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« Ho bisogno di te. » ansimò con la voce rauca nel mentre le mani si muovevano freneticamente sulla morbida divisa bordeaux del chirurgo. Le cui iridi, d'altronde, rimasero fisse sul volto arrossato del sensuale porno attore.
Il bruno provava una miriade di emozioni contrastanti al momento, non erano da ritenersi importanti poiché il gonfiore nei pantaloni da tuta lo stava infastidendo parecchio.
Ma voleva sentirlo, voleva sentire cosa si provasse ad essere dominato dall'uomo corvino davanti ai suoi occhi. Voleva sentirlo dentro di sé mentre toccava il suo punto più debole.

Come erano finiti all'interno dello studio del cardiochirurgo a consumarsi con agitazione?
Be', era servito un semplice "faccia sesso con me" sussurrato, per convincere il dottor Hwang.

Due uomini adulti; ognuno con la propria vita ma ognuno consapevole del fatto che questo evento avrebbe cambiato in qualche modo il loro rapporto.
Era sciocco correre il rischio, baciandosi e sospirando all'interno delle mura grige della struttura ospedaliera. Specialmente perché la relazione tra i due era la stessa di un paziente e il proprio medico.

« Quindi è questo quello che provano su Grey's Anatomy. » si lasciò sfuggire Hyunjin con un mezzo sorriso stampato sulle labbra rossastre. Un sorriso, modestamente, da togliere il fiato a chiunque.

Sempre il corvino spinse velocemente l'uomo più basso contro il muro niveo, schiacciandolo tra quest'ultimo e il suo tonico corpo che emanava tanto calore.
La sua bocca finì direttamente sul collo nudo, andandovi a lasciare una infinita scia di baci ed imperfetti morsi nel frattempo che Felix portava una mano tra i suoi fili scuri, dunque, tirandoli con violenza.
Era eccitato, e sì, spinse il bacino contro quello del dottore pur di poter sentire la rigida virilità di quest'ultimo a contatto con la propria.
Un lieve gemito uscì dalla sua bocca, un gemito che in seguito fu strozzato prontamente dalle labbra avide di Hyunjin.

« Fanculo. » imprecò l'australiano prima di inserire la lingua all'interno della bocca del corvino, per poterla esplorare con disattenzione ancora una volta.
Il suo muscolo cardiaco batteva forte, mentre le sue guance diventavano ancor più rosse, e i suoi occhi, di un tenue color miele, ancor più lucidi in preda all'eccitazione.

Dopo intensi attimi passati a scambiarsi saliva e fuggevoli baci, il dottor Hwang lo fece girare, per tanto, Felix, finì con la guancia destra schiacciata contro il muro biancastro.
Sempre intrappolato tra quest'ultimo e il corpo muscoloso del chirurgo.
Entrambi troppo presi dalla bolla erotica per poter veramente comprendere cosa stesse accadendo attorno a loro.

« Fermati Hwang. » di colpo il bruno lo spinse via con decisione.

Sentiva qualcosa di strano ed insolito dentro di sé; come se improvvisamente, toccando questo uomo, fosse diventato vulnerabile e fragile.
Aveva bisogno di riprendere aria perché improvvisamente questa situazione lo stava lentamente soffocando.
Non poteva permettere di farsi del male; non lo avrebbe più tollerato. Ma come poteva affermare tale cosa se quanto stava provando era semplicemente un vuoto inspiegabile.

Gli occhi si impigliarono nuovamente in quelli scuri del cardiochirurgo, notando una difficile espressione da decifrare.
Che fosse deluso o semplicemente non capiva perché lui si fosse fermato, era senz'altro comprensibile.
Come dargli torto.

Cosa sto facendo? Chiese un attimo a sé stesso con il respiro che diventava sempre più pesante.

Senza aggiungere nemmeno una parola, il brunetto uscì disinvolto dallo studio, lasciandosi dietro un Dottor Hwang piuttosto amareggiato. Aspetto decisamente normale dato che era stato Felix stesso a dare inizio a tutto. Perché ritirarsi all'ultimo? Fu quanto si domandò.

Poco ci diede peso poiché tra esattamente cinque minuti attendeva la visita di un altro dei suoi regolari pazienti. Almeno sarebbe stato occupato a prescrivere medicinali, oppure ad intervenire al pronto soccorso. Anziché pensare al bruno e a cosa potesse aver sbagliato.

L'australiano, d'altro canto, era ormai fuori dall'edificio; sul marciapiede affollato con la testa dove pensieri pressoché negativi sembravano regnare. Camminava e camminava senza una meta precisa, ma ciononostante sapeva bene dove i suoi piedi avrebbero deciso di portarlo. Un posto sicuro per lui.

E dunque, eccolo davanti al locale Midnight.

« Jisung, fammi qualcosa di forte. » ordinò lui sedendosi velocemente al bancone, « Successo qualcosa? Sembri un po' strano. » il barman fece notare.

Felix scosse la testa, cercando di non ripensare più a quanto accaduto dentro alla Ackles Mercy L.S. Hospital.
Sebbene si impegnasse nel non pensarci, finiva ingenuamente col ripensarci. Era frustrante.

« Capito, non hai voglia di parlare. » spostò il drink appena fatto verso la testa bruna, cosicché quest'ultimo lo potesse prendere.

In un unico sorso lo mandò giù; il cuore gli accelerò notevolmente, mentre i suoi occhi scrutavano attentamente l'interno del locale gremito di gente.
Alcuni ridevano e scherzavano, chi invece continuava a bere senza fermarsi un attimo, e altri che si erano persi a ballare in mezzo a semplici sconosciuti.
Ma se la musica che rimbombava sonoramente per le mura del Midnight era quanto più sembrava piacergli, adesso non era proprio dell'umore.

« Vado a fumare. »

Per tanto, con la punta bianca di una sigaretta tra le labbra rosa decise di allontanarsi dal bancone, avviandosi verso il retro dell'edificio. Si chiuse la porta per lo staff alle spalle.
Non che gli fosse concesso uscire da quella parte, ma l'amico Jisung lo aveva accompagnato, notando il suo pessimo umore.

Con la schiena, ricoperta da una semplice maglia nera, che poggiava al muretto color ocra, portò la mano all'interno della tasca dei cargo grigi per tirare fuori un accendino. Ma di esso, non c'era alcuna traccia.
« Che palle. » si lamentò, calciando il bidone della spazzatura accanto.

Stava andando tutto storto.

« Ti serve un accendino? » soggiunse una voce sconosciuta alla sua destra. Felix si trovò ad alzare lo sguardo per poter osservare la persona che aveva osato parlare.

Era una giovane donna dai capelli ricci, forme abbondanti e labbra carnose. Probabilmente afro americana. Senza ombra di dubbio una bellissima ragazza. A passi lenti si avvicinò alla figura del brunetto, per poi fermarsi davanti, e dunque tirare fuori un accendino.
Non lo porse direttamente all'uomo, bensì lo portò davanti alla bocca di quest'ultimo dove teneva la sigaretta.
Sempre sotto allo sguardo curioso e divertito di Felix.

Lo accese. « Cosa ci fa una bella donna come te qui fuori tutta sola soletta? » domandò a lei.

« Potrei chiedere la stessa cosa. » ribatté con un mezzo sorriso disegnato sulle labbra, « Se cerchi qualcuno con cui fare sesso, ti avverto bellissima non sono dell'umore. Nonostante tu sia la mia tipa ideale... »

« Peccato, allora ti lascio stare. » disse lei senza abbandonare il sorriso, non cercando di nascondere la lieve delusione. Dunque, dopo il rifiuto, la donna tornò dentro al locale dove le sue amiche la stavano aspettando per bere insieme.

Cosa mi sta prendendo? Si domandò sospirando pesantemente mentre del fumo grigiastro usciva dalla sua bocca. Aveva appena rifiutato il suo prototipo di donna perfetta.
« No, non stai bene. » soggiunse la voce di Jisung alle sue spalle.

« Lo so, non sembro me stesso... »


DADDY, HYUNLIX Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora