Parte 5

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La mattina dopo mi sveglio sentendomi osservata. Mi giro ma non cambia nulla.

Apro gli occhi e Federico non è nel letto. Perché ancora una volta è sopra di me.

"Da quanto sei qua per capire?" chiedo guardandolo.

"Mh... da un po'. Sono le sei e mezza, mi sono svegliato poco fa." 

"A che ora dobbiamo scendere per la colazione?"

"Alle sette e mezza, siamo giù e otto e mezza in campo." 

"C'è ancora un po' di tempo." sorrido girandomi a pancia in giù.

"Non ti conviene girarti così lo sai?" sussurra.

"Fai quello che ti pare, l'importante è che mi lasci dormire." mormoro chiudendo gli occhi.

Sento un peso, accanto a me. Mi giro, Federico si è steso dietro di me.

"Sai che se entra mio padre o qualcuno ci uccide?" chiedo al ragazzo che ha appena chiuso gli occhi nel mio letto.

"Ne sono consapevole ma correrò questo rischio." 

Chiudiamo gli occhi e sentiamo bussare. Mi alzo di scatto e vado ad aprire, ancora assonnata.

Apro la porta per capire chi fosse a quell'ora, un'ora prima del ritrovo per la colazione. E' mio padre. 

"Mh" dico per capire cosa voleva.

"Stavi dormendo in un letto diviso da Federico vero?"

"Sì Pà... cosa ci fai sveglio a quest'ora?"

"Sono i miei orari. Colazione e poi corsa?" chiede guardandomi.

Annuisco.

"Mi cambio e avviso Federico" mormoro.

"Ti aspetto giù." dice allontanandosi.

Mi metto la maglietta ed i pantaloncini.

"Fede... oh Fede!" esclamo per svegliarlo.

"Eh?! Non eri tu quella che voleva dormire?" domanda guardandomi con gli occhi semi chiusi.

"Sì... io vado a fare colazione con mio papà poi andiamo a correre ok?"

"Mh... riesci a chiamarmi per le sette? Non ho voglia di mettere la sveglia."

"Sì, quando sono le sette ti chiamo." dico ridendo. Esco prendo l'ascensore per scendere. Mi trovo davanti mio padre che sta parlando con Vialli. Sono felici per la vittoria e discutono sulla prossima partita.

"Ehi bella, tanti auguri" dice il dirigente abbracciandomi.

"Grazie Gianluca" sorrido.

"Andiamo?" chiede mio papà guardandomi. Annuisco.

Ci sediamo a tavola, dopo aver riempito il piatto come facciamo a casa.

"Oggi non andiamo in campo, è una sorpresa per tutti. Noi torniamo alle otto e saliamo sul pullman per una destinazione a sorpresa."

"Perché?" chiedo mangiando e ridendo.

"Per la vittoria e per il compleanno." sorride "Stasera ti darò il mio regalo..." 

"Mhh... Pà sai che non detesto i regali."

"Allora buona fortuna, tutti sono venuti da me a dirmi che volevano farti un pensiero."

"Oddio no!" esclamo.

"La sorpresa di oggi ti farà piacere, ne sono sicuro. Da piccola lo chiedevi sempre." ride.

Il limite non è il cielo ma l'allenatore | Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora