28. Lotta con i cuscini

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Sono ancora avvolta in quel lenzuolo da quando se ne è andato in farmacia.
Non mi sono minimamente mossa o lavata.
Lo stomaco mi brucia e la sensazione di vomito non mi vuole passare.

Poggio i piedi scoperti a terra e cammino nuda fino al bagno.
Nonostante se ne sia andato lo sento ancora qui, lo sento dentro di me.

Non voglio prepararmi, ma tra poco devo tornare a casa e uscire con i ragazzi.
Mi avrebbero facilitato la vita se ci fosse stato un bidet, ma anche la doccia non è male.
Allo specchio la mia pelle sembra tanto sottile da mostrare tante diramazioni verdi sulle cosce e sulle braccia.
È un foglio scarabocchiato da vene e piccoli pugni, piccoli pizzicotti che mi do la notte per zittirmi.

I capelli zuppi gocciolano sul pavimento mentre mi vesto e creano tante piccole ombre sulla maglietta grigia.

Aspetto Sam sul divano mentre in mano tengo un pacco di patatine congelate che mi schiaccia lo zigomo poggiandolo a volte sull'angolo della bocca. Non è tanto rosso, ne tano gonfio ma la crosticina di sangue già si è formata.

"Sei pronta?"

Metto giù di scatto le patatine e lo seguo per le scale.
In macchina non vola una mosca, ma il silenzio vale più di mille parole, parole in tedesco a quanto pare perché io non capisco nulla nel suo mutismo improvviso.
Spero non sia ne arrabbiato ne offeso, ho pagato il mio debito e la prossima volta non uscirò senza farglielo sapere.

Mi lascia di fronte alla porta e se ne va.

"Ciao Male, avete usato i preservativi?"

Do un piccolo calcio sugli stinchi ad Alex andando in cucina.
Hannah sta facendo colazione e io mi unisco a lei.

"Ciao"
"Ciaaoo piccola, come stai? Non c'ero ieri ma fa niente, te lo ricordo anche adesso. Fare sesso senza preservativi non solo può farti rimanere incinta ma può anch-"

Alex mi salva la vita tappandole la bocca, mi passa del caffè che lascio sul tavolo e salgo in camera.

Ho ancora il pigiama di ieri sera addosso e con sé tutto il pianto che ho riversato.

In bagno uso del trucco per coprire i colpi.
Grattare via la crosticina di sangue mi mette i brividi, non fa male ma la sensazione è come quella di una pellicina che ti si stacca dal dito.
Lo zigomo continua a farsi notare, ma ne il gonfiore del labbro ne il rossore delle guance si vede.

Mi metto i jeans e una delle felpe di Alex, ormai è diventata un'abitudime e a lui non da fastidio più di tanto nonostante dia fastidio a Sam.

'Eli, tra quanto verrete?'

Dovevano essere a casa mezz'ora fa ma a quanto pare sono in ritardo.
Scopano come conigli da non aver più la concezione del tempo.

"Malena, ho ricevuto una chiamata dal preside e non è per Alex. Devo saper qualcosa?"

Bastardo, ha chiamato veramente.

"No"

Rimane ferma sull'uscio della stanza aspettandomi di cambiare risposta o di aggiungere altro, ma no, non devi sapere 'qualcosa'.

"E va bene, io ho cose da fare con uno dei miei clienti"

Se devo lavorare anche la domenica, non farei mai l'avvocato.

Esce e chiude la porta dietro di se lasciandomi appena sulla cornice del letto. Un po' di ansia per il colloquio lo ho, ma la mia mente è occupata da tutt'altro

Chiamo Sam e per tre volte il telefono squilla a vuoto. Non so veramente dove sia andato e il non sapere mi angoscia.

Ignoranza, dubbio, bivio.

Mi fanno paura, mi fanno vacillare tra speranza e paranoia.
Come un'altalena, da una parte all'altra.

Mal di mare, vomito, pianto.

Chiamo una quarta volta.

Rispondimi cazzo!
Parlami come mi hanno parlato i tuoi palmi sta mattina, odiami come ha fatto la tua voce e cullami tra le tue braccia ma per favore, rispondimi.

"Elise è qui"

Mi fa prendere un colpo. Bussare alla porta non esiste più, forse la porta stessa non esiste. E mi mette ansia essere così fottutamente scoperta.

Scendo dalle scale mentre cerco di mettermi il telefono in quelle piccole tasche anteriori.

"Principessinaaa"

Elise mi viene addosso facendomi cadere il telefono, ma la cover riesce ad evitarne la rottura.
Dov'è ora la mia cover?

"Come stai?"

"Bene, tu?"

"Benissimo"
Certo, benissimo.

"Dov'è Trevis?"

"È andato a prendere gli altri. Che hai sullo zigomo?"

E mo che le dico? Teoricamente non è stato Sam a picchiarmi sullo zigomo, quindi...

"Stavo giocando alla lotta con i cuscini con Sam ed è caduto su di me colpendomi con il gomito"

"Mmh, lotta con i cuscini o..." Alza e abbassa le sopracciglia muovendo il bacino.
Imbarazzante.

"Sesso? No, lotta con i cuscini"

Non capisco come mai la parola 'sesso' possa essere una parola proibita. Che c'è di male?
Le mosche fanno sesso, i rinoceronti, i cavalli, chiunque.

Perché cinque lettere creano così tanto disagio per la maggior parte delle ragazze?

Bussano alla porta ed Elise scatta ad aprire.
Come sempre, Tom e Dave sono i primi ad entrare seguiti da tutti gli altri.
C'è anche Sam.

Lo abbraccio  stando in punta di piedi, ricambia solo quando un lieve 'scusa' sussurrato all'orecchio lascia le mie labbra.
Dall'incavo del suo collo la mia faccia è puntata solo verso di lui: Luke.
È la prima volta che viene qui dopo l'annuncio della nuova coppietta del gruppo.

Lascio Sam e vado da lui.
Ci guardiamo e basta senza dire una parola.
"Vieni qua" Sorrido e lo abbraccio stringendolo forte.

"Mi hai perdonata?"
"No, ma Sì"

Mi è mancato, mi son mancate le sue pizze e i suoi occhioni.

"Dopo parliamo però, va bene?"

Annuisco e me ne torno da Sam. So che non è contento del mio incontro con Luke, ma non potevo ignorarlo.

Camminiamo a piedi fino al centro della scorsa volta. Molte ragazzi sono travestite, alcuni per halloween altre sembra lo siano per carnevale.

"Ora che anche Malena sa giocare a bowling possiamo tornarci"

Chi vi ha detto che Malena sa giocare a bowling?

Il Suicidio di Medusa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora