19. Emozioni forti 💙

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11 luglio 2021

Gridiamo con forza l'ultima parola del nostro inno e mi riprendo a respirare dato che stavolta ho cantato con voce potente. Stessa cosa anche Marta, al mio fianco.

Guardo Jorginho che va al posto suo nel campo e mi regala un bacio al volo. Inizio a riprendere il mio lavoro con la macchina fotografica e nel frattempo inizia l'ultima partita.

Con grande sorpresa ma allo stesso tempo con dispiacere, dopo due minuti, il Wembley si riempie di grida ed esultanza al goal.

«Ma?» Marta è scioccata, «come cazzo è possibile? Inglesi schifosi!» sbraita contro sé stessa mentre mi salgono le lacrime.

No, questo è un incubo. Noi dobbiamo vincere.

I nostri ragazzi esortano fra loro e ricomincia la partita.
«Daje, daje» urlo.

«Tanto perderemo» vedo Marta che sta sul punto di piangere.
«No, non fare così» la incoraggio, «siamo ancora molto all'inizio. Vedrai che ce la faranno almeno un goal.»

«Speriamo» incrocia le dita e mi aiuta a scattare delle foto.

«Non vorrei perdere la mia scommessa su di te» mi sussurra all'orecchio.
Alzo gli occhi al cielo e ridacchio, «guarda anche se perderemo, lo farei lo stesso.»

«Come sei così provocatoria. Peccato che non ti acquistato un'intimo sexy.»
«Ma non esagerare» la liquido con un gesto.

Smettiamo di parlare a causa dell'agitazione e ci limitiamo solo a guardare la partita.

Finisce il primo tempo e abbasso la testa. Ma non ha importanza perché adesso ci sarà il secondo tempo e sono sicurissima che faremo un vantaggio in più.

Cerco immediatamente Jorginho che però lui è uscito dal campo e chissà dove è andato. Entro nel tunnel e lo trovo subito che sta camminando lentamente.

Lo raggiungo, «Jorge» il chiasso dello stadio si diminuisce, «che hai?» gli domando notando il suo sguardo intristito.
Inutile fare altre domande e so benissimo che è un po' giù di morale ma gli cerco, comunque, di esortarlo.
«Hai paura di perdere?» lo anticipo ancora, «lo sai che la tua squadra e il vostro allenatore avete avuto una grande forza e talento per arrivare alla finale» gli metto le mani sulle spalle e continuo, «L'importante è che siamo arrivati in finale e del resto non conta. Abbiamo ancora il secondo tempo e cerca di essere te stesso.»

Gli accarezzo dolcemente il viso fissando i suoi occhi, «sono sicura che ce la farete. Mi fido ciecamente di te, di tuoi compagni e di Mancini.» gli regalo un bacio per farlo rafforzare ed esortare ancora un po'.

«Ti amo.»

I suoi occhi si spalancano leggermente e le sue fossette si incurvano. Mi abbraccia fortissimo che rischio quasi di affogare.
Mi sussurra all'orecchio,«grazie. Anche io ti amo.»

Ci allontaniamo e ci baciamo l'ultima volta e poi ritorniamo in campo.
Lascio Jorge con la sua squadra mentre ritorno da Marta che sta seduta sulla panchina.

«Dov'eri?» mi domanda.
«Ero andata da Jorge che si sentiva giù preoccupato e io l'ho cercato di rassicurarlo» annuisce con un "ah" e poi attendiamo il secondo tempo.

Dopo un po'

La palla viene calciata dall'angolo e in un momento di confusione, finalmente Bonucci pareggia la partita.
Lancio un grido e inizio a saltellare contro la mia amica.
«Cazzo, lo sapevo!» esclamo.

«Guarda che se faranno ancora i rigori, mi sparo» borbotta Marta e annuisco.
I rigori sono la cosa più ansiosa di questo pianeta.

Jorginho mi lancia un pollice in su, ormai felice, e ritorna al posto suo dopo aver esultato con i suoi compagni.

E così passeremo per tutto il secondo tempo soddisfatti del pareggio ma non ci resta che aspettare i supplementari e i rigori.

Passa circa un'ora, finiti i supplementari e iniziano di nuovo i rigori, ed inizio ad avere il panico totale con l'ansia che ha raggiunto il limite.
Marta, tuttavia, è girata di spalle e non vuole nemmeno guardare i rigori.

Dopo tre o quattro rigori tocca a Jorginho e incrocio le dita, pregando le stesse parole che c'è la può fare.
Ormai ho già perso la voce dopo la bellissima parata di Donnarumma.
Tira la palla ma il portiere dell'avversario lo prende, mi si scivola rapidamente il cuore nel vedere dispiaciuto.

Tocca di nuovo al nostro Donnarumma.

Le mie gambe iniziano a tremare ancora di più e guardo con terrore.
In tutto un'istante, esplodiamo di bomba, gridiamo e corriamo dopo aver parato la palla.

Il mio cervello, però, sempre concentrato sul mio fidanzato, lo vedo che si accascia per terra con mani sul viso e inizia a piangere di gioia. Faccio la stessa cosa ma corro nel campo andando da lui.

Non riesco a realizzare le mie emozioni di questo momento ma provo un mix di emozioni forti. Un'emozione che mi fa portare al settimo cielo e che me lo ricorderò per tutta la mia vita.

«Siamo campioni d'Europa» gli abbraccio forte e sussurro al suo orecchio.

«Lo so, abbiamo vinto» riscoppiamo di nuovo in lacrime e non so per quanto tempo rimaniamo stretti stretti.

*

Iniziano a fare ancora il bordello tra urlare e cantare sull'autobus con la nostra Coppa che porteremo a casa.

Alcuni ragazzi, tra cui Marta, sono in piedi a cantare a squarciagola mentre io e Jorge non riusciamo a smettere di baciarci.

«Dopo mezz'ora non riuscite a staccarvi?» ci interrompe Barella che sta dietro con gomiti appoggiati sul sedile.

«Vatte a festeggia' e lasciaci in pace.» lo liquida Jorge.

«Dai abbiamo vinto l'Europeo e non vuoi festeggiare?» ci rimprovera e io ridacchio divertita.
«Ao» intromette la mia amica dopo che ha cantato con Chiesa «limonatevi con la lingua ancora un po' e poi andrete a letto...»
«Marta!» esclamo arrossita e mezza squadra ci ha sentiti e scoppiano a ridere.
«Ma che bella coppietta!» stavolta è Lorenzo che ci ammicca.

Dopo un po' di battute ironiche e piccanti, finalmente siamo arrivati all'hotel. Ho la voce già rotta e debole dato che durante il tragitto ho cantato infinitamente non si sa come.

Scendiamo dall'autobus e dopo aver raccolto le nostre borse e zaini entriamo nell'hotel.
Rifacciamo di nuovo il bordello per tutte le scale e ricantiamo sempre quella canzone napoletana.

Ormai siamo diventati bizzarri e impazziti ma ne è valsa assolutamente e meritatissima la pena.
Jorge mi fa incrociare le dita e poi mi fa spingere contro il muro, nonostante la fila delle persone che ci guardano.

Non faccio in tempo di realizzarmi ciò che succede perché ho già le labbra su quelle sue. Da una parte dovrei respingere perché ci sono delle persone ma dall'altra mi vieto di fare e mi lascio andare.
In questo istante, lui attaccato al mio corpo le mie particelle di ogni mio corpo mi spinge tanto di andare oltre.

«Sono pronta» sussurro a voce bassissima mentre mi continua a baciare e poi si allontana.

Accenna il sorriso capendo le mie intenzioni e mi afferra di nuovo la mano portandomi nella sua stanza.

*

Spazio autrice:
Voilà il capitolo! So che sarete aspettando quel momento ma ci sarà nel prossimo capitolo (che pubblicherò forse tardi) 😏😅💙

Soltanto te|| Jorginho Frello #Euro2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora