Barcollante, con una Chesterfield fra le dita sudate, marciò incerto verso il comodino. Il cellulare non cessava un attimo di squillare. « Pronto? » disse annoiato.
« Salve, sono l'assistente del Dottor Hwang. È in sala operatoria da quasi tre ore, dunque riferisco da parte sua se le è possibile andar a prendere Gea a scuola. »« Cosa? » Che fosse stupito nell'udire la voce della donna, era palese.
« Come mai lo sta dicendo a me? » domandò cercando di elaborare la frase appena sentita, « È l'ultima persona che il dottore ha chiamato. E ho dedotto fosse il suo amico. »
Si giustificò lei.Non aveva ben compreso la situazione ma decise di tagliare corto con: « Okay, gli dica di non preoccuparsi, ci penso io a sua figlia. »
Era il tardo pomeriggio. Il caldo sole, in procinto di cadere, placido, in un sonno temporaneo, stava pian piano scomparendo dal quadro. Temporaneo, come le nuvole ardesia che, galleggianti, attraversavano il vasto cielo colorato. Somigliavano forse allo zucchero filato del simpatico ahjussi, che era solito a venderlo ai bimbi del quartiere coreano in cui aveva abitato.
Se la mattina l'aveva trascorsa a parlare con suo fratello. A rivivere i più piacevoli ricordi della sua vita, e dunque, lasciarsi abbracciare dal tepore della voce di Ban Do.
Adesso, invece, gli toccava uscire e andare a prendere da scuola una mocciosa che non era sua, tra l'altro.Si domandò come mai dovesse andare a prendere Gea alle sette di sera.
Cosa ci facesse a scuola a quell'ora non si sapeva. Inoltre, non c'era la babysitter per questo?
Inutile perdere tempo a porsi domande alle quali non avrebbe avuto alcuna risposta. Pertanto, dopo minuti persi a riordinare i pensieri, decise di spegnere la sigaretta consumata.Infilò, frettoloso, degli jeans alla Lil Tjay che, di recente, aveva lanciato sulla seggiola nei pressi del suo letto. Lasciando, invece, sopra, la maglia bianca di cotone che aveva tenuto per metà pomeriggio. Insomma era un ventottenne, ma il drip non gli mancava di certo.
Con il cellulare e le chiavi di casa in mano, uscì dal suo appartamento, avviandosi a piedi – poiché distava poco – , verso quella che era la scuola elementare Merryhill.
Il nome gli suonò in qualche modo familiare. Se ricordava bene, c'era stata una sparatoria qualche anno fa. Oppure era avvenuta in un liceo, o in una scuola media.
In ogni caso, era cosa piuttosto comune da queste parti.Non gli era mai piaciuto più di tanto quel quartiere. Specialmente perché era zeppo di vecchietti americani e non. Era noioso, detto brevemente. Uscire di casa per una passeggiata, e trovarsi davanti il volto dei tuoi carissimi vicini di casa che sarebbero potuti morire in quel esatto momento? No.
La brezza s'infiltrava, dispettosa, fra le tante piegature della maglia dell'uomo. Era sì gradevole sulla pelle, ma fastidioso poiché, brusca, faceva svolazzare le sue ciocche di capello bruno. Si stava avvicinando sempre di più alla scuola, secondo quanto letto sullo schermo del cellulare. Cinque minuti e sarebbe giunto a destinazione. Pertanto decise di scollegare gli airpods, lasciando in sospeso la canzone Moon di Kanye West.
Passato il cancello di metallo, i suoi piedi marciarono fino a laddove i genitori degli alunni chiacchieravano del più e del meno. Li guardava in volto uno ad uno e chiedeva a se stesso: « Chissà com'è la loro vita da genitore. »
Una strana sensazione prese possesso di lui. Non avrebbe potuto descriverlo con semplici parole; non era proprio piacevole ma neppure sgradevole. Forse nauseante?
I bimbi, d'altro canto, correvano con i cuori colmi di gioia, nel parco giochi della scuola.Il bruno cercò una testolina mora tra di loro. Ed eccola, così la richiamo: « Gea! »
Vestita di un semplice abito color salmone morto, teneva due tenere treccine come acconciatura. Inizialmente, non sembrò riconoscere la rauca voce dell'uomo, ma una volta vista la sua faccia, spalancò la bocca come ad aver capito. « Lo zio Felix » disse.
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DADDY, HYUNLIX
FanfictionDove un virile porno star, Lee, e un seducente cardiochirurgo, Hwang, si abbandonano al sesso.