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Sex n The Car.

« Bene » mormorò, « siamo ormai vicini al mio appartamento. »
Disse l'uomo, le cui ciocche di capello bruno si erano increspate a causa delle miriadi di gocce cadute durante la pioggerella. Aveva piovuto un poco la sera e non che avesse smesso completamente, ma erano diminuite le goccioline che andavano a sbattere, con bruschezza, sul vetro dell'auto.

Quest'ultimo, venne parcheggiato a qualche metro dall'entrata del grosso edificio nel mentre il volume della radio - al momento la canzone Troublesome '96 di Tupac Shakur - si smorzava piano piano.
« Vuoi salire su da me? » si trovò a proporre Lee gettando lo sguardo sul viso, messo in luce, in modo lieve, dal tremulo bagliore proveniente dall'esterno, della persona la quale sedeva al posto del guidatore.
« Facciamo un'altra volta, devo tornare da Gea. » il dottore gli rispose assottigliando le labbra.

Felix, in quel frangente, non seppe cos'altro aggiungere, pertanto, dopo essersi passato una mano fra i fili brunastri, se ne stette in rigoroso silenzio a guardare l'intensità della pioggia aumentare. E se da un lato c'era lui, placido, con le palpebre socchiuse che udiva il rumore delle gocce d'acqua schiantare, dall'altro, invece, Hyunjin sedeva pensoso con l'idea che la serata non sarebbe dovuta terminare in questa maniera. Anzi, non voleva che la romantica serata terminasse.

Egli, di fatto, rimase per qualche effimero istante a guardarlo. Quei occhi castani a mezzaluna, che lasciavano trasparire amore, lo scrutavano dalla desiderabile bocca, alla piegatura della maglia color bitume sino al particolare del gioiello argento che era solito a indossare al collo. Furono attimi, attimi fuggenti nei quali mosse la testa verso il viso del bruno posando due dita sotto al suo mento. Lo guardò un'ultima volta e lo baciò.

Sì, lui lo baciò e lo baciò fino a mancargli il respiro.
Un gesto che racchiuse quanto i due uomini stavano provando nei loro corpi, caldi, in quel momento di romanticismo. Era l'ardore, era una voglia infrangibile di consumarsi spudoratamente. Con volgarità.
Il desiderio di spogliarsi e unire le loro carni.

« Ho ancora dieci minuti. » poté riferire, speranzoso, Hwang. Incrociò lo sguardo mieloso del suo compagno di avventure passionali, le cui labbra, rosse per i baci strappati, si stesero in un sorriso bastardo.

Quel che sarebbe capitato a breve fu una ovvietà. Era giusto descriverlo come una improvvisa voglia di fare attività fisica per bruciare kilocalorie. Bisogna mantenersi in forma, no?
Il bruno era l'ultima delle persone che sarebbe voluto finire a Vite al limite dal dottor Nowzaradan, a Houston, nel Texas.

Lui obeso? L'obesità non è una malattia?
Erano parole pronunciate da Lee. L'antagonista, l'adolescente immaturo che accompagnato dalla combriccola era solito a deridere dei suoi coetanei in carne.
Lui non aveva mai voluto essere il protagonista di un film sui Teenager americani. Il classico sfigato; un reietto, detto brevemente.
Crescere era stato realizzare che coloro i quali venivano disegnati con il nome di cattivi, erano, in realtà, i veri protagonisti della società alla quale appartenevano. Un eroe sarebbe disposto a sacrificare la tua vita pur di salvare il mondo, ma un cattivo sacrificherebbe il mondo per te.

Voleva diventare il cattivo di Hwang? Era disposto a sacrificare il mondo per lui?
Troppo presto per dare una risposta. Ora come ora desiderava soltanto mangiarselo, e non solo con gli occhi.

Di fatto, i due uomini, in seguito ai diversi minuti trascorsi a scambiare saliva, decisero di spostarsi nei sedili posteriori dell'auto. Frettolosi quali erano, cominciarono a liberarsi dei ingombranti tessuti in cui i loro corpi, caldi, si erano stretti in precedenza. Perché la brezza, dispettosa, si infiltrava fra le piegature dei loro abiti.
Il brunetto si posizionò in mezzo alle cosce nude del medico. Le sue labbra, a poco a poco, come un fiocco di neve in una giornata di gelo, andarono a posizionarsi sulla sua pelle ambrata. Con una singolare delicatezza proseguì baciando quei tratti di pelle che in bocca sapevano solo di salato. Una scia di dolci baci che lo portavano all'interno coscia.

La testa nocciola si alzò e in quel frangente i boxer, rigorosamente grigi e stretti, furono abbassati. Il soggetto di tale azione finì col fissare, sebbene inconsapevole, la virilità ormai grossa e retta.
E senza por alcun tempo in mezzo, si sbrigò nell'inglobare l'intera lunghezza, strappando dei sonori gemiti di piacere al trentenne. I polmoni si contraevano cercando aria, il fiato gli si accorciava man mano che provava ad afferrare, con decisione, qualche ciocca di capello brunastro.

« Cazzo- »
Che Lee Felix ci sapesse fare con la lingua, era evidente.
Ma c'era da aspettarselo da un porno attore come lui. Un uomo spumeggiante e dall'anima estrosa.

Di lì a poco, sempre seguito dai movimenti circolari del muscolo e la bocca che saliva su e scendeva giù, Hyunjin eiaculò non essendo più riuscito a trattenersi. « Sei venuto presto. » commentò ridacchiando l'australiano.
« Capita ma ora sali su. »
Picchiettò, leggermente, le proprie cosce.

Felix non capì subito cosa intendesse l'altro.
Pertanto, Hyunjin si ritrovò ad afferrarlo facendolo adagiare, con premura, sulle sue gambe. Poiché la stretta apertura del bruno fosse ormai abbastanza dilatata, il membro del maggiore quasi scivolò automaticamente all'interno.
Un gemito di dolore sgusciò dalla bocca del bruno, le cui dita affusolate andarono a stringere con fermezza gli avambracci del chirurgo.

Schiena contro schiena; il respirare pesante del corvino si infrangeva sul collo nudo del compagno. Le mani di Hyunjin girovagavano dal suo petto prosperoso sino ai suoi fianchi magri. L'avida bocca del cardiochirugo che mordeva, insistente, quel preciso punto della pelle morbida del brunetto.
E dunque, fu solo l'inizio del loro unirsi; del loro divenire un corpo soltanto. Ripresero a consumarsi, con volgarità, all'interno della macchina che ad ogni sobbalzo strideva. Le narici venivano inebriate dalla cologne: una fragranza agrumata, dall'odore frizzante.
E la voce di Eazy-E guidava quei movimenti, movimenti descritti come erotici.

Il sesso era per loro una droga: una volta avuto il primo assaggio era impossibile farne a meno.
Il sesso era un'arma a doppio taglio.
Il sesso era un gioco. Il loro gioco d'insidia.
Chi sarà il primo ad arrendersi? Ancora non c'era risposta a questa domanda.

DADDY, HYUNLIX Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora