Dopo un lungo respiro aprii la porta, e fortunatamente non vidi nessun tatuaggio sul corpo del ragazzo.
<<Hey Itadori!>>
<<Ciao Yami! Ho di nuovo dormito nel tuo letto, scusa>> disse imbarazzato grattandosi il capo.
<<oh, tranquillo. Ecco la tua colazione>>
Il ragazzo prese il vassoio sedendosi sul tavolo a mangiare, mentre io mi lasciai cadere sul letto, trovando un piccolo momento per rilassarmi.
<<quindi ieri sera dove sei stata?>>
Il cucchiaio venne appoggiato bruscamente sul tavolo, e al suono di quella voce sorrisi inconsapevolmente, mentre mentalmente mi ripetevo di essere nella merda.
<<non sono affari tuoi Sukuna>> risposi chiudendo gli occhi e sospirando.
La sedia scricchiolò lievemente e neanche il tempo di aprire gli occhi che mi ritrovai il viso della maledizione a qualche centimetro dal mio.
<<te la sei fatta con lo stregone. Non è così?>>
Non sapevo come rispondergli, lui lo sapeva, e cercare una qualche scusa non mi avrebbe tolta da questa situazione.
<<allora? Non parli più?>>
Non diedi alcuna risposta alla maledizione e questo iniziò ad innervosirlo.
<<maledetta stronza!>>
Mi prese per il collo con tanta forza da tirarmi sù, mentre le mie ginocchia sfioravano il materasso.
Cercai di togliere la sua mano dal mio collo, ma più ci provavo più mi mancava aria e la vista iniziava ad offuscarsi.
Un flebile lamento mi uscì dalla bocca mentre sentivo gli occhi farsi lucidi dal dolore.
Strinse ancora un po' la presa, per poi spingermi a terra.
Mi misi a quattro zampe cercando di respirare il più possibile tra i colpi di tosse, mentre la maledizione rimase alle mie spalle.
Quest'ultimo cercò di nuovo di avvicinarsi, prendendomi per i polsi e tirandomi di nuovo su.
<<patetica>>
<<s-solo perché non eri tu>>
Lasciò la presa su un polso tirandomi uno schiaffo secco, facendomi ricadere sul pavimento.
Massaggiai la guancia che iniziava a bruciare, sentendo ancora il suo sguardo addosso e la certezza che non avesse ancora finito.
Tornò verso di me, ma prontamente scaricai dell'energia malefica addosso a lui, facendolo volare dall'altra parte del letto.
Salii sul materasso cercando di vedere dall'altro lato dove c'era la maledizione.
Era a terra dolorante e appena mi vide tornò serio cercando di alzarsi.
Provai ad allontanarmi gattonando sul letto per raggiungere l'altra sponda ma la maledizione mi prese da una caviglia bloccandomi sotto di sè.
Iniziò a slacciarmi l'uniforme, aprendola fin sotto al reggiseno.
Grugnì più arrabbiato di prima notando i diversi succhiotti che avevo sul collo.
Chiusi gli occhi sperando in un miracolo o almeno di uscirne intera.
Per un po' non sentii niente, se non il respiro affannato della maledizione sopra di me.
Sbarrai gli occhi sentendo la bocca della maledizione sul mio collo, che iniziò a tirare dei piccoli lembi di pelle e a succhiare con foga.
Portò una mano dall'altro lato del collo, facendoci comparire una bocca e iniziando a fare la stessa cosa.
Strizzai gli occhi sentendo i suoi denti perforarmi la pelle, lasciando uscire qualche gemito di dolore.
Cercai di togliermelo di dosso ma lui non sembrava neanche accorgersene.
Passò ancora un po' di tempo prima che si staccasse dal mio collo, per poi rimanere sopra di me ad osservarmi.
Passò una mano sul mio collo, conficcando fino in fondo l'unghia del pollice nella carne tra la clavicola e il collo.
Scalciai dal dolore provando a togliere la sua mano da lì e quando stavo per riuscirci, lui riconficcava l'unghia con più forza di prima.
<<s-smettila>> supplicai infastidita
<<ti ho detto di smetterla!>> gli urlai addosso ma la maledizione sembrò non calcolarmi.
Mosse il pollice tagliando con l'unghia la mia carne creando una sorta di lunetta e una volta soddisfatto si tolse.
Rimase in piedi davanti al letto, mentre io mi sedetti toccandomi lì dove mi aveva ferita.
Tolsi la mano ritrovandomi con le dita imbrattate di sangue.
Fulminai con lo sguardo la maledizione, correndo poi in bagno a vedere che cosa mi avesse fatto.
Avevo i segni dei suoi denti su tutto il collo e un succhiotto tanto grande, quanto violaceo, da coprire quelli che avevo in precedenza.
Bagnai con dell'acqua fredda il taglio, aspettando che smettesse di sanguinare per poi posizionarci un cerotto di quelli quadrati e bianchi, coprendo del tutto la ferita.
Tornai in camera sperando di non vederlo più, ma invece lo ritrovai poggiato al tavolo con le braccia conserte e appena mi vide poggiò le mani al tavolo aspettando forse che parlassi.
Inclinai il capo alzando un sopracciglio aspettando che dicesse qualcosa, mentre il suo sguardo si spostava dai miei occhi alla ferita.
<<beh?>> chiesi.
La maledizione girò la testa da un altra parte alzando una mano.
<<zitta>>
Feci qualche passo verso di lui ma venni di nuovo fermata dalle sue parole.
<<sto cercando di trattenermi. L'unica cosa che vorrei fare adesso è uscire di qui e uccidere quello stregone, per poi tornare qui e violentarti proprio come ho fatto con tantissime donne. Quindi non ti avvicinare>>
Sentivo la rabbia scorrermi nelle vene, lui se ne stava lì immobile quando un momento prima mi stava picchiando come se fossi di sua proprietà.È impazzito? "Non ti avvicinare" "NON TI AVVICINARE?" Mi prendi per il culo?
<<non ti è bastato picchiarmi? Eh, brutto stronzo? Quello che non dovrebbe avvicinarsi sei tu, perché ti giuro che quello che vorrei adesso è distruggerti di botte!>>
La maledizione fece uno scatto veloce verso di me arrivando davanti al mio viso.
<<tutte parole, non riusciresti neanche a torcermi un capello, non adesso. Ma provaci, fallo.>>
<<con questo vuoi dire che tu riusciresti a fare quello che hai detto prima? Uccidere Gojo e violentarmi? Perché se sei così convinto allora fallo. Anzi, inizia da me e poi vai ad uccidere lo stregone, prego>>
Sukuna non riuscì più a reggere il contatto visivo, girando il viso da un altra parte mentre il suo viso si corrucciava.
Rimasi ancora qualche momento immobile e in silenzio davanti a lui, decidendo poi di andarmene.
Mi diressi all'esterno torturandomi il labbro inferiore ripensando alle parole della maledizione, fino ad arrivare al campo degli allenamenti.
Mi sedetti guardando i ragazzi allenarsi, cercando così di godermi un attimo di solitudine
<<Yami-chan!?>>
Girai subito la testa in direzione della voce, vedendo che da lontano il sensei si sbracciava per attirare la mia attenzione mentre si dirigeva verso di me.
Alzai un braccio salutandolo e dopo poco arrivò sedendosi accanto a me.
Spostò il busto dalla parte opposta alla mia, reggendosi su una mano mentre con l'altra mi accarezzò i capelli.
Chiusi gli occhi godendomi quelle carezze, sentendomi tutto il tempo osservata.
Aprì gli occhi guardando se era il sensei.
Quest'ultimo mi sorrise, per poi guardare verso il campo e iniziare a ridere.
Spostai lo sguardo verso il campo vedendo Nobara indicarci e scuotere Megumi energicamente, per poi tornare entrambi agli allenamenti.
Ma nonostante il sensei guardasse verso il campo e i ragazzi si stessero allenando, io continuavo a percepire la sensazione di essere osservata.

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Sukuna x reader x Gojo
FanfictionDopo un sonno durato dei secoli, Yami Tanjō si risveglia in una Tokyo completamente diversa da come l'aveva lasciata. Se si è svegliata è solo perché qualcosa o qualcuno nel mondo degli umani necessita il suo aiuto. Affianco al sensei Gojo Satoru, c...