Pov Sherlock
Ormai erano già tre: tre omicidi, tre corpi, ma zero colpevoli.
Era eccitante per Sherlock sapere di avere tra le mani un caso così intricato, ma allo stesso tempo non poteva far a meno di logorarsi ogni giorno di più. Sapere di aver sotto il naso le prove di cui aveva bisogno, ma non riuscire a vederle gli causava sempre più un vortice di emozioni incontrollabili e senza senso dentro di sè. Rabbia, frustrazione, confusione, eccitazione, irrequietezza. Queste erano solo alcune delle centinaia che colmavano l'animo del detective.Nonostante questo, da lì a breve sarebbe dovuto partire per le placide campagne. Silenzione e tranquille sarebbero state sicuramente l'ideale per calmare l'uragano dentro di lui, senza dubbio.
Caso voleva, però, che quel viaggio non fosse altro che per svolgere l'ennesimo sopralluogo della scena del terzo omicidio.
L'unica fonte di sollievo che gli era rimasta era l'idea che, grazie al cielo, assieme a lui si sarebbe accodato al viaggio anche Watson. Quest'ultimo infatti aveva incominciato a fornirgli un grosso sostegno, più psicologico che professionale, svolgendo il compito di "aiutante", se così lo si poteva definire. In ogni caso, un volto conosciuto accanto a sé non sarebbe sicuramente stato male.Erano così partiti, destinazione Cotswold.
Il viaggio sarebbe stato alcuanto lungo ma per lo meno sarebbero stati comodi: il treno infatti era l'ideale per i lunghi tratti.
Ma fu quando salì a bordo che si convinse totalmente che in quel viaggio, come già gli era successo, tutto sarebbe potuto accadergli tranne che annoiarsi.Attraverso la finestrella del primo scompartimento vide, del tutto assorto nella lettura, niente che meno la sua genuina ossessione: William. Lì, a separarli soltanto una misera serratura, per di più aperta. Nulla l'avrebbe fermato dall'aprire quella porta, se non fosse stato per un urlo proveniente da quattro cabine più avanti.
Subito scatto per raggiungere la fonte delle urla da lì poco distanti.
Dietro lui lo seguiva William, sicuramente allarmato dall'urlo. Si solprese quando, rivolgendogli uno sguardo fugace, si accorse di come questo riuscisse in qualche modo a mantenere un atteggiamento calmo ed elegante perfino in quella situazione sebbene, ben nascosto, si riuscisse lo stesso a leggere nel suo volto una certa preoccupazione.Giunti alla cabina trovarono al di fuori di questa una donna, sicuramente colei che doveva aver urlato qualche attimo prima, inginocchiata a terra, con lo sguardo rivolto verso il basso e gli occhi tremanti, come il resto del corpo dopotutto. Sembrava che stesse cercando di dire qualcosa ma, accortasi della sua incapacità, si limitò ad alzare l'indice, anch'esso come impaurito, in direzione della finestrella della cabina di fronte: la 216. Sporgendosi per guardare al suo interno Sherlock si trovò ad osservare una scena raccapriciante: disteso sul sedile, un uomo allegiava in una pozza di sangue che ormai aveva coperto totalmente la pelle nera della seduta. Gli occhi divaricati e fissi nel vuoto, capiva perfettamente come quella donna si era ridotta in tale stato: traumatizzata fino all'ultima cellula del suo corpo.
Lui e William a quanto pare erano i primi ad essere accorsi dalla donna ma già si sentivano in lontananza dei passi pesanti e frettolosi, certamente del personale del treno, accorrere nella loro direzione.
Mentre aspettavano che arrivassero i controllori, che sicuramente avrebbero portato con sé la chiave capace di aprire la porta dello scompartimento, William si era prestato a tranquillizzare la donna.
Inginocchiatosi accanto a lei gli poggiò una mano sulla spalla cercando di riportarla così, in qualche modo, alla realtà da quel suo stato di evidente shock. Incominciò poi a parlargli in modo calmo e rilassato. Quel suo tono di voce portò Sherlock, senza accorgersene, a distogliere totalmente la sua attenzione dalla scena dell'omicidio che stava analizzando dalla finestrella.
Si ritrovò a fissare insistentemente, forse fin troppo, il volto dell'uomo accucciato ai suo piedi. Gli occhi socchiusi a guardare la ragazza. I capelli leggermente spettinati. La pelle bianchissima. Più lo guardava, più si convinceva di avere davanti a sé un dio e non un uomo qualsiasi.Quando finalmente arrivarono gli addetti del treno si affrettarono a farsi aprire la porta.
Non si stupirono nemmeno quando, una volta spalancata essa, i controllori impallidirono alla vista dello scenario di fronte a loro. Non mancò nemmeno chi tra loro, troppo sensibile, diede di stomaco, venendo così portato assieme alla donna, ancora a terra incapace di rialzarsi, nel vagone adibito ad infermeria.Dopo un primo momento di shock i responsabili del vagone incominciarono a riprendersi, anche se a stento, e ad osservare con più attenzione la scena dell'omicidio.
Non ci volle molto però a Sherlock per capire che quest'ultimi non sapevano minimamente da che parte voltarsi per incominciare le indagini. Decise così di cogliere la palla al balzo.
-Allora, non perdiamo tempo! È evidente che voi tutti non sappiate per nulla dove mettere le mani in una situazione come quella in cui ci troviamo ora.- disse Sherlock con quel suo solito tocco di ironia, per poi continuare -Si dà il caso che, per vostra fortuna direi, sia un detective e vi voglia aiutare. Come avrete già capito infatti non abbiamo molto tempo prima che il treno arrivi alla prossima fermata, dando così l'opportunità al colpevole di darsela a gambe tra la confusione.-
Erano tutti rimasti sorpresi dalle sue parole. Nessuno, tranne Wiliam certamente, si aspettava una tale fortuna nell'avere la sua presenza a bordo.
-Ma certo! Come ho fatto a non riconoscerla prima! Lei è Sherlock Holmes, il detective capace di risolvere qualsiasi mistero! L'ho visto parecchie volte sul giornale. - come previsto, appena l'avevano osservato più da vicino, l'averlo diconosciuto grazie alle foto che i giornali mettevano ogni volta che parlavano di un caso risolto da lui. -Grazie a Dio! Per favore ci aiuti. Come a detto lei, è la prima volta che ci capita una tragedia del genere.-Si voltò verso William, stava osservando attentamente l'interno dello scompartimento. Sembrava come se avesse colto un particolare e stesse cercando di analizzarlo senza dover però entrare all'interno dello cabina. Doveva sicuramente aver capito che entrare in essa voleva dire mettere a soqquadro l'intera scena del crimine e dire quindi addio a qualsiasi prova il colpevole avesse lasciato.
Quello sguardo così attendo e concentrato non potè non stuzziarlo. Tanto che la sua bocca si mosse quasi fosse del tutto assestante dal resto del suo corpo.
-Ho un'idea! Che ne dice Mr. Moriarty se collaborassimo a questo caso?-───── ❝ spazio autore ❞ ─────
Ciaoo a tutti :)
Eh niente.. volevo solo chiedervi se vi sta piacendo o meno la storia.
Fatemelo sapere, ci tengo molto!
ʕ•ᴥ•ʔ
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𝐔𝐧 𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐧𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐚𝐥 𝐜𝐫𝐢𝐦𝐢𝐧𝐞
FanfictionUna Londra da cambiare, uno uomo pronto a tutto per farlo. Questa è la storia di come William James Moriarty, consulente del crimine deciso a dare una svolta a questa società a qualunque costo, e di Sherlock Holmes, consulente detective risolutore d...