Capitolo VI

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Adelaide aveva una voce piuttosto dolce, nonostante il suo fisico si fosse sviluppato velocemente, la sua intonazione ricordava la primavera dopo un inverno freddo e difficile. Poteva essere associata al miele, era davvero bello sentirla parlare, e in questo caso, sentirla recitare una poesia. Nonostante alcuni non volessero ammetterlo, la voce della ragazza tranquillizzò tutti quanti, i quali si presero un momento per ammirarla. Le mani erano unite davanti alla gonna di media lunghezza, i capelli erano raccolti in una mezza coda e il capo era alto e soave.
Quando ebbe terminato, sul viso del signor Hudson si formò un sincero sorriso, da cui si intuiva subito la valutazione, ma comunque formulò la domanda anche ad Adelaide.
"Otto," rispose "mi valuterei con un otto." Ci teneva molto a non risultare vanitosa, Harper si mise a ridere, ma dovette fermarsi dopo che il professore aveva annunciato l'effettivo voto. Dieci, come sempre.
Thomas le rivolse uno sguardo congratulante ed Adelaide tornò a sedersi, non prestandogli molta attenzione. Mia ovviamente lo notò, e non poté che parlarne tutto il giorno. Durante la ricreazione, oltre che ad avergli restituito il soprabito senza farsi vedere, tra Adelaide e Thomas non ci fu molta comunicazione, non si degnarono nemmeno di uno sguardo. Lo stesso accadde durante il resto della giornata. L'ultima ora di lezione fu la più pesante, aritmetica richiedeva troppa concentrazione. Svolsero un compito in classe, che Adelaide pensò di aver superato a malapena con una miserabile sufficienza.
Una volta rincasatasi, iniziò a progettare e cucire l'abito che avrebbe indossato al concerto, ne era abbastanza entusiasta. Non vedeva l'ora di scappare di nuovo di casa, senza che nessuno se ne accorgesse. Aveva capito che si sentiva meglio ovunque, tranne che a casa. Oramai tornarci era come rivivere un incubo. Nella sua dimora veniva privata di tutta la sua fantasia, di tutto il suo entusiasmo, ma soprattutto, della sua libertà.

I giorni trascorsero piuttosto lentamente, l'abito rosa iniziò a prendere forma, mancavano poche cuciture alla sua conclusione. Adelaide era fiera del suo lavoro, era davvero grazioso. Thomas, però, non era più una certezza per lei, come, di conseguenza, non lo era l'invito al concerto. Ebbero una lite, piuttosto pesante.
"Thomas," si rivolse Adelaide al ragazzo, "penso che dovremmo parlare." I due non avevano comunicato molto il resto della settimana.
"So tutto." disse, "So che parli male di me alle mie spalle, so che mi consideri brutta, antipatica e chissà cos'altro. Mi hanno detto tutto quanto."
Nel suo viso trasparve una carezza di delusione, non si sarebbe mai aspettata un comportamento simile da parte di Thomas, e questo la tormentò per parecchio tempo.
"Ma di che parli?" sputò il ragazzo, alquanto confuso.
"Davvero fai finta di niente? Non pensavo fossi così." disse la ragazza mostrando il suo disgusto e la sua disapprovazione.
"Scusa Adelaide, ma non ti seguo."
"Non mi sembra che ci sia molto da seguire. Basterebbe ammettere la verità." insistette.
"Ma di che diavolo stai parlando?" Anche Thomas iniziò ad innervosirsi.
"Vorresti dirmi che non hai chiesto a Harper Raddle di venire al concerto con te, per poi chiederlo a me, come se fossi la tua ruota di scorta, vorresti dirmi che non hai detto che sono antipatica, una ragazza brutta e che non ti interesserebbe mai? No perché queste sono le testuali parole che la tua amica mi ha detto. Se ti facevo così tanta pena potevi semplicemente dirlo, non c'è bisogno di fingere della benevolenza quando tutto ciò che provi è compassione. Non voglio fare pena a nessuno."
La sua fronte sudata sottolineava bene i suoi sentimenti, feriti. Le persone false, a suo parere, erano le peggiori.
Thomas strizzò gli occhi e aggrottò le sopracciglia, "Ma che cosa stai dicendo?" disse, incredulo.
"La verità." rispose semplicemente Adelaide.
"Per me stai dicendo solamente delle grandi menzogne. Non devi inventarti scenari che non sono mai accaduti solamente perché ti vergogni di ammettere che i tuoi genitori ti hanno impedito di venirci, e te ne vergogni. E poi, da come lo stai dicendo sembra che tu non ci voglia venire affatto a questo stupido concerto. Se sono io il tuo problema, faresti meglio semplicemente a dirlo. Non sopporto la falsità."
Adelaide sbarrò gli occhi, ma di che diamine stava parlando!
"IO non sopporto la falsità," ribattè acida, "riflettere i tuoi errori su di me ti mostra solamente immaturo, davvero. Thomas Eaton, non mi sarei mai aspettata di vederti... così. Sei davvero presuntuoso, per non dire maleducato."
"La maleducata qua sei solamente tu. Troppo orgogliosa per ammettere i tuoi errori e troppo poco coraggiosa per ammettere come ti senti realmente! Comunque, il tuo rifiuto non mi fa differenza. Ho miriadi di altre ragazze con cui andarci, tra cui anche Harper."
Adelaide smise di guardarlo e incrociò le braccia.
Thomas alzò gli occhi al cielo e se ne andò sbottando un freddo "Ciao."
Con chi ci sarebbe andata ora? Il fatto che non venisse più accompagnata da Thomas non voleva dire che non si sarebbe presentata comunque, anzi! Quella discussione accese in lei una voglia enorme di andarci, soprattutto per mostrare a Thomas che si sbagliava di grosso. Voleva farlo pentire, si era comportato da totale maleducato.

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