Kol arrancò stancamente verso i pennacchi di fumo che scorgeva in lontananza, aveva ritardato anche troppo il suo ritorno a casa, lasciandosi consumare dalla libertà che gli dava la solitudine. Dopo l'incontro con l'orso aveva girovagato, dirigendosi svogliatamente verso il villaggio, senza mai davvero decidersi a tornare veramente. Allontanarsi dalla sua famiglia era, si, tonificante ma anche spaventoso. Aveva sentito alleggerirsi lo spirito finché non si era reso conto che, la solitudine, era diventata un silenzio troppo grande da poter essere superato da solo. Aveva cominciato a parlare con la propria mente pur di sentire qualcuno rispondergli. E, benché fosse stata un'esperienza illuminante, era stata anche molto spaventosa.
La solitudine poteva aprire la mente di un individuo, ma non tutti erano pronti ad accettare ciò che gli veniva mostrato. E lui non era stato decisamente pronto ad accettare il fatto di dipendere così totalmente dall'amore che riusciva a trovare solo con la sua famiglia. I suoi fratelli gli dimostravano ogni giorno amore e considerazione, fiducia e rispetto, le sue sorelle lo circondavano di attenzioni e affetto, rendendo la soverchiante solitudine, per lo più intangibile.
Sì, allontanarsi da loro gli faceva bene, alle volte, ma tornare? Tornare dai suoi fratelli, sentire le loro braccia e mani riaccoglierlo nel bozzolo protettivo che era la sua famiglia? Quello gli apriva il cuore e lo liberava dall'abisso che era l'essere solo.
Vide le prime case del villaggio profilarsi tra gli alberi e accelerò il passo, anche se le gambe erano stanche e la schiena sembrava un'immensa contrattura muscolare. Aveva trovato diverse piante interessanti, alcune delle quali non aveva mai visto prima, e alcuni animali che era quasi certo avessero delle qualità guaritrici. Mentre sua madre, Esther, gli aveva chiesto solo alcune erbe, lui aveva deciso di cercarne delle nuove, nella speranza di trovarne di più efficaci e migliori rispetto a quelle che usavano o che dovevano essere acquistate dai pochi commercianti che si spingevano tanto a sud in questo Nuovo Mondo.
Esther era intrinsecamente legata alle vecchie tradizioni, alla magia che le era stata insegnata da sua madre e dalla madre di sua madre. Conservava i grimori della sua famiglia come fossero sacri e si atteneva scrupolosamente a ciò che vi era scritto. Ogni tanto sperimentava e mescolava le nozioni che trovava vergate nei suoi preziosi libri, ma non tentava mai qualcosa di assolutamente nuovo, non sperimentava mai nuovi ingredienti, o modi diversi per fare qualcosa se era già descritto nei suoi libri di famiglia. Come l'incantesimo per togliere le macchie! Nei suoi grimori il processo era talmente lungo e complesso che non lo usavano mai, ma Kol era riuscito a trovare un modo nuovo, tutto da solo, partendo dalla base dell'incantesimo per poi semplificare enormemente il processo e la quantità di energia necessaria a togliere la macchia incriminata.
A Esther non era piaciuto, non si era dimostrata fiera dell'intraprendenza del figlio, tutt'altro. Si era arrabbiata con lui per la sua sfacciataggine e lo aveva picchiato con una verga sulla schiena fino a quando, in lacrime Kol non aveva dato alle fiamme la pergamena dove aveva scritto fieramente il suo nuovo incantesimo.
Da quel momento Kol aveva imparato a tenere per sé i suoi esperimenti, a nascondersi nella foresta per praticare la sua magia e a non andare mai, in nessuna circostanza, dalla madre per un consiglio o un aiuto. Se proprio si fosse trovato bloccato sarebbe andato a parlare con Ayana, che, per quanto fosse amica della madre, conosceva i suoi difetti, e non avrebbe mai fatto la spia sulle attività magiche di Kol con Esther.
Kol salutò alcuni abitanti mentre passava tra le loro case per raggiungere la propria. Molti lo conoscevano di vista ma non avevano mai interagito più di tanto, per lui non era facile costruirsi la propria cerchia di amici, sia per via della sua propensione a combinare guai e pasticci, sia per colpa dei suoi fratelli che risultavano sempre più interessanti di lui. Non era il miglior guerriero della famiglia, non era il miglior commerciante, né il più affascinante né, tanto meno, il più talentuoso. Era... semplicemente sé stesso. Era difficile vivere costantemente all'ombra dei suoi fratelli, ma si era abituato con il tempo. Non gli faceva piacere, certamente, ma aveva accettato il suo ruolo. Era un gregario e non poteva fare nulla per cambiare la percezione che gli altri avevano di lui. Non voleva cambiare per diventare qualcosa che non era nella sua natura.

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Little Mikaelson
FanfictionE se Henrik non fosse stato l'ultimo figlio di Esther e Mikael? Hilda è nata due anni dopo Henrik, è la piccola di famiglia, un piccolo raggio di sole che vuole solo giocare e correre in giro. I suoi fratelli la adorano, sua madre le vuole bene e pe...