Ore 18:30
Butto il fumo della sigaretta e cerco una panchina vuota per me. Alzo gli occhi al cielo quando sento per l'ennesima volta il mio cellulare che squilla.
È sempre Marta. È sempre lei che vuole sapere ancora riguardo fra me e Jorge. Gli ho detto che non c'è stato un bel niente ma lei continua ad essere convinta che ci sia stato qualcosa.Quando trovo la panchina vuota mi siedo e butto il mozzicone spento nel cestino dei rifiuti. Afferro il mio cellulare dalla tasca e noto un messaggio da Federico e cinque chiamate perse da Marta.
A proposito di lui, ieri dopo quello che è successo nella stanza dell'albergo, mi sono dovuta fingere come se nulla fosse successo, nonostante sentii l'imbarazzo.I miei pensieri si interrompono quando il mio cellulare squilla di nuovo. Serro la mascella e lo afferro con un movimento aggressivo.
_Marta, dannazione, smettila!_ la rimprovero.
_Non la smetto, ho bisogno di sentire più le tue spiegazioni_ da quando sono atterrata a Napoli non ha fatto altro che parlare di quello che è successo.
Anzi, si arrabbierebbe se dicessi che io e Chiesa saremmo andati oltre._Te l'ho detto che tra me e Chiesa non siamo andati oltre, mamma mia_ dico con un tono lamentoso.
_Ho capito ma Jorge prima della partita ti ha portata in una stanza e al posto di parlarti..._ si ferma un'attimo.
_Cosa al posto di parlarmi?_ la incito, seppur ho già paura di quello che mi sta per dire_ Vi dovevate fare il sesso!_
Scatto in avanti e do uno schiaffetto alla coscia,
_ma sei impazzita? Ma..._ di nuovo mi interrompe.
_Leggo la tua mente e so che ti piacerebbe fare_ poso la mano sugli occhi, coprendomi arrossita.Parlare di questa cosa con una mia amica mi rende tutto eccitante.
Alla fine però con una scusa decido di interrompere la chiamata perché non riesco più a respirare e inizio a sudare.
Questa chiamata e tutti questi discorsi si potevano risparmiare.
«Elisa» mi richiama una voce super riconoscibile e spalanco gli occhi.
No, non ancora qui.
Ma possibile che mi segue ovunque?«Mi spieghi perché sei qui?» lo liquido mentre lui si avvicina, «Non ti piace più allenarsi a Coverciano e ti piace solo stalkerarmi?»
Jorge mi guarda come se io avessi detto una cosa più stupida del mondo.
«Perché sei nervosa?» mi domanda incuriosito.
«Rispondi alla mia domanda» sibilo nel mentre cerco di calmarmi.Le sue parole di ieri della pre-partita mi hanno irritata. È la prima volta che mi sento arrabbiata con lui per quelle sue parole, nonostante ho capito che è geloso di Chiesa.
«Ho una cosa da dirti» allunga la mano davanti, «dai, vieni andiamo sul lungomare» mi indica con la testa.
Faccio un respiro profondo prima di prendere la sua mano. Una volta che mi sento calma mi alzo dalla panchina e lui mi fa intrecciare le nostre dita.
Inutile dire che in questo momento il mio cuore ha ripreso di saltellare impazzendo contro la gabbia toracica e sentire per l'ennesima volta le farfalle all'interno dello stomaco.
Scendiamo giù per le scale e quando arriviamo sulla riva, togliamo le scarpe, ancora mano nella mano.
«Dicevi di non essere uno stalker...» esordisco ma ormai le mie frasi s'interrompono.
«No, non sono uno stalker» puntualizza.Avviciniamo alla riva del mare e facciamo una mini passeggiatina, facendo attenzione a non farci del mare con i sassi.
«Sono venuto per parlare con te.»«Sì, e mi hai seguito.» lo liquido, di nuovo.
«Non è rilevante, Elisa.» si inumidisce le labbra e continua, «però mi sono lasciato con Vanessa.»
Davvero? Era ora!
Dentro di me esplode una gioia immensa dopo aver sentito quella frase. Le mie fossette si incurvano leggermente e lo guardo dritto negli occhi.
Mi fermo, «dici sul serio?» muove la testa in segno di affermazione.
«Sì, ma non questo il vero motivo per cui sono venuto. Il motivo vero è questo.»Avanza un passo, mette le mani sulle guance e mi bacia. Chiudo gli occhi e lo ricambio immediatamente.
Metto le mani sul petto coperto da una maglia verde scura della Nazionale e delle farfalle iniziano a svolazzare impazzite nel mio povero stomaco.
Il fiato mi viene a mancare e mi stacco dalle sue labbra. Ci guardiamo affiatati l'un con l'altro per qualche secondo e poi scoppiamo a ridere.Il nostro momento di ardore viene interrotto bruscamente dal mio squillo di cellulare. Socchiudo gli occhi serrando la mascella ma decido di non rispondere sapendo chi è.
«Non rispondi?» mi domanda e scuoto la testa.
Ci sediamo sulla sui sassi, non ha importanza se ci sporchiamo, e appoggio la testa sulla spalla e lui mi cinge con il braccio sul fianco, tenendomi stretta a sé.
Godiamo il mare calmo con qualche onda che arriva sulla riva e pian piano il sole sta per tramontare.«Comunque» mi sussurra all'orecchio, «ti stavo per dire la verità» mi stacco dalle sue spalle e lo guardo dritto negli occhi.
«In questi giorni quando mi hai visto che sono a Napoli è perché c'è un motivo. Non è come pensi tu.»Annuisco convinta e lo lascio continuare a parlare. Il suo sguardo si fa teso e di cattivo umore.
«Qualche mese fa mio padre è morto e io fui costretto a restare qui per qualche periodo» il mio mi si stringe in una mossa ma lo lascio continuare, «Ha avuto una malattia da sempre e alla non c'è l'ha fatta. Ha combattuto la sua malaria ma alla fine non c'è l'ha fatta, purtroppo. Mia madre è da sola in Brasile e sta dall'altra parte del mondo e l'unico testimone della casa di mio padre sono io.
Non mi è facile vivere così tra vita normale e il calcio. Poi perché il mio club in cui gioco è in Inghilterra ed è abbastanza complesso. Quindi ogni tanto e quando ho solo giorni liberi vengo qui a Napoli per risiedere nella casa mio padre, in modo da non lasciare la casa abbandonata.»Inutile dire che ho le lacrime agli occhi, mi sono commossa tanto delle sue parole.
Ha fatto una bella cosa e su questo non lo metto sui dubbi.
Scorgo qualche lacrimuccia dai suoi occhi ma lo asciugo il pollice, gli circondo le spalle con il mio abbraccio e gli sorrido. E poi lo bacio ancora.Stavolta il bacio diventa passionale e non riesco più a staccarmi dal suo corpo.
E così che mi sono già innamorata persa di lui. Da ora in poi nessuna altra ragazza ha il permesso di toccare il mio fidanzato.
Da oggi lui è diventato tutto ciò mio.
Da oggi il mio cuore è tutto rivolto a lui.*
Spazio autrice:
Eccomi qui! Ci tengo a dirvi che qualsiasi avvenimento e/o fatto è sempre frutto della mia immaginazione. Stasera ve ne pubblicherò la seconda parte di questo capitolo. A dopo 🤗💙
PS: vi giuro che amo troppo quell'immagine che sta all'inizio del capitolo 😍🤩
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Soltanto te|| Jorginho Frello #Euro2020
FanfictionElisa è una ragazza di ventisei anni e vive a Napoli. Ha una grande passione per la fotografia e infatti sogna di diventare una fotografa professionista. Ha un cugino di nome Lorenzo Insigne e grazie a lui, alla sua squadra della Nazionale, sopratt...