Parte 17

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"Scusami Nora... davvero. Non vorrei farlo in chiamata ma dal vivo non ho le palle. Per me quel bacio significa davvero qualcosa e spero anche per te."

"Sì, anche per me. Dovevo solo capire se dare un significato al casino che avevo in testa o lasciare perdere..."

"Quindi mi perdoni?"

"Certo" sorrido. Sono felicissima.

"Però... per ora, ti scongiuro di rimanere amici. Perché mi voglio concentrare sull'europeo e tu mi distrai parecchio, in senso buono."

Sbuffo divertita. 

"Concordo, in estate se vale la pena ci proveremo..." mormoro.

"Ok" dice lui "Non puoi capire quanto sono felice, sollevato di aver chiarito."

"Anche io ora sto meglio... Vado a dormire io adesso, se non ti dispiace." mormoro.

"Non possiamo restare in chiamata almeno un po'? Mi sento solo" mi fa il labbruccio.

"Va bene..." roteo gli occhi al cielo. Disfo la valigia che rifarò domani mentre Federico ed io parliamo di un po' tutto. 

"Sei stato bravo contro L'Austria" commento appena andiamo sul discorso.

"Non sai quanto mi è dispiaciuto non poter festeggiare con te." mormoro a voce bassa.

Sorrido e spengo la videocamera.

"Noo che fai?"

"Mi cambio" rido. Mi metto la maglia che ho rubato dal suo armadio e poi mi faccio rivedere.

"Quando stavo fest- Dimmi che quella è la mia maglia." dice secco interrompendo il proprio discorso.

"Già" sorrido angelica.

"Dio mi stai facendo impazzire... mettila più spesso, ti sta benissimo."

"D'accordo, la metterò più spesso." acconsento.

"Ma non posso venire lì con te o tu qua con me?" domanda.

"Non penso proprio... ci vediamo domani." rispondo "Io sicuro non posso venire"

"Va bene vengo io, chiamo l'autista."

"No ma che sei matto?" chiedo, avendo paura che lo faccia veramente. 

"Dai qualche ora, poi torno qua in hotel promesso."

"Ma Fede ci vediamo domani."

"Non mi interessa, io ti voglio adesso. Tieni aperto qualcosa da cui posso entrare."

"C'è l'allarme" 

"Toglilo, ti scrivo quando sono lì."

"Sei un testardo Federico."

"Ma ti piaccio proprio per questo..." mormora con nonchalance mettendosi le scarpe.

Divento rossa in viso, fortuna non si vede. Collego le AirPods e vado in camera di Silvia: fortunatamente è sveglia.

"Devo chiederti un enorme favore. Puoi togliere l'allarme per qualche ora, papà non lo deve sapere... viene qua un ragazzo della squadra, dobbiamo parlare e dice che non può aspettare domani. Detto così sembra che lui sia un pazzo fa fidati che è un ragazzo per bene."

"Tesoro certo... anche papà di nascosto veniva da me."

"AH! ORA SO COME RICATTARLO!" esclamo ridendo quando si alza. Toglie l'allarme ed io la ringrazio. Aspettiamo Federico giù in salotto.

Io vado incontro al cancellino. Appena Silvia apre e lui entra nel mio giardino, io sono sulla soglia della porta. 

Corre verso di me e mi abbraccia forte.

Il limite non è il cielo ma l'allenatore | Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora