Capitolo IX

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Quel determinato giorno di metà maggio, così atteso da tutta quanta Castle Combe, riaccese in Adelaide una certa euforia. Ogni anno, il 15 maggio, si teneva nel piccolo borgo una fiera di paese, ricca di attrazioni, mostre e cibo. Sebbene la famiglia di Adelaide non fosse molto unita, la fiera di paese era un'occasione per trascorrere un po' di tempo assieme e divertirsi. Il divertimento di Theresa, chiaramente, era piuttosto limitato, ma la donna aveva una serenità d'animo che raramente si poteva trovare, e che probabilmente Adelaide aveva ereditato.

La mattina Adelaide si svegliò prestissimo, corse in cucina, preparò la colazione e poi si dedicò subito alla creazione della torta che avrebbe portato alla competizione della fiera. Non sapeva bene che cosa preparare, ma si ricordava di tutte le volte che i vari ospiti l'avevano complimentata per un dolce alle mandorle, e dunque optò per quello. La preparazione era piuttosto semplice, occorrevano: mandorle, farina, zucchero, del lievito preparato in casa, uova, un pizzico di sale, burro, limone ed un po' d'aroma di vaniglia.
Arrivò al termine della preparazione che l'intera casa sembrava una pasticceria! C'era farina ovunque, gusci d'uovo sparsi lungo il tavolo, la busta di zucchero si era rovesciata a causa della natura maldestra di Adelaide, ma almeno la torta stava cuocendo e nella casa si era sparso un dolce odore di mandorle. Adelaide si buttò sulla sedia, già esausta. Anche se l'aveva preparata diverse volte, oggi aveva fatto particolare attenzione ad ogni dettaglio. La giovane si guardò attorno, per ammirare il disastro che aveva combinato, e pensando che si sarebbe dovuta dare una mossa per non fare tardi alla fiera. Sistemò tutto quanto, e quando ebbe terminato estrasse il dolce dal forno: aveva assunto una colorazione dorata ed emanava un profumo spettacolare, non restava che decorarla. Si munì di altre mandorle e di zucchero a velo, abbellendo così la torta. Era piuttosto soddisfatta del risultato, sorrise. Poi, corse su per prepararsi. Indossò un abito umile, che, per quanto semplice fosse, dava un'aria estremamente femminile ad Adelaide. Portò i capelli sciolti, visto che non aveva raggiunto l'età per raccoglierli. Si diede un'occhiata allo specchio appeso alla parete, poi sistemò la folta chioma con un fiocco azzurro. Afferrò la sua borsetta e si diresse al piano di sotto. Quando tutta la famiglia si fu riunita, poterono finalmente partire. Lungo tutto il tragitto Adelaide non fece altro che ammirare la vegetazione, le bellissime case in pietra. Durante questa stagione Castle Combe sembrava essere uscita da una favola. Era circondata di tulipani, viole, o chissà quale altro bellissimo fiore, ed Adelaide non riusciva a staccarne gli occhi di dosso. Riteneva che fosse un paesino in grado di farla sognare senza che se ne accorgesse, aveva il potere di farle dimenticare ogni singola preoccupazione, invitandola a trascorrere tantissimo tempo all'esterno.
Dopo qualche minuto giunsero finalmente alla destinazione, davanti a lei apparse un'enorme folla, tantissime giostre di diverse dimensioni e anche molte persone travestite! Dopo essersi separata dalla famiglia, e dopo aver preso qualche moneta, andò alla ricerca di Mia e Julia. Le trovò davanti ad una bancarella di caramelle, intente a ridere e riempire il sacchettino che tenevano in mano.
"Cosa state facendo?" domandò Adelaide divertita, mentre osservava le fanciulle.
"Non lo sappiamo nemmeno noi!" esclamò Mia, "Vieni, scegli delle caramelle."
Adelaide obbedì e poi fecero un giro lungo la fiera, di modo da poter scegliere quali attrazioni frequentare. "Guardate!" esclamò Julia, puntando il dito davanti a sè e portandosi le sue amiche con lei. Si fermarono davanti ad un tavolo pieno di frecce ed archi.
"Vuoi tirare con l'arco?" domandarono le due ragazze a Julia, la quale annuì entusiasta.
