Cabina 216 (part. 2)

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Pov William

Era rimasto sorpreso nel sentirsi chiamare per nome da parte del detective. Era più che convinto di non avergli mai detto come si chiamasse sebbene lui gli avesse confidato il suo. Di questo ne era certo.
Per come sembrava, anche lui doveva aver svolto delle ricerche su di lui. Si chiedeva quanto approfondite però?

-Acceterei molto volentieri la sua offerte Mr. Holmes, sfortunatamente, come già sa, la mia vocazione è la matematica e non di certo l'inversigazione. Non le sarei in nessun modo utile.-
Avrebbe voluto accettare quell'invito. Si domandava come sarebbe stato affiancarlo in delle indagini.
Dalle ricerche che aveva svolto in precedenza su di lui era emerso la sua gran capacità nel risolvere questo genere di casi, e si era chiesto di conseguenza come facesse.
-Oh ma non si deve preoccupare per questo- rispose senza esitazione Sherlock scoppiando in una leggera risata -Quando ci siamo incontrati per la prima volta, sulla nave da crociera, ha dimostrato perfettamente le sue eccezionali capacità di osservazione e deduzione!-
Non si aspettava un tale complimento, tanto meno così all'improvviso. Doveva però ammettere che non gli era per niente dispiaciuto e che, al contrario, aveva fatto nascere dentro di sè un piccolo sorriso.
-Inoltre ho notato che già da prima era stato catturato dall'analizzare la scena dell'omicidio, o sbaglio? Oserei anche dire che deve aver già trovato il primo indizio.- proseguì l'uomo di fronte a lui.
Effettivamente non si sbagliava. Nel mentre il detective stava spiegando la situazione ai controllori, lui era riuscito a scorgere un dettaglio all'interno della cabina. Probabilmente, senza accorgersene, doveva essersi messo a fissarlo facendosi così notare dall'uomo.
-Se la mette così, allora, non posso proprio rifiutare il suo invito. Dopo tutto, come a detto lei, abbiamo poco tempo.- nel confermare l'invito vide sul volto di Sherlock dipingersi un sorriso, non un ghigno come era solito avere. - È proprio bello, su questo non c'è dubbio- si ritrovò a pensare senza neanche accorgersene.

Quando finirono di spiegare la situazione ai responsabili e ottennero il consenso per investigare al loro posto, i controllori sparirono lasciando dietro di sè un invisibile scia di sollievo.

-Bene, finalmente siamo soli. Scusi se glielo chiedo adesso, ma avrei una richiesta da farle...-
Una richiesta? A Wiliam sfoggì un'espressione perplessa, che non passò inosservata -Non si deve allarmare. Volevo soltanto chiederle se per lei andasse bene se la chiamassi semplicemente William?-
William eh? Non che a lui cambiasse poi gran che. Questo poi gli avrebbe dato la possibilità di poterlo chiamare a sua volta per nome. Interessante.
-Certamente, non si deve far problemi. Così facendo sarà anche più facile collaborare nel caso, non trova?-
-Senza dubbio! E ovviamente lei potrà chiamarmi Sherlock, non serve che utilizzi il mio cognome.-

Entrambi avrebbero continuavo volentieri quella chiacchierata, sfortunatamente però a solo un paio di metri da loro li stava fissando un cadavere.
Incominciarono così, osservando l'interno della cabina, a scambiarsi le prime teorie sulla cronologia degli avvenimenti riguardanti l'omicidio.
-Allora William, cosa stava osservando qualche attimo fa? Pareva molto preso.-
Come previsto non aveva perso tempo. Doveva contare molto sulle sue capacità sebbene si conoscessero da un tempo relativamente breve.
-La vede la valigetta nera sul sedile di fronte all'uomo? Se la osserva bene dovrebbero esserci dei graffi sulla serratura. Inoltre guardi la cabina nel complesso: tutto è perfettamente ordinato, dai bagagli situati sotto le sedute, perfettamente allineati l'uno con all'altro, fino al completo stesso della vittima, ancora ben stirato seppure imbevuto di sangue.
Tutto tranne quela valigetta che, sebbene sia chiusa e sulla pelle non ci siano graffi, questa stoni data la posizione in cui è messa. Non trova?-
-Effetivamente...- ci fu una breve pausa in cui Sherlock si chinò sulla valigetta per costatare ciò -...non si sta sbagliando.-
Non sembrava affato sorpreso, probabilmente anche lui era riuscito a cogliere quei particolari e per tanto era già giunto alla sua stessa conclusione.
-Quindi, se ho capito bene, lei William crede che tutto ciò sia stato calcolato, e che l'obbiettivo fosse il contenuto della valigetta, dico bene?- proprio come immaginava, aveva colto perfettamente nel segno.
-Così sembra...- non sapendosi spiegare il motivo, si ritrovò ad esitare, se pur per soli pochi secondi, a finire la frase -... Sherlock.-

𝐔𝐧 𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐧𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐚𝐥 𝐜𝐫𝐢𝐦𝐢𝐧𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora