Niklaus si aggiustò la correggia di cuoio sulla spalla con un piccolo sobbalzo nel passo e poi si fermò, ansimando pesantemente. Mikael se ne era andato ormai da due giorni e Nik aveva deciso che gli ci voleva un po' di spazio lontano dagli altri. Senza la presenza di Finn e Kol a distrarle, Rebekah e Hilda erano diventate insostenibili. Soprattutto la più piccola, lo aveva inseguito per giorni rendendogli impossibile avere un attimo solo per sé. Anche Rebekah lo aveva braccato come un cane da caccia particolarmente tenace, ma almeno lei ogni tanto veniva distratta da qualche amica, dai ragazzi o dalle faccende domestiche!

Hilda era stata implacabile, nemmeno Elijah era riuscito a dissuaderla, sempre molto gentilmente, dall'inseguire quello che era diventato il suo "fratello preferito". Henrik non era stato di nessun aiuto nel distrarre la bambina, spariva nel bosco la mattina e rientrava la sera, ogni tanto portando un coniglio o uno scoiattolo per poter dire di essere andato a caccia.

Nik era preoccupato per il suo   ogni giorno di più da tutti loro. Passava sempre più tempo lontano da casa e, anche quando restava nei pressi della loro capanna, parlava a malapena con loro. Si allenava tutto il giorno, spariva per ore e ore nascondendosi nei boschi, facendo chissà cosa. Henrik non era mai stato il più espansivo, ma adesso sembrava che volesse estraniarsi totalmente dalla famiglia. L'unico momento in cui sembrava che volesse stare con loro era quando si allenavano. Combatteva contro i suoi fratelli con una ferocia che non aveva mai dimostrato prima e non sembrava importargli di venir battuto, anche se diventava più difficile di giorno in giorno, Henrik si rialzava ogni volta, con uno sguardo determinato e una smorfia in volto.

Gli mancava il suo dolce fratellino che lo seguiva in giro e gli faceva mille domande. Il bambino che una volta aveva passato ore a guardarlo intagliare un pezzo di legno.   

Niklaus continuò a salire sulle rocce affilate. Aveva sempre desiderato vedere quella parte delle montagne, alcuni abitanti della tribù di nativi che viveva vicino a loro avevano detto che si poteva trovare una radice che, se trattata nel modo giusto, poteva dare una tintura porpora molto intensa. Aveva visto alcuni dipinti in cui era stata usata quando era andato con Mikael a commerciare con il loro villaggio, e quel colore rosso, così simile al sangue appena versato, lo aveva ipnotizzato.   

Era un po' dispiaciuto per aver lasciato solo Elijah con le ragazze, ma erano settimane che sentiva il bisogno di allontanarsi e rimanere per un po' solo con sé stesso. Passare del tempo con Tatia gli aveva fatto capire che voleva formare una sua famiglia.

Amava i suoi fratelli e le sue sorelle, ma voleva cominciare a costruire una famiglia propria, trovarsi una moglie, fare dei figli. Anche passare del tempo con il figlio di Tatia, il piccolo Brage, gli aveva fatto capire che voleva dei    , voleva poter insegnare a suo figlio come riconoscere le tracce sul terreno ome tenere correttamente una spada. Voleva raccontare a una bambina che gli assomigliava i racconti delle valorose Valchirie, aiutarla a intrecciarsi i capelli. Voleva costruirsi la propria capanna, baciare la    donna sulla porta prima di andare a caccia, e tornare la sera di nuovo tra le sue braccia.

Era un desiderio nuovo, un'idea che era sbocciata lentamente nella sua mente. Aveva visto innumerevoli bambini nella sua vita, ma non aveva mai provato il desiderio di averne uno proprio. I suoi fratelli erano più che abbastanza per lui. Ma, dopo aver passato del tempo con il piccolo Brage, aveva cominciato a immaginare come sarebbe stato crescere un figlio, insegnargli ciò che era giusto e ciò che non lo era, consolarlo per gli inevitabili fallimenti e celebrare le sue vittorie. Vederlo crescere e diventare migliore dello stesso Nik. Non aveva un'idea esatta in mente, era più un concetto astratto.  Il desiderio di non venir dimenticato. Di tramandare la propria storia e il proprio sangue.

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