Cap. 9

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Camminai verso la stanza della ragazza controllando il cellulare nel caso mi scrivesse.

Arrivata bussai e subito la ragazza rispose facendomi entrare.
Mi abbracciò in lacrime ed io subito ricambiai chiedendole di sedersi e di spiegarmi cosa fosse successo.
<<i-io sono andata in cucina per prendere qualcosa da mangiare mentre ti aspettavo e-e mentre percorrevo il corridoio ho visto...>>
Si coprì la bocca mentre le lacrime continuavano a scendere sul suo viso
<<h-ho visto Itadori. Stava girando l'angolo e non so se mi abbia vista. Sono corsa nella sua direzione ma lui non c'era. H-ho visto il suo fantasma Yami. I-io n-non lo so m-ma non penso fosse uno scherzo della mia testa>>
Pianse più forte singhiozzando, mi sedetti di fianco a lei abbracciandola e facendole poggiare la sua testa sul mio petto, coccolandola fino a farla calmare mentre le accarezzavo la testa.
<<scusami tanto Yami. Ti ho sottratta da tuo appuntamento>>
<<oh, Nobara, tranquilla. Sei molto più importante te di un appuntamento>>
<<com'è andata?>>
<<beh...>>
<<non mi nascondere niente. Voglio sapere ogni particolare, soprattutto quelli piccanti>> mi guardò con fare pervertito per poi rimettersi sul mio petto pronta all'ascolto.
Mi sarebbe piaciuto parlare ancora di quello che era successo con Itadori, ma se la ragazza aveva deciso di cambiare argomento per non parlarne, io lo avrei rispettato.
<<mi ha portata in un ristorante di lusso e sinceramente mi sentivo molto in imbarazzo per questo. Abbiamo mangiato molto bene e mi ha regalato questo bracciale>> le mostrai il polso e lei prese l'estremità di questo toccando il piccolo cigno.
<<è Swarovski! Cavolo ti tratta proprio bene. Ma non perdiamoci, continua>>
<<siamo andati a prendere un gelato e tra le chiacchiere mi sono sporcata di panna la bocca e lui con il pollice mi ha pulita per poi leccarselo>>
<<no, non ci credo>> rispose entusiasta la ragazza tirando su appena la testa da mio petto.
<<e invece devi! Io ero super in imbarazza e lui mi ha detto una cosa tipo>> corressi la voce per assomigliare al sensei.
<<~non essere timida, sono sicuro che sotto sotto non lo sei~>>
La ragazza fece un gridolino alzandosi e mettendosi seduta davanti a me con le gambe incrociate in attesa del proseguimento.
<<poi abbiamo fatto un giro nel parco ma ha iniziato a piovere, siamo tornati all'accademia e...>>

Sono sicura di volerglielo dire?

<<e....?>> mi incitò la ragazza.
<<mi ha baciata e portata in camera sua>>
<<e...?>> fece dei movimenti circolari con la mano come a farmi sputare il rospo
<<e..... e niente. Eravamo entrambi quasi in intimo ma ho deciso di risponderti ed eccomi qui>> finì il discorso molto in fretta proprio perché non c'era molto da dire e non volevo entrare nel dettaglio di un momento privato.
<<oooh non ci credo! Proprio sul più bello>>
<<si... ma non so se sarei andata fino in fondo>> risi imbarazzata portando una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
<<oh. Non pensi sia il momento?>>
<<è che.... Boh. Non sono sicura dei miei sentimenti e non volevo fare il passo più lungo della gamba. Magari passandoci un po' più di tempo mi convincerò. Chissà>>

Ma in fondo so che non è l'unico per cui non so quali siano i miei sentimenti. Uff che casino

<<non ti devi sentire costretta. Se non ti sentivi sicura avresti fatto meglio a metterlo in chiaro>>
<<hai ragione. Guarda, guarda che esperta di consigli che sei!>> sorrisi alla ragazza mentre le sfregavo la testa scompigliandole i capelli e lei rispose con un semplice abbraccio.
<<Grazie di esserci Yami. Sei una delle persone più importanti. Ti voglio tanto bene>>
Feci una piccola smorfia amorevole mentre le accarezzavo la testa.
<<come sei dolce Nobara. Così mi sciolgo!>>

Passammo una altra ora tra chiacchiere e quando la ragazza si sentì pronta per dormire me ne andai.

