Capitolo 14

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Pensavo, ingenuamente, che con l'arrivo del serale, le sfide con i vari giudici esterni sarebbero diminuite, ma non è stato così.
Infatti io e gli altri cantanti stavamo aspettando il nostro turno, nella sala all'interno degli studi, per esibirci.

La maggior parte aveva già cantato ed eravamo rimasti io, Luca e Deddy.
Dopo qualche minuto di attesa, chiamarono quest'ultimo, perciò rimanemmo in due.

Luca aveva con sè la chitarra, che stava suonando distrattamente, un modo per scaricare la tensione.

"Hai ansia?" mi chiese tenendo lo sguardo fisso su lo strumento nelle sue mani. 

"No, cosa te lo fa pensare?" mentii cercando di nascondere le mie paure.

"Forse il fatto che hai girato almeno due kilometri intorno alla stanza, nell'ultima mezz'ora?" disse ridendo distogliendo lo sguardo dalla chitarra.

Io sorrisi imbarazzato, rendendomi conto di quanto fossi passato per un'idiota.

Poco dopo, Luca si mise a cantare a bassa voce il suo singolo "Mi manchi" e iniziai a sussurrare le parole di quella canzone involontariamente.
Se all'inizio cercavo di non farmi notare, al ritornello non potei evitare di alzare il tono e così formammo un vero e proprio duetto.

Mi piaceva cantare con lui, non accadeva spesso, anzi questa forse era la prima volta, ma l'atmosfera, nonostante le telecamere che ci circondavano, era molto intima.
Un momento solo nostro.

"Quindi è vero il detto Canta che ti passa, ha funzionato" sorrise suonando gli ultimi accordi.

"È vero, sto decisamente meglio, mi sento quasi sollevato" dissi per poi essere chiamato dalla redazione per esibirmi.

"Grazie eh" feci prima di chiudere la porta del salotto.

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Eravamo tutti riuniti davanti alla tv, aspettando il verdetto della gara fatta il giorno prima.

Appena sentii il mio nome dopo "il vincitore della categoria canto", rimasi per un attimo scioccato, non feci in tempo a realizzare la mia vittoria, che subito io e Rosa, la vincitrice della categoria ballo, fummo costretti ad andare a ritirare il premio in fretta.

Quando ritornammo in casetta con il trofeo, se così si poteva chiamare quel pezzo di plastica, tutti ci fecero i complimenti.
Il mio sguardo cercò subito quello di Luca, che però non trovò e rimasi un po' deluso.

Il momento di euforia generale terminò quasi subito poiché tutti erano impegnati con le prove e con le lezioni.
Anche io sarei dovuto andare, ma prima decisi di passare nella mia stanza per appoggiare il premio e sistemarmi un po'.
In camera però non ci arrivai perchè fui attratto da Luca, seduto sul divanetto rosso.

"Guarda un po' qua" richiamai la sua attenzione riferendomi all'oggetto, che stavo scuotendo, nella mia mano.

Cadde tra le nuvole su cui era, e guardò prima il premio e poi me.

"Mhh, bello" rispose solamente e non potei fare a meno di notare i suoi occhi velati di tristezza.

"Che succede? Non sarai mica triste per aver perso? Ti assicuro che è solo un pezzo di plastica  con su il nome dello sponsor, non è neanche personalizzato" cercai di tirargli su il morale.

"No tranquillo davvero, questa gara non c'entra nulla, anzi sono felice che tu abbia vinto, ora potrai mettere quel premio nello scaffale di camera tua insieme ai tuoi futuri dischi di platino" si sforzò di sorridere.

"Allora puoi tenerlo tu questo, casa mia sarà talmente piena che non ci starà, poi la vittoria è anche un po' tua, senza di te non avrei cantato in modo sereno" dissi con sincerità.

"Hai sempre cantato in modo impeccabile anche senza di me, non ho fatto nulla, ma se vuoi posso accompagnarti in tour per farti scaricare la tensione"

Divenni rosso a quell'affermazione, non potei evitare di trovarci un doppio senso, stavo iniziando a preoccuparmi per la mia mente.

Lui evidentemente lo notò e si mise a ridere.

"Direi che sono riuscito a tirarti su di morale, forse anche troppo, io vado a lezione" mi incamminai imbronciato.

La giornata passò in fretta, ero abbastanza sereno e tranquillo, sapevo che non sarebbe durato molto questo stato di quiete, ma riuscì a godermelo per un po'.

Nonostante non avessi particolari ansie, la mia insonnia non mi lasciava mai e infatti mi ritrovai fuori nella panchina, alle due di notte, a fumare.
Guardavo la luna piena, come splendeva in alto nel cielo.
Lei, molto spesso, era stata la mia unica compagnia mentre scrivevo e restava con me fino a lasciare il posto al sole.

Sentii rumore dei passi, che riuscì a riconoscere subito.
Erano un po' pesanti, si sentivano già a diversi metri di distanza, ma nonostante ciò non provocavano fastidio.

Questa volta Luca si sedette a fianco a me senza dire una parola, solitamente si metteva a parlare mentre fumava, ma ora non faceva nessuna delle due cose.

"Mi fai fare due tiri? Ho dimenticato la sigaretta elettronica in camera e non mi va di ritornarci" mi chiese.

Gliela passai senza fare domande, normalmente non l'avrei mai data a nessuno, ma in quel momento non mi dispiaceva e inoltre lo vedevo triste proprio come stamattina.

"Ho scoperto che Martina prova qualcosa per Raffaele e lui non è da meno" disse tranquillo, apparentemente.

Mi sorprese.
Non tanto il fatto in sè, che era palese a tutti tranne a lui, ma il modo in cui lo disse, quasi rassegnato, sapevo però che era solo una maschera.

"Come al solito non posso fidarmi nè della mia ragazza nè di un amico, ma non dovrei meravigliarmi, è da tutta la vita che mi succede" continuò guardando un punto impreciso.

Non sapevo bene cosa dire, il Tancredi istintivo avrebbe detto qualcosa tipo "colpa tua che hai deciso di fidanzarti in un programma televisivo dopo pochi mesi", ma il Tancredi più razionale sapeva che non sarebbe stato carino.

"Ci saranno sempre persone a tradirti e loro non saranno le ultime, devi solo imparare a lasciarle andare, nulla dura per sempre".

"Io penso invece che bisogna lottare per una persona, se la ami veramente devi fare di tutto per non perderla" aspirò per l'ultima volta e mi passò la sigaretta.

"Non ne vale mai la pena, perché sprecare energie inutilmente?".

Quelle poche volte in cui avevo lottato per qualcuno, era finita male, tanto valeva non far nulla fin da subito.

"Forse hai ragione o forse no, ma io non smetterò facilmente di lottare".

Rimanemmo in silenzio per diversi minuti.
Anche lui stava guardando la luna, chissà se la trovava bella e affascinante come la trovavo io.

"Siamo proprio agli opposti" sussurrò in quella notte illuminata solo dalla sfera bianca.

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Hey, come va gente?

Sono passati tipo due mesi, ma ho finalmente pubblicato.
Ero molto indecisa se continuare questa storia, sia perché la sto portando troppo per le lunghe, sia perché non mi soddisfa pienamente e sia perché molto spesso ho un blocco.
Per ora penso la continuerò perché vorrei finirla nonostante sia un po' demoralizzata, poi è pure iniziata la scuola quindi sarò ancora più stanca, ma sono motivata e cercherò di aggiornare e terminarla.

Voi come state? Avete iniziato la scuola? 💔

Spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto anche se vi ho fatto aspettare 20 anni :(

Alla prossima <3

Mille Parole| Tancredi&Aka7even Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora