"Alex, vieni qui!"
L'urlo di Hannah mi fa prendere un colpo. Non mi accorgo che avesse già cucinato, ma son felice di mangiare del vero cibo.
Ci sediamo attorno al tavolo, Hannah e Alex si prendono per mano e prendono anche la mia. Recitano qualche preghiera con gli occhi chiusi, li imito senza però dire nulla.
"Sei credente?" mi chiede Alex
"No" No, non sono credente, sono agnostica ma il mio scarso inglese mi impedisce di specificarlo.
Mentre mangiamo mi fanno mille domande, ma rispondo solo alla più generica "Mi dici qualcosa di te?" che mi permette di dire quello che voglio:
"Malena, 16 anni, sono della Sardegna ma abito in nord Italia"
Hannah annuisce, palesemente insoddisfatta di quel poco che ho detto. Abbasso la testa guardandola di tanto in tanto.
Il mio piatto è ancora pieno, sposto il cibo da una parte per far sembrare di aver mangiato più di quel che ho fatto e mi alzo.
Sento il loro sguardo su di me, mi scuso e dico di dover andare in bagno.Oggi sono stata più in bagno che in camera. Apro l'acqua del rubinetto e mi accascio davanti al wc.
Le dita in gola mi provocano dei conati ma nulla di più, non riesco proprio a vomitare.
Ci provo di nuovo ma nulla. Bevo dell'acqua, molta molta acqua.Riesco a buttar giù solo del liquido giallognolo.
Mi arrendo.
Sto seduta a terra ancora per un po', mi lavo le mani ed esco.Hannah mi porge uno spazzolino da denti e mi consiglia di dormire
"So che sei stanca"Lo so anche io, però sono troppo stanca per dormire.
Mi accompagna a letto, mi tiro su le coperte ma lei si assicura di rimboccarmele e per quanto mi metta a disagio, mi fa piacere."Io non so cosa tu abbia in mente, so poco di quel che hai passato e so che sei molto introversa, ma ti prego, non esitare a dirmi qualsiasi cosa tu voglia dire.
Sono qui"
Mi stringe la mano ed esce.'Sono qui'
Le son bastate due parole per mostrarmi il suo affetto.
Papà, se non ti fossi sparato anni fa ti chiederei di prendere appunti.
Apro la finestra e torno a letto cadendo 'come corpo morto cade' in un sonno pesante."Malena, malena svegliati"
Mi alzo confusa, guardo sul comodino.
Sono le tre del pomeriggio."Scusa" balzo subito dal letto e mi metto le ciabatte
Hannah scuote la testa sorridendo e mi invita a far colazione di sotto.C'è silenzio.
"Alex?" chiedo. Non è da me, ma questo silenzio mi mette più a disagio del rossore che sento ora sulle guance.
"È fuori, con degli amici. Appena finisci di mangiare vestiti che usciamo. Ho in mente un po' di cose, ok?"
Mi piace quando a fine frase chiede sempre "ok?", mi fa sentire più libera di scegliere anche se la risposta è sempre un 'sì' accennato con la testa.
Metto dei jeans che mi diede il primo giorno e una maglietta lunga. La trovo davanti alla porta che mi aspetta.
Il tragitto casa-centro città è stato silenzioso nonostante i suoi tentativi di iniziare una conversazione.
Mi spiace, mi sento in colpa, ma non riesco a parlare.
Parcheggia al lato della strada in una via piena di piccoli negozietti, bancarelle e bar sparsi qui e là.Con la sua mano cerca la mia ma la evito come se non me ne fossi accorta continundo a camminare fianco a fianco fino ad un negozio di vestiti.
L'ultima volta che ci son stata era quando ancora andavo alle elementari.
Papà era a lavoro e io e mamma prendemmo il treno per andare da qualche parte. Non la lasciai tornare a casa finché non mi fece entrare in uno di quei negozi con vestiti usati o di seconda mano.
Proprio lì mi comprò la maglietta che ancora adesso conservo nonostante l'odore di muffa.La commessa mi squadra da capo a piedi e alzando la testa incontra il mio sguardo e il sorrisino da "brutta stronza, non ti piaccio?"
Hannah mi trascina per il negozio segliendomi i vestiti e chiedendomi ogni volta se va bene.Va bene sempre tutto anche se non va mai bene niente.
"Entra e provati questi due, non so se questa taglia va bene"
La fisso per qualche secondo ed entro nel camerino vuoto ad eccezione della piccola poltroncina e di qualche appendino.
Con i vestiti piegati sul braccio aspetto davanti allo speccio guardandomi solo in faccia, non voglio neanche guardare il resto.
Il mio sguardo scappa al mio controllo e percorre ogni singola cellula del mio corpo.
Le braccia mollicce faticano a tenere su i pochi vestiti che ho, permettendomi di poggiarli sulla poltroncina e di avere una visuale migliore. Lo specchio mi confonde e i miei occhi vedono cose diverse. Non so più come sono, non so se essere uno scheletro o una balena.Sulle anche spuntano due ossa così appuntite da essere visibili anche da sopra ai jeans. Non respiro.
Prendo i vestiti che avevo poggiato ed esco. Hannah mi guarda con un sopracciglio alzato e come se le leggessi nella mente, scuoto la testa mormorando un leggero "No".
Sospira, andiamo alla cassa, paga e usciamo senza dire una parola.
"Vuoi mangiare qualcosa? Qui ci sono tanti posti che fanno degli ottimi biscotti. Dovresti provarli"
Sì, certo. Provarli.
Rifiuto l'offerta e sposto la testa sul finestrino sentendola rimbalzare sul vetro ogni volta che guida su un dosso.
Passiamo di fronte ad un negozio di elettronica.
Alla sua vista gli occhi di Hannah brillano, lo vedo dallo specchietto retrovisore. Ci fermiamo e tutta entusiasta mi accompagna dentro"Scegli qualsiasi telefono tu voglia, non me lo hai chiesto quando mi hai detto quel che ti serve, ma ne hai bisogno"
Passo tra le file di telefoni, tablet e computer. Mi sembra di essere nel futuro, quell'orfanotrofio potrebbe essere una capsula del tempo.
La smorfia sul mio viso si fa sempre più visibile, non sono un'economista ma so che i prezzi sono altissimi.
"Questo"
Un telefono abassatanza datato rispetto a tutti gli altri telefoni di utlima generazione con schermi senza neanche un tasto.
Hannah mi ricorda che posso scegliere qualsiasi telefono io voglia pensando di essermi fatta scrupoli, ma no: questo è il più adatto ad una come me.Usciamo e ripercorriamo la strada che abbiam fatto per venire qui. Ora che è quasi sera le strade sono piene.
Punto gli occhi su una ragazza che ha probabilmente la mia stessa età. I pantaloncini le lasciano scoperte le gambe e le cosce. Posso dire che ha in fisico simile al mio, ma per qualche strana ragione lei è bella e le sta bene.
Forse il problema non è il mio fisico. La mia faccia?
Mamma diceva che sono la bambina più bella del mondo; le piacevano i miei occhi 'da cerbiatta' ma io li ho sempre odiati perché troppo grandi. Sembro una mosca banale, così uguale alle altre ma così diversamente brutta. Occhi grandi e marroni, capelli neri lunghi e pelle olivastra: classica ragazza mediterranea, classica ragazza che ha sempre sognato di avere gli occhi azzurri e i capelli biondi da Barbie.Banale.
Di solito mi piace essere banale perché è noioso, e più noiosa sembro meno verrei notata. Trasparente.
Ma ora no, fisso quella ragazza fino a quando il semaforo diventa verde e la macchina mi porta via da quella lenta tortura.
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Il Suicidio di Medusa
AléatoireProm, feste, uscite con gli amici e college. Nessuna di queste accoglierà Malena sin dal suo primo giorno in America. Un passato tormentato, un presente ben peggiore e un futuro incerto. La storia non si focalizza sulle azioni, ne di Malena ne di ch...