Finn schioccò la lingua per far mantenere il passo ai cavalli. Era partito da alcuni mesi per andare a commerciare al nord e, dopo aver venduto tutta la merce, era rimasto ospite dello Jarl che aveva voluto parlare di come andassero le cose al loro villaggio. Mikael e il suo gruppo si erano spinti più a sud di tutti gli altri gruppi, su insistenza della moglie, che gli aveva detto di conoscere un posto dove la malattia che aveva ucciso Freya non sarebbe arrivata, e questa era una cosa che incuriosiva molto chi, per scelta, era rimasto nelle zone più a nord del Nuovo Mondo.
La terra che avevano trovato era stata perfetta per loro e il loro gruppo: fertile, con grandi spazi da coltivare, boschi che fornivano ottimo legname per le abitazioni e le barche, montagne dove cacciare e fiumi dove pescare in abbondanza. E gli abitanti di quelle terre si erano dimostrati abbastanza pacifici e pragmatici. Perfino il problema degli uomini lupo non era stato un grande ostacolo per i nuovi arrivati. Avevano seguito l'esempio dei nativi, si nascondevano nelle notti di luna piena e per il resto ignoravano chi fosse afflitto dalla maledizione, almeno fino a qualche anno prima. Dopo l'incidente con Finnbogi, il vecchio guerriero che aveva razziato diverse volte con il loro padre, i rapporti si erano fatti più complicati e tesi.
Era stato interessante soggiornare a casa dello Jarl Hallaðr, era diventato un uomo molto ricco, dopo aver passato la maggior parte della sua vita a saccheggiare, ma aveva notato che non viveva diversamente da loro. Certo aveva degli schiavi che lavoravano i campi e le mandrie al posto suo, cosa che suo padre aveva rifiutato più volte, non per una qualche forma di coscienza ma per il semplice fatto che gli schiavi costavano. Bisognava nutrirli, vestirli, alloggiarli da qualche parte. Erano costosi. Uno spreco insensato avendo diversi figli che potevano fare il lavoro necessario. Ma in fin dei conti la loro vita a casa di Mikael non era stata così diversa da quella che aveva fatto mentre era ospite della casa del capo del villaggio al nord. Stesso cibo, pellicce simili, birra e idromele della stessa qualità.
Ciò che era stato davvero diverso era la quantità di mogli e concubine che il capo aveva. Jarl Hallaðr era circondato da femmine di tutte le età e razze, con una incredibile nidiata di bambini e ragazzini che scorrazzavano in giro come galline dai diversi colori.
Finn non ci aveva mai fatto davvero caso, ma il fatto che il loro padre non avesse nemmeno una concubina o una schiava da letto era insolita, forse il fatto di aver avuto otto figli e di essere riuscito a vederne crescere ben sette, lo aveva tenuto lontano dalla possibilità di avere altri figli con altre donne. O forse Esther aveva minacciato di andarsene se avesse preso un'altra donna in casa. Comunque, anche nel loro villaggio erano una rarità.
Il loro capo, Jarl Björnúlfr, aveva una moglie ufficiale da cui erano nati solo quattro figli e dei quali solo uno era sopravvissuto fino a diventare uomo. Due concubine, che gli avevano dato complessivamente tre figli, di cui un solo maschio, e una manciata di schiavi che lavoravano per lui e che si portava a letto quando più gli andava.
Lo Jarl Hallaðr gli aveva proposto di salpare con lui la primavera dopo, per mettere alla prova il suo coraggio e il suo onore e Finn era tentato di accettare. Il loro villaggio cominciava a stargli stretto e avere la possibilità di razziare abbastanza oro per costruirsi la propria fattoria, possibilmente lontana da Mikael, era una prospettiva allettante. Avrebbe finalmente potuto farsi una vita propria, fondare una sua famiglia, decidere della propria vita.
Certo, forse gli sarebbero mancati i suoi fratelli, ma pensava che non sarebbe stato un così grande sacrificio. Si era sempre sentito diviso dagli altri figli di Mikael, come se ci fosse un muro tra di lui e loro, qualcosa che trovava molto difficile superare. Freya era stata la sorella del suo cuore, la sua amica, la sua confidente, anche quando era stato un bambino piccolo sua sorella era il suo mondo, molto più di Esther o di Mikael. Quando Freya era morta una parte di lui lo aveva abbandonato, come era successo a Mikael. Freya era stata la colla che aveva tenuta legata la loro piccola famiglia, era stata l'unica cosa che rendeva Mikael un uomo e non solo un feroce guerriero. Freya era stata la calda luce che illuminava l'oscurità del loro padre. E quando era morta, non erano potuti restare, erano dovuti fuggire. Lontano dalla malattia che aveva rubato loro Freya, lontano dalla casa che aveva sempre conosciuto, lontano dal tumulo della sorella.

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Little Mikaelson
FanfictionE se Henrik non fosse stato l'ultimo figlio di Esther e Mikael? Hilda è nata due anni dopo Henrik, è la piccola di famiglia, un piccolo raggio di sole che vuole solo giocare e correre in giro. I suoi fratelli la adorano, sua madre le vuole bene e pe...