DADDY, HYUNLIX

17

Mentre il brunetto sembrava occupato a versare dell'acqua naturale coi piedi che poggiavano sul pavimento in graniglia, Hyunjin diede una veloce occhiata allo spazioso soggiorno di quest'ultimo. Tonalità neutre, fredde e opache erano per lo più quanto caratterizzava il luogo. Come i divani nero pece di pelle, le morbide tende con nemmeno una piega nivee e infine il muro bianco ottico.

Poiché fosse oramai tarda sera, una sbiadita luce giallastra, che scarsamente illuminava l'ambiente, prese il posto di quella che solitamente utilizzava durante il giorno.

« Il tuo appartamento è davvero bello e ordinato. » fu dunque così che il chirurgo ruppe la gradevole quiete creatasi precedentemente, « Mh grazie, mi ci era voluto un sacco per potermelo permettere, ma alla fine ce l'ho fatta. » incurvò le labbra in un lieve sorriso ricordando della estenuante corsa fatta per poterla comprare.

Il bruno si diresse verso il divano scuro dove da un po' di minuti l'altro uomo sedeva, ma stranamente cambiò idea non appena lo vide in faccia, per tanto, si ritrovò, così, a poggiare il bicchiere di vetro su un mobile.
I due, un quarto d'ora fa, stavano ancora camminando per strada a chiacchierare di vari argomenti fino a quando l'australiano, di colpo, non decise di proporre di fargli vedere casa sua. E infatti, eccoli qua adesso.

Felix, senza fiatare e con le iridi ben fisse sul corpo e sul volto di un corvino intento a guardarsi in giro, avanzò lentamente proprio come un felino. E in un fuggevole attimo le sue mani andarono a toccare le spalle di Hyunjin, dunque spingendolo giù sulla superficie liscia del divano per poi infine sistemarsi comodamente sopra al bacino di quest'ultimo. « Eccoci qua. » sussurrò incatenando lo sguardo a quello dell'uomo sotto di sé mentre le due mani si bloccarono all'altezza della testolina scura.
Rimase per indescrivibili istanti a studiare ogni angolo del suo perfettamente disegnato viso attraente, lasciandosi folgorare dai più minuti particolari come il piccolo neo sotto all'occhio.

« Benvenuto nella tana del lupo. » un sorriso bastardo si fece spazio tra le labbra rosa del brunetto, « Mi sbranerai? » domandò ironicamente il cardiochirurgo.

« Oh sì, non avrò alcuna pietà. » affrettò per poi finalmente, dopo frustranti giorni a rivivere i bei ricordi vissuti allo studio, buttarsi avidamente sulla bocca carnosa di Hyunjin.

La distanza tra i due si azzerò ancora una volta, e Felix poté nuovamente riassaporare la particolare morbidezza delle labbra rossastre del corvino. Una sensazione di cui aveva sentito la mancanza.
In un breve istante, le due bocche si unirono con voracità, come d'altronde le lingue si intrecciarono freneticamente.
Ognuna di esse che si muoveva esperto; ognuna di esse che accarezzavano l'un l'altro come se si conoscessero già da tempo. Il respiro quasi gli si appesantì man mano che esplorava con fugacia la bocca del corvino.
Passò la lingua bagnata sul labbro inferiore di quest'ultimo per poi posarvi i denti e morderla ripetute volte.
Hyunjin, nel frattempo, si sbrigò a portate la mano destra sui lisci capelli bruni, accarezzandoli dolcemente per poi passare a tirarli leggermente. Rischiando di fare eccitare maggiormente l'uomo sopra di sé.

Il bruno d'altro canto sapeva cosa voleva, perciò, persino la maglietta, che stava indossando fino a qualche secondo fa, finì direttamente a terra.
Dopodiché pensò all'uomo corvino, e con uno sguardo alquanto divertito lo fece alzare un po', passando dunque a sbottonargli la camicia di cotone.
Certo, se fosse stata la prima volta per entrambi sarebbe andato decisamente piano, ma la sua voglia aumentava sempre di più, e insieme a lui pure quella di Hyunjin, il quale sembrava voler andare subito al dunque.

Non passò nemmeno un secondo in più, che la lingua di Felix si catapultò del tutto sul collo nudo dell'altro. Lasciandovi prima, una leggera scia di baci umidi, per infine passarvi i denti per poterlo marchiare ripetutamente.
Succhiava con lentezza, facendo attenzione a non renderli troppo evidenti.
Dopodiché portò la lingua sui capezzoli, lavorando prima su quello sinistro.
Il bruno, riassumendo, aveva ormai preso il completo controllo della situazione, passando dal collo, alla clavicola per poi scendere giù fino all'elastico bianco dei boxer.