Qualcosa manca

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Pov Sherlock

Dalla permanenza alla villa Moriarty erano ormai passate settimane. Giorni che si susseguivano uno dietro l'altro ad un ritmo costante. Sulla sua scrivania comparivano solamente stupidi casi cha la gente lo supplicava di risolvere e che lui, obbligato da John più che altro, accettava di buona lena per assicurarsi i soldi dell'affitto e per scampare.

Non passava giorno che nella sua mente, poco impegnata e soprattutto annoiata, non comparisse costantemente l'immagine di William. Era stato tutto così improvviso dentro di se, eppure talmente lento per il tempo effettivo. Per come la vedeva lui il tutto era stato una razione di minuti: il chiudere la porta, quelle quattro parole spicciate al momento costate così tanto a pensarci, e poi... poi i baci. Il solo ricordo della labbra William bloccava interamente quell'insieme di neuroni, così complicato per la gente attorno a se, che componeva la mente del detective.

Seppure alla fine alla villa si era fermato più del previsto rispetto al piano organizzato in partenza da John, motivazione data dalla pessima organizzazione delle forze dall'ordine locali che, a quante parve, non furono capaci di mantenere la scena del crimine intatta per neppure pochi giorni, cancellando ed inquinando così quelle già poche tracce che il colpevole aveva lasciato. Certo questo non fu in grado di fermare il "Detective numero uno" di Londra dal risolvere il caso, ciò nonostante ne rallentò lo svolgimento.
E questo non poteva che ringraziare l'incompetenza dalla polizia. Era grazie a loro che, in fondo, ebbe l'opportunità di prolungare fino ad una settimana la loro permanenza a Cotsword.


Dopo la loro reciproca "confessione", così pensava di poterla definire, non passo giorno che ad ogni incontro, casuale o programmato, tra lui e William non scappasse uno sguardo o tocco rubato da una mano, da delle labbra o soltanto con lo sguardo. Durante i pasti i loro posti non cambiarono rimanendo così uno di fronte all'altro, dava un'inspiegabile senso d'appagamento potersi osservare in modo così naturale sollevando semplicemente lo sguardo dal proprio piatto o poter brindate a vicenda per un'altra giornata riuscita bene. La parte che però ogni giorno attendeva con trepidanza era il calar del sole, quando tutti si ritiravano nelle proprie stanze e solamente loro rimanevano alzati difronte alle vetrate che davano sul giardino a sorseggiare liquori sempre diversi. Passavano ore a parlare, dai discorsi più contorti alle sciocchezze che accadevano a Londra, e di cui Sherlock era sempre accorrente. Erano spesso frasi senza alcun fine, alcuno scopo, dette solamente per poter ascoltare la voce dell'altro in rimando. Stare lì, seduti uno affianco all'altro, scambiandosi sguardi silenziosi, questo era il momento che aspettava durante l'intera giornata.

Ammetteva che al momento della partenza, quando l'intera famiglia Moriarty si era offerta di accompagnare lui e John alla fermata del treno, con fatica riuscì a staccare lo sguardo da quello di William, il suo Liam. Così casualmente l'aveva chiamato durante una di quelle loro serate, senza pensarci e senza accorgersene quasi. Eppure all'uomo non era dispiaciuto, al contrario aveva in un certo modo apprezzato e inconsciamente si era portato a distogliere lo sguardo da quello di Sherlock, spostandolo in lontananza verso il fondo del giardino lasciandosi scappare un sorriso bambino. Ma di quest'ultimo era sicuro che lo stesso William non se ne fosse nemmeno accorto lui stesso, donandolo così completamente a lui, e a nessun altro.

Fu in questi giorni che comprese, o forse semplicemente confermò, quanto Moriarty fosse nella sua maniera e nella sua pura e semplice esistenza la metà che cercava inconsciamente da forse tutta la vita.
In fondo non aveva mai pensato di aver bisogno di qualcuno a fianco a sé. Aveva già John e la Signora Hudson, Mycroft quando decideva di farsi vivo.
Eppure quegli occhi, quei lineamenti, il modo di fare e l'impareggiabile mente arguta che mai aveva trovato in altre persone. Tutto di quell'uomo lo attirava a sé.

Ormai però Londra lo reclamava e con lei pure John. Per via della lunga assenza erano infatti innumerevoli i casi che si erano accumulati: tra vecchiette convinte di essere maledette da spiriti, a uomini incapaci di ritrovare il proprio blocchetto bancario e per questo convinti di essere stati derubati, per poi non dimenticare ragazzino egocentrici convinti di poter guadagnare qualche soldo denunciando la scomparsa di qualche moneta d'oro a loro appartenete. Ed in fine quello che più fra tutti potesse attirare la sua reale attenzione, seppure in minime e indispensabili dosi: l'ispettore Lestrade. In fondo si sapeva, Scotland Yard da sempre in quanto ad intelligenza ed astuzia non era tra le autorità più competenti, in confronto a lui per di più non c'era paragone. Ed era così, che non appena aveva rimesso piede in città, si ritrovò per le mani così tanti casi da riempirci casa. Ma nessuno di essi soddisfacenti.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 06, 2023 ⏰

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𝐔𝐧 𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐧𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐚𝐥 𝐜𝐫𝐢𝐦𝐢𝐧𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora