35. Compleanno 💙 parte 1

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Altri mesi dopo

Finalmente il mio grande giorno è arrivato.

«Tieni, metti questo!» Matteo mi indica un vestito rosa salmone corto e con un po' di scollatura.

Gli lancio un'occhiata fulminea, «sei matto? Non mi centra quel vestito con il pancione» ride divertito e gli faccio una linguaccia.

«Tu metti questo» ordina Marta non appena mi mostra un altro vestito, stavolta meno scollato ed è un po' più largo.

Lo osservo attentamente, ispezionando ogni minimo dettaglio, e poi dopo decido di prenderlo.
«Vabbè... prendo questo.»

«Guarda che non è male, eh» Marta me la strappa dalle mani e corre verso la cassa.

Io e Matteo scuotiamo la testa per il suo gesto, potevo benissimo provarlo nel camerino, ma ormai non abbiamo molto tempo.

«È fatta così. Andiamo» annuisco e andiamo alla cassa.

«A proposito» esordisco mentre poso la mano sulla schiena incurvata, «quando festeggiate la vostra relazione?»

«Adesso a fine maggio festeggeremo il settimo mesiversario» dice un po' imbarazzato, ma è normalissimo, «e poi ad agosto sarà un'anno da quando ci siamo conosciuti.»

«Si,si...» affermo sorridendolo.

È vero, in questi mesi sono successe tante cose nuove e belle. Marta per la sua seconda volta ha trovato un fidanzato, ossia Matteo. Mia madre è partita due mesi fa a Milano, non potendo più lasciare il suo lavoro.

Ne sono così fiera di Marta e del suo fidanzato che si trovano benissimo. A volte litigano per via del carattere arguto di lei, ma alla fine riescono sempre a trovare una soluzione.

Oggi è il mio compleanno e non vedo l'ora di festeggiare, stasera, assieme ai miei amici. Qualche settimana fa ho parlato con Jorge dicendomi che non può venire a causa della mancanza dei biglietti di aereo.

Non mi lamento di questo poiché quando lui tornerà a Napoli mi farà un enorme regalo e chissà quale sarà.

Dopo aver pagato alla cassa con la brillante carta di credito, Marta mi obbliga di andare ad acquistare dei trucchi per il make-up.

«Non pensi di star esagerando con la spesa?» domando divertita.

«No» mi risponde secco, «so come funzionano le cose.»

«Si, ma è il mio compleanno, non una cerimonia elegante» lo puntualizzo.

«È lo stesso.»

Non rispondo perché non ho voglia di creare una discussione e nemmeno rovinare il suo piano.

È così testarda.

*

Mi siedo con fatica, per il pancione, su una sedia libera ma Marta allunga la mano nella mia direzione.
«Balliamo, dai.»

Scuoto la testa e sento il bambino che mi dà scalci provocando un fastidio, «No, amica. Non posso.»

Lei mi guarda con occhioni come quelli da gatto e sbuffo, «E va bene, non mi arrendo» mi alzo con fatica di nuovo e andiamo in pista da ballo.

Ritorno sulla tavola dopo aver ballato poco per due o tre minuti, e sento quella sensazione di una piccola contrazione, che dura un'attimo, in basso nel ventre.
Faccio finta di niente e guardo gli amici che ballano in pista del ristorante.

Dopo qualche oretta Marta e Matteo mi tirano con forza, e corriamo nel giardino.
«Sta arrivando la torta!» esclama.

I miei amici si radunano in un cerchio attorno a me, nel contempo, arriva un cameriere che trasporta il carrellino con le candeline sopra la torta.
«Chiamiamo Jorginho!» esclama un mio amico e annuisco rapidamente.

Cantano il coro dei auguri ma subito lo interrompo, «no, vi prego. Mi fate sentire in imbarazzo» rido e loro fanno la stessa cosa.
«Vabbè, soffia le candeline» mi dice Lorenzo.

Faccio come mi ha detto lui, soffiando le candeline e poi Marta mi dà un bacio sulla guancia.
Riccardo, il ragazzo di prima, si avvicina a me e mi guarda preoccupato.
«Non mi risponde Jorge, ha il telefono staccato.»

Scaccio via il pensiero negativo e gli sorrido, «non ti preoccupare. Magari è stanco...» mi guarda male, «tanto mi ha già fatti gli auguri stamattina.»

È strano festeggiare il mio compleanno senza l'uomo che amo più della mia stessa vita.
Ma non mi voglio lamentare di questo.

«Dai, apriamo i regali!» dice Matteo e annuisco. Vado sul tavolo dove è pieno di buste di regali.

Ne scelgo uno a caso e lo apro con lentezza mentre i ragazzi si radunano di nuovo intorno a me.
Rimango stupita non appena vedo un completino neonato azzurro in onore della Nazionale italiana con la scritta che cita il numero "8" del mio fidanzato.
«Grazie! Ma è bellissimo!» ammiro meravigliata e mio cugino si avvicina.
«L'ho acquistato io, cuginona» gli mando un bacio sulla guancia e poi continuo a scartare altri regali.

Ormai tutti i regali dei miei amici sono per il mio figlio, tantissimi completini neonato, alcuni bigliettini con le congratulazioni della mia gravidanza e per l'arrivo del bambino.
Marta e Matteo mi ha regalato un cesto nascita con prodotti ed oggetti molto utilissimi.

«Non so come ringraziarvi, ragazzi. Siete mitici.»

Loro mi danno le spallate del tipo "prego" e sistemo tutti i regali mettendo a posto.
Se ci fosse stato Jorge con me sarebbe stato molto bello e mi piacerebbe fare una videochiamata in modo da far vedere il mio compleanno.

Faccio per andare a prendere la porzione di torta ma, improvvisamente, sento i muscoli nel ventre contrarsi fortemente e, nel contempo, una scia di liquido che mi bagna il vestito, lasciandomi un urlo leggero.

Marta sussulta di scatto e mi afferra per il braccio, il mio respiro diventa irregolare e il dolore si aumenta.
«M-mi si sono rot-te le acque» balbetto strizzando gli occhi e Marta grida a tutti quanti di chiamare un'aiuto.

«Respira, respira, respira...» ribatte lei, cerco di respirare ma invano. Le contrazioni si aumentano in ogni secondo.
«Elisa ha il travaglio! Presto chiamate un'ambulanza!» grida di nuovo, andando al panico totale e Matteo chiama al telefono l'ambulanza.

Ricordo mentalmente la data presunta del parto ed dovrebbe nascere in questi giorni di questa settimana.
«Ti prego chiama Jorge» dico con la voce roca, quasi gemendo.

Nonostante sta a Londra e la distanza è lunga, in questo momento voglio tanto avere Jorge che mi sta vicino.
In meno di cinque minuti sentiamo la sirena dell'ambulanza che si avvicina; una dottoressa corre nella mia direzione.
«Come sta?» mi domanda.

Respiro ansante, «mi sono rotte le...»

«Non si preoccupi, è normale. Quale data doveva partorire più o meno?»

«Tra il quindici e venti ma-maggio.»

La dottoressa annuisce e fa per chiamare altri medici che mi trasportano su una barella.

«Che sta succedendo?» domanda la mia amica.

«Il bambino deve nascere. Adesso.»

Spingo la testa all'indietro e stringo le labbra per evitare di gemere senza urlare. Mi fanno mettere su una barella, i miei amici mi salutano e incoraggiano. Infine mi infilano dentro l'ambulanza.

*

Spazio autrice:
Ehilà amic* come state?
Io lunedì partirò per la vacanza e quindi manca l'ultimo capitolo (+ epilogo) e pubblicherò domani e la domenica.
Non so come ringraziarvi ancora e tanto per i 10k di lettori! Grazie mille!❤️❤️

Soltanto te|| Jorginho Frello #Euro2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora