Maggio 1000

Hilda si nascose in una radura poco lontano da dove i suoi fratelli andavano abitualmente a lavarsi, si inginocchiò per terra, le gonne raccolte strettamente intorno alle ginocchia, e le mani giunte a formare una coppa, davanti a sé. Piano, con delicatezza, disgiunse le mani e rimase a fissare un'unica goccia di rugiada che si librava nell'aria. Era perfettamente tonda, nemmeno un'increspatura, nemmeno un movimento. Sembrava congelata.

Concentrandosi la fece salire all'altezza dei suoi occhi, poi la fece dividere, prima in due, poi in quattro, in otto. Fino a quando non riuscì più a distinguere una singola goccia, ma solo una nebbiolina concentrata in uno spazio di meno di due piedi. Delicatamente fece ruotare il dito indice e la nebbiolina si ricompattò lentamente. La gocciolina era tornata al suo posto, perfettamente sferica.

Hilda scoppiò in un gigantesco sorriso, la loro madre aveva cercato di spiegarle come fare quella magia per settimane, senza successo. Continuava a dirle di concentrarsi, di focalizzare il suo potere, di spingere la sua volontà. Ma non ci era riuscita, non era nemmeno riuscita a rendere la goccia sferica! E poi Kol le aveva consigliato di trovare un posto isolato, senza distrazioni, e di ascoltare l'energia, la vita che pervadeva tutte le cose. Il potere era ovunque, nella terra, nella goccia, in sé stessa. Tutto quello che doveva fare era ascoltare e chiedere alla natura di fare ciò che voleva.

Hilda non aveva la cruda potenza della madre, non aveva la forza di volontà di Finn e nemmeno l'audacia di Kol quando si trattava di magia. Ciò che lei aveva in abbondanza era la gioia di praticare, la felicità di sentire di essere connessa alla natura e a tutte le cose. E anche questo era un tipo di magia. La loro madre poteva insegnarle gli incantesimi, le formule, le pozioni, ma il suo modo di fare magie era solo suo. Hilda non poteva lavorare con il rigore logico di Finn o con la forza come faceva Esther, aveva bisogno di sentire, mettere il sentimento che voleva nella magia.

Si alzò di scatto facendo ricadere la goccia a terra e raccolse le gonne nelle mani prima di spiccare una corsa a rotta di collo verso il villaggio. Voleva mostrare a Kol cosa era riuscita a fare. Saltò oltre un ramo, troppo felice per rallentare e, pochi minuti dopo, entrò in un piccolo spazio tra le capanne più periferiche. Schivò dei panni stesi ad asciugare e corse verso uno spiazzo tra le case. Ma si bloccò alla scena che aveva davanti gli occhi.

Il loro padre, Mikael, incombeva sopra suo fratello, Niklaus, che era steso a terra. La punta della spada del padre a pochi pollici dagli occhi azzurri del figlio, piantata saldamente nel terreno. Elijah stava trattenendo per una spalla Rebekah che, a sua volta, aveva un braccio intorno alle spalle del fratello minore, Henrik.

Esther, la loro madre, era alle spalle del marito, la schiena ritta, una mano stretta tra le pieghe della gonna e l'altra che reggeva un secchio vuoto. Lanciò a Hilda un'occhiata penetrante, ingiungendole di rimanere in dispare, di non fare nulla di sciocco.

Ma era da tempo che Hilda aveva capito di avere maggior libertà con il loro padre rispetto agli altri fratelli. Tranne qualche schiaffo, con lei Mikael si tratteneva sempre, non importava cosa avesse potuto fare, suo padre non riusciva a farle del male, non come ne faceva agli altri suoi figli.

Si avvicinò al padre, saltellando leggermente sulla punta dei piedi per far sembrare che fosse felice e si incollò un sorriso luminoso sulle labbra mentre gli si avvicinava. Suo padre non amava la magia, tollerava a mala pena che sua moglie la praticasse anche se ne vedeva l'utilità, ma gli piaceva vedere sua figlia imparare a praticarla. "Padre!" esclamò con voce felice e carica di aspettativa.

Mikael si girò bruscamente verso di lei, fissandola con sguardo truce. La bambina avrebbe dovuto averne paura, e ne aveva, ma sapeva anche fino a quando potesse spingersi con lui. Non guardò nessuno, soprattutto Nik che era ancora paralizzato a terra, la spada che gli sfiorava la spalla e il collo. "Padre, ho imparato una nuova magia!" Continuò con un trillo nel tono.

Little MikaelsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora