"Ecco, lascia che ti aiuti." esclamò Rebekah mentre posava velocemente la ciotola piena di stufato annacquato che reggeva in mano e cercava di aiutare Nik ad alzarsi senza muovere troppo la schiena martoriata dalla fustigazione a cui lo aveva sottoposto il padre. "Bekah, posso farcela da solo, lasciami stare!" sbottò Niklaus. Erano tre giorni che la sorella continuava a cercare di aiutarlo. E lui non ne poteva più.
Il primo giorno era debole come un cucciolo, incapace anche di alzarsi per urinare da solo e aveva accettato le cure della sorella perché non poteva farcela ma ora stava riprendendo le forze e, benché il dolore alla schiena e alle gambe non fosse passato, non aveva bisogno che la sua sorellina lo accudisse come se fosse un incapace. Si sentiva già abbastanza umiliato dal fatto che lo avesse visto nudo nei suoi momenti di debolezza, non aveva bisogno che lo aiutasse anche a raggiungere il vaso da notte!
La scostò bruscamente con una mano mentre cercava di trattenere le braghe con l'altra. L'urina aveva ancora un colore marroncino ma era già migliorata molto dal giorno del pestaggio. Secondo sua madre, e grazie alle sue pozioni e decotti, in un paio di giorni i danni interni che aveva ricevuto sarebbero guariti. Anche la pelle irritata della schiena andava migliorando, invece i punti dove i pallini di piombo gli avevano lacerato la pelle prudevano e tiravano ogni volta che respirava.
Faceva fatica a camminare per lunghi tratti e non aveva ancora cercato di mettersi una camicia, ma stava migliorando anche più velocemente di quello che aveva pensato.
Arrancò fino alla porta per prendere una boccata d'aria fresca. I suoi fratelli erano tutti a lavorare i campi, gli unici rimasi a casa erano lui e Rebekah che lo seguiva in giro come se fosse fisicamente legata a lui.
"Mikael si è fatto vedere?" domandò alla sua ombra autonominata. Era curioso di sapere dove fosse finito il padre. Non tornava a casa da tre giorni e segretamente sperava che fosse caduto in un crepaccio e fosse morto, possibilmente tra atroci sofferenze, magari cadendo sul suo stupido coltello perduto. "Sì, i nostri fratelli hanno detto che era al campo a lavorare come sempre. Non si sono parlati e lui li ha ignorati, come se non esistessero." gli rispose Rebekah.
Peccato, non era morto allora. Un altro sogno infranto.
La schiena gli pulsava e prudeva dove la pelle si era lacerata ma ogni volta che provava a grattarsi Bekah arrivava a schiaffeggiargli le mani, come se fosse un bambino piccolo. Anche con il lavaggio che gli aveva dato Finn quella sera sentiva la pelle sporca. Non vedeva l'ora che i suoi fratelli finissero di lavorare così sarebbero potuti andare a lavarsi al fiume. E forse avrebbe avuto un po' di requie dalla sorella che al momento lo stava guardando come un falco guarda una lepre che saltella in un prato.
Sbuffò un sospiro infelice e rientrò nella loro capanna. Magari non poteva andare a lavorare nei campi ma poteva ancora usare le mani anche se doveva stare attento ai movimenti che faceva con le braccia. Prese in mano la statuina che stava intagliando: una piccola lince che aveva deciso di regalare a Hilda. Per Henrik aveva già completato, qualche luna prima, un feroce orso bruno ritto sulle zampe posteriori. Aveva anche trovato un piccolo sasso nero che rifletteva la luce per fargli gli occhi. Non era stato facile rompere il minuscolo sassolino per farne due perline da inserire nel legno e era stato ancora più difficile limarle e lucidarle tanto da risplendere, ma una volta capito come fare era stato un gioco da ragazzi.
Il risultato era stato sorprendente: sembrava che l'orso li guardasse davvero. Hilda ne era rimasta così tanto affascinata che gli aveva chiesto di farne uno anche per lei. Cosa che in realtà aveva scatenato l'ira di Henrik dato che non voleva che la sorellina avesse un orso come il suo. Ne era nata una discussione infinita su quale animale li rappresentasse meglio.
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Little Mikaelson
FanficE se Henrik non fosse stato l'ultimo figlio di Esther e Mikael? Hilda è nata due anni dopo Henrik, è la piccola di famiglia, un piccolo raggio di sole che vuole solo giocare e correre in giro. I suoi fratelli la adorano, sua madre le vuole bene e pe...