Capitolo 2

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Leila's pov.

20.43

Sentii suonare al campanello. Mi diedi un'ultima aggiustata guardandomi allo specchio e raggiunsi la porta.

Avevo deciso di cambiarmi, ma di non mettermi nulla di tanto attillato o cose del genere. Era solo, forse, il nostro primo appuntamento.

Anziché farmi vedere in pigiama, come sempre, decisi di mettermi un pantalone della tuta grigio con il cavallo un po' basso e, siccome mi andava molto lungo, feci dei risvoltini non abbastanza alti. Sopra mi misi una maglietta bianca e da sopra la vestaglia beige.

Dopo essermi fatta la doccia avevo deciso di non tenere i capelli raccolti e, difatti, dopo essermeli asciugati, feci una passata veloce di piastra, per renderli ancora più lisci di quello che sono. Mi truccai mettendo solo del mascara: se non fosse stato un appuntamento, potevo dire che avevo avuto voglia di prepararmi visto che era tanto tempo che non uscivo.

Feci un lungo sospiro ed aprii la porta, guardando Tone con il suo solito bomberino grande e nero.

"Buonasera bimba." Mi disse, sorridendo. Si avvicinò e mi baciò la guancia, e sorrisi come una ebete.

Okay, Leila, devi solo mantenere la calma. Ispira. Espira. Bene.

"Buonasera bimbo."

"Pensavo di portarti le cose dal mc, come avrai potuto immaginare. Però, visto che è da tanto che non esci, pensavo di portarti fuori, sei pronta?"

Bene, Francesco Toneatti, hai la mia attenzione. Mi porti a cena fuori? Dimmi di no, per favore, mi vergono molto.

Ero molto imbarazzata, speravo che mi avrebbe in un posto meno cordiale.

"Sono in tuta, come vedi."

"Che importa, mettiti il giubbotto e le scarpe e andiamo."

"Dovrei cambiarmi?"

"Per me stai bene così, poi se vuoi cambiarti cambiati. Sappi che però non hai molto tempo."

"Per me stai bene così..." mi ero bloccata a quella parte. Il cuore mi batteva in petto, non avevo la più pallida idea di cosa fare.

"Okay capitano, dammi il tempo di mettermi le scarpe."

"Sì, ti aspetto qui." Raggiunsi la camera e guardai la scarpiera.

Decisi di mettermi le AF1, erano le più comode. Mi tolsi la vestaglia e mi misi una felpa nera da sopra, mi alzai il cappuccio e mi misi anche io il bomberino. Io e lui lo prendemmo uguale quando andammo in California. Chissà se colto il mio segnale.

"Ti sei messa il bomberino."

"Sì, mi hai fatto venire voglia di mettermelo."

"Sei pronta?"

"Sì, un attimo." Presi la borsa con le chiavi di casa, tornando in camera mettendomi burro cacao di profumo, poi mi guardai allo specchio.

"Ispira. Espira." Feci dei lunghissimi respiri e mi calmai un po'.

"Okay, possiamo andare." Chiusi la porta dietro di noi, chiudendola a chiave. Prendemmo l'ascensore e mi soffermai a guardarlo. Aveva un maglione bordeaux, un jeans nero e le Nike blu, bianche e rosse.

"Allora? Dove andiamo?"

"In un pub qui vicino."

"Il Blue Hush?" Ci mettemmo in macchina e partimmo, notando Tone guidare.

"Lo conosci?"

"Ci andavo spesso con amici." Dissi, sorridendo.

"E che fine hanno fatto questi amici?"

Beloved || Cesare CantelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora