22. Come in una famiglia 💙

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«Va bene, amore!» annuisco davanti alle sue parole, poso il mestolo sul tavolo e gli vado a regalargli l'ennesimo bacio della mattinata,
«A più tardi, amore.»

Detto questo mi lascia a finire di quello che stavo facendo poco fa ed esce da casa. Ha voluto uscire un po' in giro per Napoli perché, appunto, tra qualche mese, dopo l'estate, dovrà ritornare in Inghilterra.
La cosa mi fa sentire e mi farà male al cuore e allo stomaco, già mi immagino che starò da sola per lunghi mesi con tanta nostalgia.

Controllo l'orologio che ho sul polso e mancano ancora quattro ore; i miei genitori hanno deciso di venire qui da Milano per stare insieme e ne sono assolutamente contenta.

Cerco di finire la torta fatta da me e dopodiché quando la metto nel forno, esco dalla cucina.
Mi sorprendo nel vedere Andrea già sveglio ed sta seduto sul divano a giocare con il suo peluche con la televisione accesa.

«Amore di zia» mi siedo al suo fianco, «siamo già svegli?»

Fortunatamente, stamattina mi sono svegliata con la bellissima notizia che la febbre si è abbassata ed scomparita e adesso sembra che sta meglio.

Lui non si limita, ovviamente, a rispondere ma almeno gli farò abituare alla mia voce e prendo un'altro peluche, quello di elefantino.
«Quello è rinoteronte» mi indica il peluche che ho in mano.
«No, questo è un elefantino» lo correggo, «e comunque si dice "rinoceronte"» il suo sorriso si illumina.
«E questo chi è?» gli domando con delicatezza al suo peluche con cui sta giocando.
«Girafa.»
«La giraffa! Bravo!» faccio un mini applaudo e gli abbraccio stretto fra le mie braccia. Gli dò un'infinità di baci su quasi tutto il suo musino con grande amore.

Passa qualche minuto e ad un tratto sento il campanello suonare, mi alzo e vado ad aprire la porta.

«Eli!» lascio un sospiro di sollievo nel vedere la mia amica. Lei entra regalandomi un bacio sulla guancia e la richiudo.

«Come va, qui?» dice mentre posa la borsa sulla sedia e si stupisce, «oh, guarda chi c'è qui» cantilena sedendo sul divano e inizia subito a giocare con Andrea.

«Quando verranno i tuoi?» mi domanda non appena mi unisco a loro.
«Fra qualche ora» annuisce.
«Vuoi che ti do una mano?»
Sollevo le sopracciglia, «basta che Andrea non mi rovina il cibo e il giardino» continua a giocherellare con i peluche.
«Tranquilla che ci penso io a questo bellissimo piccoletto.»

Ridacchio divertita e subito mi vengono le sue parole di qualche giorno fa.
«Comunque, mi devi venti euro.»

Marta solleva lentamente lo sguardo, con l'espressione da astuzia e da maliziosa che in meno di un secondo ha già capito a cosa mi riferisco. Afferra la sua borsa e mi dà la banconota dal suo portafoglio.
«Eccitante, vero?» annuisco rapidamente e prendo la banconota, piegandola, «per la prossima scommessa ti darò qualche banconotina in più quando lo farai con Jorge.»

«Ma piantala, dai» la rimprovero e lei riprende a giocare con Andrea.

Smettiamo di parlare di quella notte eccitante e continuiamo a cambiare il discorso e giochiamo con mio nipote.

*

Tiro fuori la lasagna dal forno e mi sollevo posando sul piano della cucina. Lascio raffreddare un po' le lasagne mentre sento delle risate provenire dal giardino.

Vado in giardino e vedo che Marta gioca felicemente ancora con Andrea. Ormai sono passate un paio d'ore e non hanno mai smesso di giocare.

Sussulto impercettibilmente nel sentire il campanello suonare, lascio i due e vado alla porta.

Sarà Jorginho o i miei genitori?

Apro la porta con ansia e il mio viso si illumina non appena incrocio i suoi occhi castani.
A farmi rimanere impietrita, però, è una figura femminile, al suo fianco; è una donna sulla cinquantina circa, con fisico leggermente snello, carnagione un po' scura, capelli corti e occhi dello stesso colore marrone.

Mi domando chi è questa signora?

«Possiamo?» domanda lui e mi scanso con un passo per fargli entrare.

Corrugo leggermente la fronte, confusa, di quella donna ma Jorge me la fa presentare subito.

«Elisa, lei è Lucia, mia madre» sento il cuore fare una capriola, «mamma, lei è Elisa, la mia fidanzata.»

Sua madre?
Non ci avevo fatto per niente caso che fosse sua madre.

La signora allunga la mano, «piacere, cara» mi disse con un'accento portoghese.

«Piacere, signora» ricambio la stretta di mano, rispondendo un po' imbarazzata.
«Chiamami Lucia» aggrotto la fronte, non capendo la sua lingua, e sposto lo sguardo su Jorge.

«Ha detto che la puoi chiamare Lucia, senza che gli dici signora» annuisco alzando il pollice in alto.
«Va bene, Lucia» gli sorrido e mi rivolgo lo sguardo a lui, «senti, Jorge i miei ancora non sono arrivati, mi devo preoccupare?»

Si avvicina e mi dà un bacio casto, «No, non ti devi preoccupare. Arriveranno.» taglia corto e gli faccio condurre nel giardino.

Jorge fa conoscere sua madre a Marta e al piccolo Andrea mentre osservo con attenzione la donna e devo ammettere che è una bellissima signora.
Non mi sento per niente dispiaciuta o in soggezione, anzi Jorge mi ha fatto una bellissima sorpresa nel presentare sua madre.

Dopo una quindicina di minuti sentiamo di nuovo il campanello suonare e lascio la mano di Jorge dalla mia per poi andare alla porta per la terza volta.
So che sono arrivati, finalmente, i miei genitori, e prima di aprire, faccio un respiro profondo.

«Mamii» illumino di nuovo lo sguardo di felicità non appena vedo loro. Lei strizza gli occhi con un sorriso enorme e mi abbraccia forte.
Saluto e abbraccio anche mio papà e iniziano subito a piombarmi un sacco di domande.

Lo conduco nel giardino, Marta, Jorge e Lucia guardano incuriositi e poi si scambiano di mano.

«Da quanto tempo state insieme?» domanda mio padre.
Sposto lo sguardo a Jorge e poi lo riporto su mio padre, «ci siamo conosciuti circa un mese fa e ci siamo messi insieme da qualche settimana.»

Jorge mi guarda con amore come per dirmi che sta andando tutto bene.

«Non avete fatto l'a....» sgrano gli occhi.

«No, no!» esclamo alzando un po' la voce, mentendo, prima che mia madre finisca la domanda, e sento le guance andare a fuoco. Evito di guadare Jorge mentre Marta stringe le labbra per evitare di scoppiare a ridere.

«Va bene... scusatemi, non volevo rovinare il discorso. Ero semplicemente curiosa» inutile dire che è fissata con questi argomenti del genere e mi riempie sempre un sacco di domande riguardo a tutto; eppure dice senza neanche pensare.

«Non si preoccupi, Anna» lo rassicura Jorge e io cerco di calmarmi. Ringrazio mentalmente a lui per avermi messo meno in imbarazzo.

Mio padre inizia a tagliare le lasagne e lo aiuto a distribuire i piatti.
«Dunque, quando arriva Noemi?» domanda di nuovo mia madre, «non può lasciare un figlio di tre anni e mezzo...»

«Ma ci sono io, ma'» ribatto, «c'è anche Marta e anche Jorge che gli stiamo accanto. Poi sai com'è fatta Noemi...»

«Basta che il piccoletto non inizia a preoccuparsi per sua mamma» detto questo annuisco senza dire altro e mi rimetto seduta.

Iniziamo a cambiare completamente il discorso, parlando della finale di Calcio e di altre cose, cenando per il resto di tutta la serata.

Sembriamo come in una famiglia.

*

Spazio autrice:
Buongiorno, scusate se non ho aggiornato niente stamattina ma sono svegliata in questo momento, lol (si, esatto per gli Olimpiadi :D)

Soltanto te|| Jorginho Frello #Euro2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora