"La separazione tra i tuoi... è stata difficile?" chiede.
"Molto, quando me l'hanno detto mi è crollato il mondo sulle spalle. E mio padre questa cosa l'ha notata. Per questo ho scelto di andare a vivere da lui."
"Quanti anni avevi?"
"Diciassette..." mormoro ad occhi bassi "Ero ancora una ragazzina, non pronta a tutto questo..."
"Avrei voluto conoscerti molto prima, per esserti vicino veramente come amico..."
"Ci sei per ora, e questo conta."
"Non posso credere che tra molto meno di un mese non ti rivedrò più..." mi accarezza la guancia.
Sorrido. Mi aveva ricordato che il 12 luglio tutto questo sarebbe finito, forse anche prima. E faceva molto male.
Sarei tornata a stare in casa tutto il giorno? Avrei trovato la forza di continuare gli studi, come mi ha consigliato Bernardeschi?
"Però non voglio che tu pensa... che la fine dell'europeo determinerà la fine della nostra amicizia, neanche con quelli della squadra."
"Però succederà, lo sappiamo entrambi. Fede, a meno che io non mi divida e segua ognuno di voi ad ogni partita, sarà impossibile."
"Magari non manterrai l'amicizia con tutti, ma la nostra durerà ed io ne sono sicuro." mi guarda negli occhi.
"Tu sei pazzo."
"Tenerci davvero non significa essere pazzi. Dai ora andiamo a dormire."
Ci sdraiamo e chiudiamo gli occhi.
"Ogni volta che mi cercherai, ci sarò. Quando esci di casa e incontri solo guai fai uno squillo sul mio iPhone e correrò da te come un supereroe, supereroe... So che ne hai viste troppe però la musica ti ha reso forte. Le mie paure le supererò e veglierò su te come un supereroe, supereroe" inizia a sussurrare all'orecchio il ritornello di 'Supereroe', Emis Killa.
"Eppure quando viene sera, rimango a casa e mi sento in galera, da queste parti ho perso qualche guerra. Sono un eroe, ma di una storia vera" continuo io.
"E a giudicare da certe ferite è come se avessi vissuto quattro o cinque vite..." sussurra guardandomi. Lo guardo negli occhi, mi ritrovavo parecchio in queste parole...
"Essere amati anche dopo il successo a quelli come me, no, non è mai stato concesso e non so se chiamarlo paradosso o compromesso, il fatto che ho salvato tutti tranne che me stesso" sussurra.
Allora ora tocca a me, a cantare il ritornello.
Così, tra le barre di una canzone che ci rappresenta, la paura della lontananza e della fine della nostra amicizia, tra paranoie e pensieri vari ci addormentiamo, l'uno tra le braccia dell'altro come a farci da scudo dalla paura del futuro imminente.
*
Ci svegliamo ma lui non ha intenzione di alzarsi dal letto.
"Dai Fede, sbrigati." mormoro trascinandolo giù dal letto.
"Non ho voglia... Dì a tuo padre che sto male" sorride, a terra.
"Alzati" dico andando in bagno. Quando esco, si sta già cambiando. Meglio così. Andiamo a fare colazione insieme a tutti gli altri. Ma io vado a cercare mio padre.
"Pà dopo ricordati che ti devo dire una cosa" mormoro.
"Ok... mi devo preoccupare? Non avrò dei nipotini di cognome Chiesa vero?" chiede lui con la bocca piena.
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Il limite non è il cielo ma l'allenatore | Federico Chiesa
FanfictionNora è la figlia di Roberto Mancini, allenatore della nazionale italiana di calcio. Ma è solo durante gli allenamenti per l'Europeo 2020 che incontrerà la squadra. Tutti legheranno molto con Nora, abbatteranno il muro che da tempo ha creato attorno...