Parte 1

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*Nora's pov*

Oggi è l'otto giugno e mio papà ha avuto la geniale idea di presentarmi alla nazionale italiana. Io non ne ho per niente voglia, ma so che ci tiene molto ed in più sarà un modo per passare più tempo con lui.

Ho un ottimo rapporto con lui, ci vogliamo tanto bene, e la sera davanti alla televisione oppure al telefono, dobbiamo raccontaci la giornata. Non mi fa mai mancare nulla, a livello di affetto e di cose materiali. Ed essere la figlia di Roberto Mancini ha i suoi vantaggi.

"Nora sei sveglia?" chiede dal piano di sotto.

"Si Pà, arrivo" mormoro aprendo la porta della mia stanza. Prendo il telefono, mi vesto e andiamo a fare colazione insieme. 

Mangiamo la frutta, il pane con la marmellata, io una spremuta e lui un caffè. Poi ci cambiamo e andiamo a fare la nostra solita camminata/corsa. Questi sono gli unici momenti della giornata che abbiamo bisogno di condividere con l'altro.

"Sei nervosa per oggi?" chiede quando stiamo tornando a casa.

"Abbastanza, ma sono tranquilla."

"L'undici abbiamo la partita contro la Turchia?"

"Certo, se mi trovo bene." sorrido bevendo l'acqua.

"I ragazzi ti faranno sicuramente sentire al tuo agio... piccola so quanto hai sofferto in passato per le amicizie, ma loro sono diversi e lo noterai anche tu, ne sono sicuro."

"Lo spero davvero... io vado a farmi la doccia." dico essendo solo le sette e mezza. 

"Mettiti comoda, magari finisce che ti alleni pure tu" ride.

Sorrido e opto per dei pantaloncini, un top sportivo ed una maglietta normale

Quando mio padre è sotto la doccia, preparo il Poke per cena e lo metto nelle ciotole di vetro per metterle in frigo.

Poco dopo papà è pronto quindi ci mettiamo in macchina. 

Arrivati al campo lascia lo zaino nello spogliatoio e mi prende per mano.

"Non permetterò a nessuno di farti male, non più." mi abbraccia.

"Tranquillo Pà" sorrido guardandolo. Saliamo le scale che ci portano dritti in campo.

"Ragazzi è arrivato il Mister!" urla un ragazzo basso, moro, con le braccia e le gambe ricoperte di tatuaggi. 

Tutti si girano verso di lui e di me. Mi sento a disagio, con tutti gli occhi dei giocatori addosso.

"Buongiorno Capo!" lo salutano tutti.

"Giorno ragazzi, dormito bene?"

Tutti annuiscono.

"Bene. Come notate c'è un ospite, d'ora in poi. Lei è Nora, mia figlia."

Tutti rimangono a bocca aperta.

"In che senso il Mister tiene una figlia? Io sapevo i due figli maschi ma la ragazza..." mormorano un po' tutti.

Ridacchio.

"Ho voluto tenerla nascosta, ci tengo a lei più di chiunque altro. Trattatemela bene. Io vado a parlare con gli altri Piccola, torno subito." dice poi a me.

Appena si allontana in poco tempo si forma una cerchia attorno a me. Iniziano le presentazioni. Ci sono alcuni che mi fanno un ottima impressione, mi salutano e si presentano calorosamente. E sono: Giorgio Chiellini, Lorenzo Insigne, Gianluigi Donnarumma, Jorginho, Ciro Immobile, Marco Veratti, Nicolò Barella, Leonardo Bonucci, Leonardo Spinazzola, Manuel Locatelli, Matteo Pessina, Federico Bernardeschi, Andrea Belotti, e... Federico Chiesa. 

Il limite non è il cielo ma l'allenatore | Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora