perché?

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Indil corse verso la grande folla, però altre persone sembrava avessero avuto la stessa idea, quindi l'avanzamento fu molto lento. Ma continuava ad avanzare, continuando a chiedere di farla passare, mantenendo anche qualche imprecazione dovuta all'ennesima volta che veniva spinta o calpestata.
Quando era ormai a metà strada sentì il vice capitano dei ribelli parlare.
-Cosa ci fate voi qui?-
Una voce maschile,adulta ma allo stesso tempo nel fiore degli anni, prese parola.
-Non vogliamo farvi niente, chiediamo solo riparo. Il villaggio di ognuna di queste persone è stato bruciato dai soldati del re, vi prego abbiate clemenza verso noi , ormai senza casa.-
Dette quelle parole ,la folla che si estendeva davanti agli occhi della ragazza, iniziò a mormorare, rendendo difficile l'ascolto della conversazione tra il giovane e il vice capitano.
Ad un tratto qualcuno accortosi dell'esistenza di Indil fece aprire un varco, passo tra la gente che la fissava come avevano fatto dal primo giorno, curiosi e indegni nel poterla guardare, lei infisciandosene degli sguardi , continuò avanzando verso la prima fila.
Quando uscì , finalmente si ritrovò davanti Ambra con i suoi soliti riccioli d'oro, un uomo che potrebbe essere paragonato ad una palla, i nuovi arrivati e un ragazzo poco più alto di lei, capelli mori ed occhi nocciola, a causa della barba leggermente incolta non capì subito chi gli stava davanti. Indil rimase ferma in piedi guardando guardando la figura, l'unico filo conduttore che la collegava ancora al suo passato, Eliot.
-Indil? Cosa ti prende- Ambra le parlò cercando di farla tornare alla realtà.
Sul viso della ragazza una lacrima le rigò il viso, schiarendo gli occhi azzurri. Si mise a piangere come se tutto il dolore che aveva contenuto dentro fosse esploso tutto d'un tratto e tra i singhiozzi...
-Eliot non credevo di riuscire a rivederti-
-Mary?-
-No!beh si, ma il mio vero nome è Indil.-volse lo sguardo verso la multitudine di gente che si estendeva alle sue spalle-Sono amici, dategli un letto e del cibo. -
-Wow...hai i capelli rossi!-
-Lo so-
-Pensavo che fossi partita per la terra dell'acqua, ma poi ho visto l'avviso di taglia , e ho pensato al peggio.-
-Allora andiamo abbiamo così tante cose di cui dobbiamo parlare.-
I due restarono tutto il giorno insieme mostrandogli i vari luoghi , quando il sole calò incontrarono Lindir.
-Lindir, vieni qui.-Indil lo chiamò, ma sembrava ignorarla, continuò chiamandolo, ma senza successo. Lindir sembrava fastidiato da quella amicizia.
Come sempre faceva andò nella parte nord-est dell'isola in un luogo, che aveva incontrato qualche tempo prima durante una sua escursione, era un semplice ruscello circondato da alberi, tra questi c'era una quercia, che da un po di tempo non si trovavano perché stati usati per costruire armi e cose del genere.
Cacciò il violino dalla custodia, che portava sempre con se, e iniziò a suonare una melodia dolce e sincera. Come magia tra i capelli blu notte, nacquero dei piccoli boccioli di rosa grigi che in seguito abocciarono e si colorarono di bianco, alcune ciocche diventarono alghe,i vestiti sporchi e logori si riempirono di foglie e fiori, la pelle diventò bianca e brillante, e piccoli ghirigori verdi si disegnavano su tutto il corpo. Mentre suonava una forte luce bianca veniva dalla quercia, Lindir senza smettere di suonare si avvicinò all'albero, in sottofondo una vocina canticchiava, appoggiò il violino a terra, ma la voce non smise. La luce arrivava da un buco nel tronco, quando la luce si accorse della presenza di Lindir si nascose dietro alcuni pezzetti di corteccia,Lindir la invitò di uscire e si mostrò all'elfo.
La luce diventò più tenue,  aveva  capelli bianchi lunghi fino ai piedi, la pelle candida e due grandi occhi lilla, in certi tratti poteva sembrare una bambolina in altre non sembrava essere qualcosa di ancora esistente.
-Mi...mi chiamo Cry...Crystal, tu?-
-Lindir, ma tu cosa sei?-
-Sono una fata-folletto, cioè mia madre era una fata e mio padre un folletto, ma non so il nome esatto, come vedi sono più grande di una normale fata ed è anche per questo che non posso volare con le mie ali perché troppo piccole.-
-Interessante-Lindir sorrise.
-ohhhh...che bel sorriso-disse Crystal stupita.
-No, ma che dici ci sono sorrisi molto più belli.-
-Beh, sai sei la prima persona che conosco.-
-Davvero? Comunque è tardi io devo andare, ma prima, cosa ci fai qui tutta sola?-
-Ci vivo.-
-Bene.- come disse quello scomparve tra gli alberi.
Tornato al villaggio, gli giunse la notizia che i ribelli dell'isola di Latis (questo è il suo nome) si stavano dirigendo lì, con la gioia nel cuore per l'arrivo della sorella si diresse alla sua capanna. Verso pomeriggio le navi attaccarono al porto, da quella di mezzo scese la sorella, nei tre mesi in cui non si erano visti sembrava più grande e i suoi capelli erano cresciuti davvero molto. La ragazza gli corse incontro e si abbracciarono a lungo, sembravano esser passati anni.
-Com'è andata? -
-Bene, hai suonato?-chiese prendendo dai capelli blu notte una rosa bianca appassita. Lui annuì.
-Sono così felice che hai ricominciato a suonare, dopo suoni "flower in to the fog"?-
-Certo, andiamo!-
-Aspetta Haleney, deve ancora scendere.-
-Vi siete portati anche lei? È pericoloso.-
-Ha insistito, oh eccola.-
-Lindir quanto tempo.-
Si salutarono e Lindir gli mostrò l'isola, poi ognuno andò nella capanna affidatagli.
Arrivata la sera, Indil e Lindir si incontrarono, lui cambiò strada ma lei lo fermò.
-Perché mi ignori?-
-Lasciami andare Indil.-
-Dimmi perché! -Indil lo tirò per un braccio, si girò e la guardò negli occhi. Lei lasciò la presa e lui se ne andò.

L'ultimo dragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora