Capitolo 7

391 9 0
                                    

Francesco's pov.

"Ragazzi!" Bussai alla porta dove Nelson e Cesare si erano chiusi dentro per parlare di quello che era successo precedentemente.

Leila aveva raccontato solo a me di quello che è successo, e del fatto che Cesare si era lasciato con Sofia.

Cesare spalancò e fece cenno di entrare, chiudendo di conseguenza, ancora, la porta.

"Devo parlarti." Dissi, guardando Cesare.

Scambiò uno sguardo con Nelson e si sedette vicino a me sul letto di suo cugino.

Sembrava come preoccupato, come se stesse portando con sé una croce ben più pesante della solita. Come se avesse un magone che lo appesantiva ancora di più. Cosa c'era che non voleva dirmi? Forse la cosa di Sofia?

"Come stai?"

"Leila ti ha detto...?"

"Sì."

Sbuffò, abbassando la testa verso il basso guardandosi le scarpe. Sì, era per questo motivo.

"Sto bene, l'ho lasciata. Ci metterò una pietra sopra, la dimenticherò con un'altra ragazza."

"Ben detto! Quella stronza ti ha messo le corna, fallo pure tu a lei!"

"Ma ci siamo lasciati, e se mi facessi un'altra non sono più corna."

Mi grattai la nuca imbarazzato. Avevo appena fatto una gaf di quelle mai viste. Sono proprio stupido.

"E poi non è un giusto insegnamento." Entrò Leila, sedendosi sulle mie gambe.

"Non devi scoparti un'altra per dimenticarla. Devi solo avere del tempo per dimenticarla. Punto."

"Hai ragione, scusa bimba." Girai il volto e la baciai.

Ricambiò il bacio e si allontanò sorridendomi.

"Sì, ehm... Potete mantenere la cosa fra voi, per favore? Non voglio che gli altri abbiano compassione di me. Io sto bene."

"Certo, bocca chiusa." Aggiunsi.

Raggiungemmo gli altri tre ragazzi ed incominciammo a registrare, quando ad un certo punto Cesare disse:

"Ma Leila, non dovevi dirmi una cosa?"

Mi girai verso la mia ragazza, che era seduta sul divano con il suo computer fra le gambe incrociate, e le cuffie mentre sentiva la musica.

"La devo dire a tutti, in realtà. Tranne Francesco, che era con me quando l'ho scoperto." Si alzò e raggiunse gli altri.

Ma non si rese conto che aveva ancora le cuffie alle orecchie così si portò con lei sia il computer che le cuffie. In quel momento prese il computer in tempo, per fortuna, ma le cuffie si staccarono facendo sentire la musica a tutto volume.

Stava ascoltando una canzone dei Mumford & Sons: Beloved.

"Ascolti i Mumford & Sons?"

"Sì, perché pure voi?"

"Sì, sia io che Nelson." Batté Cesare, girandosi verso il cugino.

"Va bene, ma non è questo quello che vi nascondevo. Domenica parto, vado dai miei genitori, e tornerò a Maggio."

Cesare e Nelson si lanciarono uno sguardo complice, sicuramente con quello sguardo si stavano parlando. Ma che cosa stavano dicendo di così tanto importante?

"Sei obbligata?"

"Sì, devo andarci per forza. Cercherò di tornare in tempo per la laurea."

"E come farai con le lezioni?" Aggiunse Dario, guardandola.

Beloved || Cesare CantelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora