirò profondamente, si tolse il cappello e lo strinse al petto.
"Mi dispiace." disse. Guardò Adelaide dritto negli occhi, speranzoso. Lei, però, non proferì parola.
"Mi sono fatto sfuggire la situazione di mano. Riconosco che ho esagerato, ma io non ho mai detto nulla di brutto sul tuo conto, davvero!"
"Come posso crederti? Non è una novità che qualcuno parli male di me, in fin dei conti."
Il ragazzo non mollò un secondo la mano della ragazza, anzi, ora la strinse ancor più forte. "Per favore, credimi. Avrei preferito di gran lunga trascorrere questa serata con te che con Harper. Sto per esaurirmi!"
Adelaide lo analizzò accuratamente, soprattutto i suoi occhi, per accertarsi che fosse sincero. Al momento, i suoi occhi trasmettevano sincerità, infatti gli sorrise timidamente, abbassando lo sguardo dall'imbarazzo. La sua mano era ancora unità a quella del giovane. "Scusami." pronunciò, "Sono stata maleducata e frettolosa, mi dispiace."
Thomas le sorrise, assicurandola che tutto andasse bene, dopodiché la invitò a fare una passeggiata con lui attorno al ristorante. Addy accettò volentieri.
Scesero i piccoli gradini in legno e girarono l'angolo, sbucando in un'area pieno di luci e lanterne, davvero piacevole. I due non parlarono molto della lite, si limitarono a raccontare aneddoti o a commentare il paesaggio, nulla di più.
D'un tratto, Thomas sottrasse il suo braccio dall'incavatura del gomito di Adelaide e si precipitò verso un cespuglio ricco di fiori. "Posso offrirti un fiore?" chiese, porgendole un Amaryllis, un fiore di medie dimensioni, di colore rosso e dai petali triangolari. Adelaide accettò il pensiero e si portò il fiore al naso, per annusarlo. Il suo profumo era delicato, proprio come Adelaide. La ragazza si chiese se ci fosse un significato dietro questo gesto, ma soprattutto dietro la selezione di quel particolare fiore in mezzo a miriadi di tipologie differenti. Ma, questi pensieri vennero interrotti da una voce acuta, molto familiare. Mia.
"Che cosa ci fate qui? Adelaide! È da un'ora che ti cerco. Il bellissimo cameriere è venuto a parlare a Julia! Ti rendi conto?"
Mia strappò Adelaide dal ragazzo, prendendola a braccetto e riportandola all'interno. Adelaide rivolse uno sguardo a Thomas, il quale iniziò a ridere, segno che non si era arrabbiato. La ragazza sospirò sollevata, annusando ancora il bellissimo fiore che il suo amico le aveva donato.
Le due fecero ritorno all'interno del ristorante, e si precipitarono subito nel tavolo di fianco a quello in cui Julia ed il cameriere dai capelli neri stavano avendo un'accesa conversazione. Le ragazze capirono subito i sentimenti della loro amica dal modo in cui si atteggiava: si toccava i capelli, sorrideva, e stava diritta con la schiena, cosa di cui solitamente non si preoccupava eccessivamente. Adelaide e Mia si guardarono compiaciute.
"Che cosa ci facevi fuori con Thomas? Sei letteralmente scappata via da noi senza spiegazioni!" si lamentò Mia, approfittando del momento.
"Scusatemi... semplicemente qualche giorno fa ho avuto una specie di discussione con Thomas, e quindi mi ha chiesto scusa, tutto qui." spiegò Adelaide, evitando i dettagli e gli occhi della ragazza.
"Una discussione?" chiese Mia, stranita "Per che cosa dovreste litigare voi due?"
Adelaide non sapeva bene come rispondere, per fortuna venne salvata da Julia, che le raggiunse piena di felicità, ed euforia. "Non potete capire!"
Le tre amiche uscirono all'esterno per parlare meglio e Julia rivelò di provare per quel cameriere, di nome John, una grande simpatia, e che non vedeva l'ora di ritornare a Bristol per rivederlo!
Thomas non era ancora rientrato, era seduto su una panchina assieme a Harper, che lo stava rimproverando per averla lasciata da sola e con il discorso a metà per seguire quella santarellina di Adelaide Barney, il ragazzo tentò di scusarsi e giustificarsi, ma non disse nulla al riguardo delle brutte parole che Harper aveva detto su Adelaide, nonostante non le condividesse.
"Ho sentito che suo padre è un ubriacone," disse a Thomas, guardandolo con occhi dolci, "se l'uomo è così, non immagino il resto della famiglia..."
Di nuovo, Thomas non rispose, guardò dritto davanti a sè e fece spallucce, come per dire che lui non ne sapesse nulla. Harper, però, non sembrò accorgersi del comportamento strano di Thomas, infatti continuò. "Pensi che Adelaide abbia un bel rapporto con suo padre?"
"Perché ti interessa così tanto di che cosa fa Adelaide Barney?" chiese freddo.
"Non mi interessa, infatti. Voglio solo conoscerla meglio."
"Allora chiedile a lei queste cose, e non a me." sbottò, allontanandosi dal braccio che gli circondava le spalle ed il collo. Sì alzò per allontanarsi da Harper, ma lei si arrabbiò.
"Ma che ti prende?!" disse seguendolo.
"Niente, voglio solo tornare a casa." rispose Thomas.
"Ma... avevamo detto che saremmo tornati insieme, con la carrozza di mio padre... non capisco."
"Me ne torno da solo."
Harper si zittì e se ne andò, troppo offesa dai modi di porgersi di colui che definiva il suo migliore amico.

Erano quasi le 23, quando tutta la classe abbandonò i tavoli per tornare a casa. Adelaide sarebbe stata accompagnata dal padre di Julia, non essendoci treni disponibili per Castle Combe. Vide Thomas sul ciglio della strada, aveva un'espressione seria, sembrava nervoso visto il continuo toccarsi i capelli.
Julia e Adelaide si avvicinarono a lui, "Va tutto bene, Thomas?" domandò la prima.
"Sì, grazie. State tornando a Castle Combe?"
Adelaide annuì, "Tu no?" chiese.
"Sì, anch'io."
Thomas pareva parecchio spaesato, entrambe le ragazze riuscirono a notarlo. Si diedero un veloce sguardo, in modo da parlare senza dover utilizzare la voce, e tutte e due furono d'accordo sul da farsi.
"Possiamo accompagnarti a casa noi, se vuoi." propose Julia, parlando timidamente e sorridendogli.
"Se non disturbo..." rispose lui, imbarazzato.
"C'è abbastanza posto. Io starò nei posti davanti assieme a mio padre, mentre tu ed Addy vi siederete nei posti posteriori, a meno che tu, Thomas, non voglia conversare con mio padre. A mio avviso non ti converrebbe, Adelaide è di ottima compagnia, tu stesso dovresti averlo capito."
Thomas sorrise, di nuovo grattandosi la nuca. Lo imbarazzava dover star così vicino ad Adelaide, soprattutto dopo l'episodio al di fuori del ristorante. A suo pensiero si era mostrato stupido ad averle offerto un fiore, che secondo lui, lei nemmeno aveva apprezzato. Se avesse potuto tornare indietro nel tempo non credeva che avrebbe rifatto quel gesto.
"Mio padre sarà qui fra poco." disse Julia, notando che tutti ormai avevano lasciato il posto.
Adelaide e Thomas non parlarono, i pensieri di entrambi erano invasi da ciò che era successo poco prima, entrambi si sentivano stupidi per le parole e i gesti che avevano fatto. I loro sguardi capitarono d'incrociarsi per qualche secondo, gli occhi non brillavano più.
Durante il tragitto gli occhi azzurri di Adelaide non si posarono nemmeno per un istante su quelli altrettanto chiari di Thomas, un atteggiamento volontario, naturalmente. La tensione era palpabile, tant'è che arrivò a percepirla anche il padre di Julia, che intervenne cercando di far divertire i ragazzi, facendo battute di tanto in tanto.
"Quando io ero giovane i ragazzi non erano mica così!" esclamò, ricordando con malinconia la sua adolescenza. "Julia, non dirmi che a scuola siete tutti così!"
A Julia scappò una risata, poi calmò il padre allarmato, dicendogli che Adelaide e Thomas erano solo un po' timidi. Nessuno dei due, a dire il vero, prestò molta attenzione al discorso, avendo altro che gli passava per la testa. Ma comunque, una cosa era certa: sia Adelaide che Thomas non vedevano l'ora che questa giornata finisse.

L'indomani arrivò, come un raggio di luce dopo un temporale, tanto atteso quanto scontato. Nemmeno nel fine settimana, però, ad Adelaide era concesso dormire a lungo, anzi, quel giorno era pure in ritardo! Si alzò alla velocità della luce, pregando tutti i Santi affinché la famiglia stesse ancora dormendo, è così fu, fortunatamente. Dunque, come sempre, svolse i suoi doveri, finché non sentì i passi pesanti del padre farsi sempre più vicini. "Ah, eccoti." pronunciò appena vide sua figlia. I suoi occhi erano scuri, il suo viso corrugato, segnale di rabbia.
"Dove sei stata ieri sera?"
Adelaide si irrigidì, sapeva tutto...
"Che cosa intendi, padre?" domandò, cercando di sembrare il più disinvolta possibile.
"La domanda è chiara."
"Ero nel mio letto, a dormire. Perché?"
Deglutì con forza, la paura la assalì. Sapeva bene come suo padre si sarebbe arrabbiato, ed ora si stava veramente pentendo di tutto ciò che aveva fatto. Ma, come sempre, la libertà le aveva lasciato addosso la sua essenza. Non riusciva a liberarsene, ogni giorno cercava spunti nuovo per poter riviverla, come se la volta prima non fosse affatto bastata.
"Non c'eri quando sono venuto a controllare." disse con voce fredda, scrutandola attentamente.
"Oh, beh..." si prese alcuni secondi per pensare, "probabilmente ero nel bagno, o a bere dell'acqua."
"Ho controllato. Il bagno era vuoto e l'acqua sul comodino."
Il suo viso prese un colore chiarissimo, ora era certa che sapesse tutto, e aveva paura delle conseguenze.
Tentò in tutti i modi di evitare lo sguardo del padre, soprattutto dopo le ultime vicende, essendo a conoscenza che nessun Thomas Eaton l'avrebbe inconsciamente salvata.
"Non dormirai più sola." disse Garrett, deciso più che mai. L'ultima cosa che Adelaide avrebbe voluto sarebbe stata dormire assieme al padre. Avrebbe di gran lunga preferito dormire su un letto ricoperto di spine, che al fianco di suo padre. Ancora una volta, la paura fu il sentimento principale che provò.
"Che... che cosa intendi?"
"Che non avrai più le libertà di prima. Ti vieto di frequentare la scuola, di frequentare i tuoi amici ed in particolar modo Thomas Eaton. So bene che cosa fai in sua compagnia." Serrò i denti, guardando la figlia minacciosamente. "La tua vita non appartiene alla città, Adelaide. La tua vita non appartiene alle favole, alle finte amicizie. La tua vita appartiene a chi e a che cosa dirò io, e avrai modo di capire come funziona davvero il mondo."

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