La prima a tirare fu proprio lei, che per poco non colpì il centro. Le ragazze esultarono. La seconda fu Mia, che al centro non vi si avvicinò minimamente, per poi concludere con Adelaide, che combinò un vero e proprio disastro. La freccia, infatti, non si conficcò nemmeno nell'obiettivo, ma finì dritta nella tenda del padiglione, facendo così crollare tutto. Mentre Mia e Julia tentavano in ogni modo di non ridere, Adelaide si coprì il viso per la vergogna, per poi chiedere scusa almeno trenta volte.
"Sono terribilmente dispiaciuta!"
"Non si preoccupi signorina, capita a tutti di essere maldestri!" tentò di tranquillizzarla la donna dietro il bancone, ma chiaramente non funzionò.
"Lasciate almeno che vi aiuti!" disse disperata Adelaide. La donna rise e poi rimontarono il padiglione, sostituendo la tenda rotta. Quando si furono finalmente allontanate, le tre ragazze scoppiarono in una rumorosa risata, per essere poi fermate da Harper Raddle.
"Riuscite ad essere rumorose anche all'aperto!" esclamò ridendo con la sua migliore amica, per poi rivolgere un ghigno ad Adelaide, la quale la sorpassò senza nemmeno guardarla.
"Non ho la pazienza di starla ad ascoltare anche qui." disse alle sue amiche, camminando.
La tappa successiva fu il concorso delle torte. Tutti quanti si posizionarono di fronte al palco, dove due donne ed un uomo dovevano assaggiare le varie torte e darne un giudizio al riguardo, fino alla formazione di una classifica. Sul lungo tavolo di fronte a loro vi erano numerose torte, delle forme e dei colori più bizzarri. A questo punto Adelaide non credeva nemmeno che sarebbe riuscita a classificarsi fra i primi dieci. La sua torta era la più brutta e la più semplice, ma sperava che sarebbe riuscita a conquistare tramite il sapore. Ecco! La sua torta fu tagliata e l'ansia di Adelaide crebbe notevolmente. I giudici si portarono la forchetta alla bocca, per poi annuire compiaciuti. Adelaide tirò un sospiro di sollievo. "Davvero buona!" fu il giudizio.
Mia abbracciò la giovane ed insieme sorrisero.
Il concorso finì poco dopo, e dunque giunse la rivelazione della classifica.
Non fu in grado di raggiungere il suo obbiettivo, ma occupò il secondo posto! Non se l'aspettava di certo, ma ne era davvero contenta. A vincere la gara, invece, fu la signora Eaton, la madre di Thomas! Garrett e Theresa si complimentarono con lei, e così fece anche Adelaide. Qualche istante dopo, proprio mentre stavano conversando, giunse anche Thomas, che si complimentò con Adelaide. La ragazza, non volendo risultare maleducata e creare scompigli in famiglia, si limitò a sorridere debolmente, per poi allontanarsi assieme a Mia e Julia.
A Castle Combe venne giù la sera, eppure nessuno sembrò avere voglia di allontanarsi, anzi! La sera era il momento più divertente dell'intera fiera. Vennero aggiunte altre giostre, altri padiglioni, ma soprattutto altri tavoli. L'intero paese si riunì per consumare la cena, assortiti nel vento serale primaverile. Le portate furono molte, deliziose ed economiche. La cena fu tranquilla, la consumarono ascoltando musica e conversando con la famiglia di Julia. Mia sedeva al tavolo con gli Eaton. Ogni tanto Adelaide si voltava verso il tavolo vicino, incuriosita dalle risate e dal continuo parlare. Al tavolo di Adelaide, invece, le conversazioni tendevano a prendere fine troppo velocemente a causa del poco interesse dei Wilson dei confronti della famiglia di fronte. Tuttavia, al tavolo affianco vi si aggiunsero anche i signori Preesley, tra i quali Adelaide fu sorpresa di vederci anche Arthur. Era , come sempre, ben vestito e dai modi eleganti. Rivolse uno sguardo ad Adelaide, la quale ricambiò, poi si sedette. Julia, che notò il quanto, si girò subito verso la sua migliore amica, per poi colpirla leggermente con il gomito. Adelaide rise e scosse la testa.
Verso la fine della cena la musica cambiò, diventando più movimentata, e che dunque invitava al ballo. La pista da ballo era immensa, si trovava all'aria aperta. Tutti quanti vi si fiondarono, e Adelaide cominciò a ballare con Julia. Dietro le spalle di quest'ultima, però, vide Thomas e Mia che ballavano euforicamente. Non riusciva a spiegarsi il motivo, ma quella scena non la gradì molto, anzi, si sorprese.
"Non credevo fossero amici..." disse Adelaide a Julia. Lei, confusa, si girò, poi sorrise. "Evidentemente non sei l'unica ad aver fatto colpo!"
Adelaide la guardò rimproverandola, poi fissò gli occhi sulla figura dei ragazzi. Le si creò un nodo in gola, non riusciva a spiegarsi come avessero fatto a diventare amici senza che lei se ne accorgesse. Ma comunque non aveva importanza ora, lei e Thomas non erano più amici. I genitori di Adelaide si allontanarono con alcuni loro conoscenti, e dunque la giovane fu lasciata sola. Approfittò del momento per incollare gli occhi su Arthur Preesley, il quale, quella sera, sembrava non voler far altro che osservare Adelaide. La ragazza inizialmente credette che la guardasse per le voci che aveva sentito sul suo conto, dato che lui era un ragazzo particolare. Eppure, i suoi sguardi non sembravano giudicarla affatto. La ragazza sorrise timidamente, e lui ricambiò passandosi una mano fra i capelli. Poco tempo dopo, Arthur si avvicinò sempre di più ad Adelaide, finchè non si trovarono uno di fronte all'altra. "Piacere," parlò il giovane, "sono Arthur Preesley."
Adelaide gli strinse la mano e si presentò a sua volta. "Me lo concedi un ballo?" domandò l'affascinante ragazzo. Adelaide, ovviamente, accettò, e così cominciarono a danzare. Sebbene non volesse ammetterlo, la giovane era piuttosto a disagio, probabilmente perchè lo era anche il suo accompagnatore. E fu proprio per questo (o forse no) che Thomas Eaton raggiunse i due.
"Adelaide!" esclamò salutandola. La ragazza non lo guardò nemmeno, e Thomas sbuffò. Arthur osservò il suo amico confuso.
"Non mi parla e non so nemmeno perchè." gli spiegò.
Adelaide, a quel punto, si arrabbiò e replicò acidamente: "Non sai perchè? Davvero? Dovresti ricordarti delle cose che dici agli altri, o sbaglio? E, se devi mettere in giro voci riguardanti me, almeno di' le cose come sono andate veramente."
Thomas rimase completamente immobile, il cuore gli iniziò a battere velocemente, non aveva idea di che cosa stesse dicendo Adelaide.
"Come?" domandò. "Ho sentito le voci ma ti posso assicurare che non sono stato io!"
"Dovrei crederti?"
"Sì! Adelaide, lo sai che non lo farei mai, lo sai benissimo. Guardami negli occhi."
Adelaide lo guardò, eppure era ancora arrabbiata con lui.
"Sai che potresti distruggere la mia reputazione vero?" domandò con le lacrime agli occhi, "Ciò che succede in casa mia non ti riguarda. Almeno abbi il coraggio di chiedere scusa e ammettere che hai sbagliato."
"Ma come faccio ad ammetterlo se non ho fatto nulla?" domandò il ragazzo, anche lui sull'orlo della disperazione.
Arthur si allontanò lasciandoli soli, e i due continuarono il loro confronto.
Adelaide e Thomas si spostarono dalla pista da ballo e si sedettero su una panchina  per poter conversare meglio.
"Adelaide, per favore. Se credi che ho detto quelle cose su di te, allora non ha senso continuare ad essere amici. Ti posso assicurare che non lo farei mai. In più mi sembra di essere stato la persona che più si è preoccupata per te."
Adelaide riflettè per qualche minuto, riuscendo anche questa volta a lasciarsi convincere. Dopotutto non ne aveva le prove che fosse stato lui, e si era lasciata guidare dall'istinto.
"Mi dispiace, ti ho giudicato troppo in fretta. Lo faccio sempre. Mi dispiace davvero tanto."
Thomas le sorrise, rassicurandola che andava tutto bene. I giovani dunque, tornarono a scherzare e a parlare come prima, lasciandosi alle spalle il piccolo litigio.

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