Per i corridoi scrissi a Gojo avvisandolo della situazione e del fatto che ora Nobara stesse meglio.
Aprì la porta della mia stanza togliendomi i tacchi e lasciandoli di fianco ad essa.
<<Itadori? Itadori?>>

Chissà dove si è cacciato

Tolsi le spalline del vestito facendolo scivolare fino ai piedi rimanendo in intimo.
Lo raccolsi da terra sistemandolo nel armadio pieno di altri indumenti, la maggior parte comprati con Nobara, e fatto ciò mi stiracchiai alzando le braccia e inarcando la schiena.
Un attimo dopo un corpo caldo mi strinse in un abbraccio allungando una mano sul mio seno mentre il suo respiro premeva sul mio collo.
Spostai quel calore via da me imbarazzata e irritata dalla situazione.
<< in intimo sei ancora meglio. Mi fai venire voglia... di sbranarti!>>
Rise malizioso mettendomi sulla sua spalla e portandomi verso il letto mentre io facevo di tutto per liberarmi.
Con forza mi buttò sul materasso bloccandomi sotto al suo corpo, mise un ginocchio in mezzo alle mie gambe avvicinandolo sempre più alla mia intimità per poi sfregarlo lentamente.
Leccò una parte del collo per poi succhiare e mordere.
Alzò la testa sospirando bramoso osservando il reggiseno viola.
Mise un dito nel centro di esso iniziando a tirarlo verso il basso rendendo sempre più visibile quella poca pelle rimasta coperta e leccando in mezzo ai due seni.
Era piacevole ma non smettevo di pensare al mio corpo. A come nessuno mi avesse conosciuta nel profondo ma si fermassero solo alle mie curve.
Un senso di rabbia e delusione salì dalle mie viscere mentre la maledizione pensava solo al mio corpo.
Un leggero pizzicore arrivò agli occhi e decisi di isolarmi utilizzando la mia energia malefica.
Proprio come avevo fatto con Megumi, creai una bolla intorno a me escludendo Sukuna, raggomitolandomi in un angolino della stanza.
Lasciai scorrere alcune lacrime mentre la maledizione si era alzata confusa venendo verso di me e picchiettando due dita sulla bolla facendola vibrare.
<<che hai?>> la voce ovattata di Sukuna fece eco dentro la bolla.
Mi alzai da terra e la bolla si allungò verso l'alto lasciandomi i miei spazi.
Arrivai fino ad un cassetto prendendo una vestaglia e facendola entrare dentro la bolla la misi, per poi sciogliere quest'ultima.
Con il palmo della mano asciugai le lacrime sotto agli occhi confusi dell'uomo che si avvicinò.
<<beh? Che hai?>>
<<è che non voglio essere vista come un pezzo di carne. >> superai la maledizione togliendo le coperte dal materasso.
<<Sembra che mi vediate tutti così...>> conclusi rimboccandomi le coperte cercando una posizione comoda per poi spegnere la luce lasciandone una molto più debole ad un angolo della stanza.
Non volevo fare la vittima, volevo solo dire quello che pensavo e Sukuna sembrò per un momento capire.
Le coperte si alzarono leggermente e il letto fece un piccolo scricchiolio, la maledizione accese la luce appoggiandosi allo schienale del letto mentre io gli davo le spalle.
<<allora parlami un po' di te>>
<< mh?>> girai la testa nella sua direzione non capendo se fosse ironia o cosa.
<<hai detto che ti senti come un pezzo di carne. Allora parlami di te. >>
Il suo sguardo sembrava dire:
E poi ti salterò addosso

Ma accettai. Sembrava che si stesse sforzando di sembrare un po' più umano nei miei confronti e questo poteva farmi solo piacere.

Decisi di confidarmi con lui passando buona parte della notte parlando mentre lui ascoltava attentamente.

Parlando senza farlo apposta mi ero girata del tutto verso di lui tenendo la testa poggiata sul cuscino, mentre lui era poggiato sul suo gomito e piano piano aveva iniziato ad accarezzarmi i capelli facendomi sempre più sentire a mio agio vicina a sé.

<<non hai avuto una bella infanzia>>
<<diciamo che mio padre non ha aiutato. Tu?>>
<<non ricordo quasi niente. Per me ci sono solo il presente e il futuro>>
<<e un po' non ti dispiace non ricordare il tuo passato?>>
<<perché dovrebbe?>>
<<perché è un pezzo della tua vita e magari ricordandotene non faresti alcuni errori che fai o farai>>
<<forse, ma per ora riesco a cavarmela anche senza>>
Sbadigliai coprendomi la bocca con la mano e dopo aver finito la maledizione mi prese dal polso.
<<e questo? Non lo avevi l'ultima volta. Chi te lo ha dato?>>
<<...Gojo. Mi ha invitata a mangiare fuori e mi ha dato anche questo bracciale >>
<<è per questo che hai fatto così tardi? Te la stavi spassando con lui>> il suo tono non cambiò di una virgola ma le sue carezze si fecero più veloci e rudi.
<<non abbiamo fatto niente. Ho fatto tardi perché Nobara mi aveva chiamata in lacrime dicendomi che aveva visto Itadori per i corridoi e sono dovuta andare a calmarla>>
<<mh va bene. Ora dormi, sembri stanca>>
Spense la luce ed io mi allontanai spostandomi sulla parte del letto vuota causando il movimento anche della maledizione, che mi raggiunse cingendomi con un braccio il ventre, stringendomi a lui.
Potevo dare la colpa al sonno ma la verità era che mi sentivo bene tra le sue braccia e il suo calore era come un calmante, che mi fece addormentare in poco tempo.

Sukuna x reader x GojoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora