𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟏𝟏

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"Allora, con la lancetta lunga colpisci a distanza, e l'obbiettivo rallenta per un minuto. Con la lancetta corta invece rallenta per un'ora. La cosa strana però è che le tue sono più flessibili delle mie, le tue le controlli come se fossero braccia, o tentacoli, le mie invece vanno solo dritte, non è giusto."

"Le posso usare quando sono in movimento?"
"Io no, tu forse si. Prova ad attaccarmi, con quella lunga, per favore, non vorrei restare fermo per un'ora grazie."
"Okay."

Spostai i capelli neri sopra le lancette per facilitare i movimenti della lancetta lunga. Non usavo quasi mai il mio quirk, oppure lo usavo per ragioni stupide, anche perché non mi piaceva graffiare e pugnalare le persone come faceva Hari. Cercavo di essere sempre delicata in modo che la vittima non se ne accorgesse neanche. Anche perché l'effetto della Chronostasis sulla pelle non era molto piacevole.

Mossi la lancetta lunga lentamente, come se fosse una specie di coda, non era difficile da muovere, era anche più flessibile di un braccio. Colpii il braccio di Hari che era già pronto per essere preso. E nel secondo esatto in cui lo toccai premetti il pulsante del cronometro che tenevo in mano. Ci fu una specie di flash viola su mio fratello, segno che ero riuscita a rallentare i suoi movimenti.

Aspettai il minuto, mentre mio fratello provava ad agitare il braccio in slow motion. Al minuto spaccato Hari ricominciò a muoversi a velocità naturale.

"Okay, molto bene. In questo è uguale al mio. Adesso, prova ad allungare il più possibile la lancetta lunga, e prova tipo ad afferrare qualcosa."

Feci come mi chiese, facendo però passare la ciocca argentata sotto il mio braccio e poi nella mia mano, in un tentativo di controllarlo meglio.

"Tecnica interessante, aiuta?"
"Si, va molto meglio se faccio così."

Ci trovavamo nei spogli sotterranei della Shie Hassaikai, ovviamente. Provai ad allungare il più possibile la ciocca, fino al punto in cui cominciò a tirare e quindi fare male. Provai a girarla attorno ad un tubo dell'aria, cosa che mi riuscì.

"Okay, molto bene, adesso aspetta, dobbiamo misurarla."

Prese il metro che aveva in tasca e cominciò a tenderlo, me lo mise sul cuoio capelluto e mi disse di tenerlo, poi, cominciò ad avanzare verso la punta a freccia della mia ciocca.

"Io riesco ad arrivare a più o meno dieci metri, e tu invece sei già a 15 senza fare nulla. Sei la mia evoluzione bastarda."
"Sei solo invidioso perché il mio quirk è più forte."

"Si, sono invidioso, ma il tuo non è più forte, è solo più comodo da usare. E poi, il nostro quirk non è per niente forte, è più una unicità di supporto. E poi, se si parla di forza fisica, ne io ne te andiamo bene. Per questo ti insegnerò altre abilità, visto che con i capelli te la cavi già abbastanza bene."
"Tipo?"

"Beh io non sono bravo nel corpo a corpo, però posso passare inosservato e infiltrarmi senza essere visto, ho una bella mira, e anche tu ce l'hai."
"Si ma, non posso mica portare una pistola in una scuola per eroi."
"Beh per quello- Ah eccolo! Bro ma dov'eri?"

"Stavo analizzando un campione di Eri."

Rispose Kai, e raggiungendoci camminando tranquillamente con le mani in tasca, come al solito.

"Senti potresti creare tipo, dei bersagli in movimento? Dobbiamo provare una cosa."
"D'accordo."

Disse, togliendosi un guanto e appoggiando la mano non protetta sul pavimento.

"Sei pronta?"
"Aspetta bro, due secondi. Allora sorellina, devi solo colpirli, è facile. Concentrati sull'obiettivo e dagli un pugno dritto in faccia, solo con i tuoi capelli. Capito?"
"Si."

𝐭𝐡𝐞 𝐩𝐥𝐚𝐠𝐮𝐞.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora