Capitolo 5

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Leila's pov.

20 Gennaio 2017 – 11.35

Salutai tutti i miei compagni di esame ed uscii dall'università, trovando...

"Tone! Che ci fai qui?"

Ero molto contenta di vederlo, e sentivo che gli occhi avrebbero espurgato lacrime a non finire. Ho sempre amato le sorprese e Francesco lo sapeva benissimo.

"Mi sono svegliato e ho visto che ero ancora in tempo, così ti ho preso una cosa e sono venuto, però dimmi prima quanto hai preso."

"Beh..."

Volevo fargli credere di essere andata malissimo. Ma non ci riuscii molto, perché avere un 28 in Economia Finanziaria non è basso come voto, anche se pensavo di riuscire a prendere 30.

Ma non importa, andava benissimo 28 per laurearmi con un 110, sperando anche con "Lode".

"Oh no, sei andata male?"

"Ho preso ventotto." Sussurrai abbassando la testa, come per fargli capire che stavo male.

Sapevo che Francesco non avrebbe abboccato, ha sempre avuto un ottimo udito nonostante parlassi molto velocemente.

"Hai preso ventotto? Brava la mia secchiona!" Mi prese in braccio alzando il volto verso di lui. Lo guardai felicissima e fiera del voto che avevo preso.

"Anche se speravo di prendere trenta..."

"Ti rifarai al prossimo esame, no? Quando ce l'hai?"

"Il 29."

"Allora? Cosa mi hai preso?" Dissi, baciandolo.

"Rosso o rosa?"

"Ovviamente rosso, perché?" Si allontanò da me e raggiunse la macchina posteggiata alla fine degli scalini, dove uscii un mazzo di rose rosse.

"Per la mia bimba che ha preso ventotto." Mi porse il bouquet sorridendomi.

"Grazie, bimbo, non dovevi." Abbassai il labbro inferiore verso il basso facendo la faccina dolce, so che gli piaceva che lo facessi.

"La mia bimba."

Mi prese di nuovo in braccio e mi baciò. Ero grata di averlo conosciuto.

Così dolce e romantico, proprio quello che faceva al caso mio.

Anche se non era il mio prototipo. Ma al cuor non si comanda, giusto?

"Senti, ora devo andare dagli altri, perché non vieni con me? Te li presento."

"Sì, va benissimo." Gli stampai un bacio veloce sulle labbra e corsi in macchina, aspettando di raggiungere lo "studio".

"Sei felice?"

"Molto. Grazie per questa bellissima sorpresa."

"Basta poco per farti felice e a me piace farlo."

"Come farei senza di te."

Mi girai per guardarlo dritto negli occhi, mentre guidava. Ero felicissima, davvero.

Quando uscivo dagli esami, se molto difficili e anche se andavo molto bene, mi mettevo le cuffie nelle orecchie e andavo alla fermata aspettando il pullman, da sola.

Sì, da sola.

Solo quando tornavo a casa davo il via ai "festeggiamenti": parlarne con mia sorella e cantare a squarciagola le nostre canzoni preferite.

Per l'occasione mi ero messa il mio completo preferito: Blazer grigio abbinato al pantalone, stretto in vita ma largo sulle gambe, ed una casacca nera che si intrecciava poco prima del seno. Di scarpe ne approfittai per mettere le vans old skool nere, mentre decisi di truccare solo i miei occhi con del mascara e le labbra con una tinta labbra poco più scura del colore delle labbra.

Beloved || Cesare CantelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora