Capitolo X

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Adelaide, infine, venne messa in coppia con Averly, una ragazza intelligente ma troppo vanitosa.
A scuola cominciò la lezione di italiano, l'unica ora in cui gli studenti stavano attenti e non sbadigliavano in continuazione. Il signor Hudson avviò il tanto atteso progetto che riguardava la geografia. I ragazzi, infatti, dovevano raccontare la storia di alcuni dei luoghi più importanti delle Cotswolds. La cosa entusiasmava tantissimo Adelaide, che aveva sempre adorato la bellezza così naturale del luogo in cui viveva. Lei ed Averly si misero subito al lavoro, trascorrendo le loro giornate chine sui libri, per cercare di ricavare più informazioni possibili.
"È pressochè impossibile!" esclamò Adelaide, stanca. Sedeva assieme alla sua compagna di classe sul pianerottolo in legno, a casa sua.
Averly buttò il libro davanti a sè e si portò le mani alla nuca dal mal di testa. "Hudson è così difficile da soddisfare..."
"Però, ha promesso di non interrogare chi dovesse ricevere il voto più alto nel progetto. Dunque, mettiamoci al lavoro."
Averly sorrise e le due continuarono a sfogliare ogni libro possibile.
"C'è davvero qualcuno che sa a che periodo storico risale la vegetazione di questi posti?" domandò Adelaide corrugando le sopracciglia, dopo aver letto le domande che l'insegnante le aveva assegnato per aiutarla nello svolgimento, così come aveva fatto con gli altri.
Averly scosse la testa, poi si girò a causa dello scricchiolio dei sassolini contro il suolo. In lontananza, le due, videro Thomas e Mia correre verso di loro. Entrambe si sollevarono e li raggiunsero. "Cosa succede?" domandò Adelaide a Mia.
"Siamo disperati." affermò quest'ultima, "Non riusciamo a portare avanti il progetto. Aiutateci per favore."
Adelaide sospirò, credeva che fosse successo qualcosa di grave, quando invece avevano il loro stesso problema.
"Noi non siamo messe meglio, anzi! E il compito è da consegnare domani!" La giovane era allarmata, non poteva permettersi di prendere un brutto voto o di deludere il signor Hudson.
"Cosa possiamo fare?" chiese Mia, mentre Thomas teneva lo sguardo fisso su Adelaide.
"Andare in biblioteca, o nei luoghi di cui non abbiamo informazioni."
"Stai scherzando?" intervenne Averly, con fare ovvio. "Come possiamo andare a Bristol senza treni e senza soldi? E a quest'ora!"
"Saliamo su una carrozza."
Mia, Averly e Thomas si guardarono dubitanti, non avendo chiare le intenzioni dell'amica.
"Servono i soldi." disse Thomas.
"Non se sono io a guidarla." propose la ragazza sorridendo.
"Ma se non sai nemmeno la strada!" la rimproverò Mia. Thomas continuò ad osservare Adelaide, era l'unico a non essersi opposto.
"Infatti voi verrete con me." spiegò, infilandosi le scarpe seduta sullo scalino. Sollevò lo sguardo per guardare i suoi amici, che in viso non avevano altro che un'espressione attonita. A Thomas scappò una risata.
"Thomas ha detto di sì." disse la ragazza, alzandosi e prendendo il suo cappello.
"Io non ho detto niente!" cercò di difendersi il ragazzo, ma era evidente che fosse d'accordo. Mia, alla fine cedette, mentre Averly tornò a casa.
"Non avvisi i tuoi?" chiese Mia alla sua amica.
"Non sentiranno la mia mancanza." dichiarò, "Forza, correte!"
I giovani cominciarono a correre, finchè non arrivarono al luogo in cui venivano depositate le carrozze, solitamente poco controllate. La ragazza vi si fiondò sopra, così come i suoi due amici. Poi, tentò di metterla in moto. La prima parte del tragitto fu terribile, non riusciva a controllare entrambi i cavalli allo stesso tempo, ma dopo qualche minuto riuscì a prenderci la mano. Thomas e Mia le davano indicazioni su che strada svoltare, mentre Adelaide stava ben attenta a non investire nessuno. Sorprendentemente, raggiunsero Bristol mentre stava tramontando il sole. Trovarono una vecchia biblioteca e presero in prestito almeno 6 libri, affrettandosi ad intraprendere il viaggio di ritorno, per non far insospettire i genitori.
I tre fanciulli attraversavano le strade di Bristol ridendo di gusto, increduli del fatto che fossero riusciti ad arrivare vivi ed in salute.
"Non ti ci vedrei nei panni di cocchiere." affermò Thomas ridendo.
"È arrivato il momento di ricrederti. Su, salite, non dobbiamo tardare troppo."
I ragazzi ripartirono, e durante il viaggio per poco non finirono addosso ad una povera anziana. Anche questa volta Thomas non riuscì a reprimere il suo divertimento.
"DEVO GIRARE A DESTRA?" urlò Adelaide, a causa del frastuono.
"NO! A SINISTRA!" L'informazione fu inutile, visto che Adelaide aveva già svoltato nella direzione opposta, così furono costretti a tornare indietro.
Non appena raggiunsero Castle Combe, però, si ritrovarono nei guai: il cocchiere della carrozza li stava attendendo a braccia conserte. Era furioso.
"Oh no..." mormorò Adelaide. Poi si voltò verso Thomas e Mia, dicendogli che non appena sarebbero scesi avrebbero dovuto correre il più velocemente possibile. Scesero e tentarono la fuga, ma il signore li inseguì.
"Lo sapete che mi avete cacciato nei guai? Vero?!" Era rosso in viso, tant'è ch'era arrabbiato. "Dovete pagare per questo!"
All'udire dell'ultima frase, i ragazzi, senza nemmeno parlarsi, ebbero un'idea comune. Correre ancora più veloce.
Arrivarono a casa di Adelaide senza fiato, sudati e affaticati. "Almeno possiamo finire il compito." disse Adelaide, tentando di tirar fuori il lato positivo della situazione.
"Già..." disse Mia, dopodichè si rimisero subito all'opera.
Smisero di scrivere quando si fece notte inoltrata, nonostante, poi, Adelaide la mattina avrebbe dovuto svegliarsi presto per raggiungere Averly e terminare il compito.
"E tutto questo per cosa?" s'interrogò Thomas, "Per non farsi interrogare per l'intero quadrimestre?"
"Sì!" esclamarono in coro Adelaide e Mia, per poi scoppiare a ridere.

La mattina seguente i tre ragazzi si svegliarono con delle occhiaie visibili fino a Bristol, oltre che stanchissimi. Si incontrarono nel cortile della scuola, nell'attesa che venissero aperte le porte. Thomas e Mia si guardavano sorridendo, poi sbadigliavano entrambi. Adelaide analizzava il comportamento dei suoi amici, chiedendosi se fra loro stesse nascendo qualcosa.
Dopodichè, non appena Mr Hudson arrivò, gli consegnarono i loro compiti, ansiosi di sapere se avrebbero ottenuto il "premio". La risposta, fortunatamente, fu positiva. Adelaide saltellò gioiosa e abbracciò Mia. La loro dura fatica era stata riconosciuta.
Durante la ricreazione Adelaide rese partecipe anche Julia dell'accaduto del pomeriggio precedente, la quale la guardò incredula.
"Ma sei impazzita?" domandò, scoppiando a ridere.
Le tre amiche continuarono a ridere, dopodichè dovettero tornare in classe.
"È davvero una bellissima giornata, non credi?" pronunciò Adelaide, mentre osservava oltre la finestra con occhi sognanti. Il sole era alto ed aveva colorato l'esterno d'oro.
"Lo sarebbe di più, se solo questa strega smettesse di parlare!" sussurrò, riferendosi all'insegnante di matematica. Adelaide non fu in grado di contenere la risatina, e la signora Flitswick se ne accorse.
"Può condividere con noi ciò che la diverte, Adelaide Barney?"
Adelaide arrossì, poi abbassò lo sguardo, evitando di rispondere. La donna dai capelli neri si rischiarì la voce, poi procedette con l'ennesima interrogazione. Adelaide sapeva bene che, dopo aver fatto questa figura, sarebbe stata la prossima vittima.
Le lezioni finalmente terminarono, gli alunni erano liberi di tornare a casa. Una volta all'esterno, però, si radunarono tutti nel cortile poichè Harper Raddle aveva un 'annuncio importante' da fare.
"Come ben saprete, presto sarà il mio compleanno, e volevo invitarvi tutti quanti a casa mia per festeggiare. La festa si terrà il 27 maggio, a partire dalle ore 16."
Dopo aver goduto di questo straordinario invito, Mia, Adelaide e Julia ne discussero durante il tragitto verso casa. Adelaide, tuttavia, era più impegnata ad ammirare la natura che seguire il discorso delle sue amiche.
"Io penso che ci andrò," ammise Mia. Julia affermò lo stesso, mentre Adelaide ci pensò su. Decise, infine, di andarci e di magari provare ad evolvere il rapporto che aveva con Harper. Non le sembrava terribile, in fin dei conti.
Le tre ragazze presero strade differenti e Adelaide raggiunse la sua casa, vuota, in quanto il padre stava raccogliendo il sedano ormai pronto, la madre tentava di aiutarlo e i suoi fratellini giocavano insieme. Doleva ammetterlo, ma sentire tutto questo silenzio non le dispiaceva, anzi, sarebbe stato bello poterselo godere per più tempo. Si tolse le scarpe e poggiò la cesta dei libri sulla sedia della cucina. Dopo aver fatto uno spuntino con della frutta fresca, si affrettò a lavare le stoviglie, mentre osservava i suoi fratelli giocare. Sembravano così spensierati e tranquilli, una sensazione che sembrava non provare da troppo tempo. Il cielo, come sempre, non smetteva di stupirla.

A Castle Combe si fece sera, e la famiglia Barney si riunì per cena. Il pasto consisteva in una vellutata di sedano, accompagnata da del pane appena sfornato. Garrett quella sera era molto silenzioso, probabilmente era stanco dal troppo lavoro, infatti deglutiva la birra come se fosse acqua. La figlia rabbrividiva sempre a quella vista oscena, le pareva di vedere un'altra persona. Delle volte avrebbe voluto poter fare qualcosa per risolvere la situazione, ma aveva troppa paura del padre.

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