Cap. 5 Chepi

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Dopo che Valerio tolse la benda mi ritrovai uno spettacolo davanti.
Marta, Manuela, Terence, Francesco erano a cavallo, Ubert, arrivato dopo,penso, teneva le briglie di altri 3 cavalli mentre Francesco lo aiutava.
Ero incredula, non riuscivo a ragionare.

-Ma... ma è per me?- Chiedo cercando di far ragionare il cervello.
-Si scema, è per te, che fai continui a stare lì seduta o pensi di montare questa bellissima cavalla?- Dice ironica Marta indicando una cavalla stupenda di nome Chepi, che in cecoslovacco significa fata, ed effettivamente ha un aspetto magico, è di un colore bianco panna, con qualche macchiolina nera e la criniera dello stesso colore di una notte senza luna.

- Certo che vengo- Dico quasi commossa.
Valerio mi aiuta a salire sulla sella, mette le mani sulla mia vita, sento come un brivido attraversarmi dal punto sul quale poggia le mani fino alla nuca, per alzarmi da terra non fatica neanche un po', sono alta circa un metro e 60 e sembro una bambina rispetto a lui.

Ora sono tutti saliti a cavallo, li osservo, Manuela ride, indossa una polo crop che lascia intravedere l'ombellico e dei jeans neri skinny che mettono in risalto il suo fisico perfetto, ha i capelli biondo miele raccolti in una coda alta ulteriormente legata in una treccia. Ubert porta una t-shirt nera attillata con dei jeans molto larghi e con degli strappi.
Francesco e Terence indossano entrambi la divisa da forestale, penso avessero appena finito il turno. Valerio invece indossa una maglia blu scura attillata con una tuta grigia. Marta ha una maxi maglia gialla che mette in risalto la sua vita sottile, maglia che tra le altre cose le ho regalato io e che ha abbinato a dei leggins neri molto sottili, i capelli biondo cenere lunghi fino a poco sopra la spalla li tiene sciolti fatta eccezione delle due ciocche frontali che sono fermate da una mollettina dietro la testa.

-Terra chiama Em!- Esclama Francesco.
-Sei tra noi?- Chiede ridendo Terence.
-Si si, ci sono. Dove andiamo di bello?- Chiedo con molto entusiasmo.
-Questa è una sorpresa, tu seguici- Mi risponde con altrettanto entusiasmo Manuela.
-Daii, sono troppo curiosa- Mi lamento io ridendo.
-Muovi il culo e non lamentarti- Mi riprende Marta.
-Sempre gentile è- Le rispondo divertita.
-Ovviamente- Dice lei ridendo mentre inizia a seguire gli altri.
-Dai andiamo- Mi dice quasi sottovoce Valerio che è con il cavallo affianco a me.

Lo ascolto e mi incammino seguendo Marta.
Attraversiamo posti fantastici cavalcando animali altrettanto fantastici, sono sempre stata affascinata dai cavalli, sono esseri empatici, compagni di vita.

Siamo passati in una valle con l'erba che sembrava un prato inglese, siamo arrivati in un bosco che sembrava incantato, Valerio fino a ora è sempre stato accanto a me per strada, non ho ben capito il perché, forse non si fidava di me sola a cavallo o forse si sentiva solo. Ogni tanto mi guarda e sorride, prima mi sono scontrata con un ramoscello basso e dopo essermi fatta una risata lui si è avvicinato e mi ha tolto dai capelli una foglia che era rimasta impigliata, i nostri occhi si sono incrociati e io mi sono sentita volare.
Dopo un'oretta di strada arriviamo in un rifugio.

-Em, ora puoi calmare la tua curiosità- Mi dice Marta.
-Wow, è bellissimo, grazie- Dico estasiata.
Questo rifugio affaccia su una grande valle circondata da montagne, nel basso si intravedono delle casette in legno e cemento bianco, una chiesetta con un piccolo giardino e un cimitero molto più allegro di quel che si possa pensare e dei cavalli che girano liberi nei grandi campi d'erba. Salendo si vedono i grandi boschi accoglienti e incantati che caratterizzano queste zone, più su ancora si vede la vegetazione diminuire, facendo posto a imponenti strutture rocciose, che sulla vetta hanno la neve.

Da questo rifugio a 2594 m d'altitudine mi sento bene, sono sdraiata sul prato, ho sempre amato la montagna, sin da bambina, ho sempre sognato di abitarci, anche se solo per pochi anni, ho sempre desiderato poter indossare uno di quegli abiti tipici a una festa. Oggi da qua posso affermare che coronerò i miei sogni, anche quelli che mi fanno più paura.

Dei passi mi riportano alla realtà, ho gli occhi chiusi, sono troppo pigra per aprirli, sento qualcuno che si sdraia sull'erba vicino a me. Ci sono dei minuti di silenzio.

-Ciao- La voce interrompe il silenzio.
-Ciao Ubert- Dico con molta pigrizia dopo aver riconosciuto la voce.
-Em, io devo parlarti- Dice con la voce che trema.
-Dimmi- Rispondo io con tranquillità.
-È che non so come dirtelo...- Percepisco che è nervoso.

Sento che si avvicina, sento il suo calore avvicinarsi a me, non mi piace questa sensazione, da qui nessuno ci può vedere, questo pezzo di prato è nella parte bassa di una piccola collinetta.
-Emma, è da tanto che pensavo di dirtelo- Dice avvicinandosi sempre di più, siamo uno affianco all'altra, lentamente poggia la sua mano sulla mia coscia.

-Ubert cosa vuoi fare?- Chiedo spaventata.
-Emma hai capito benissimo cosa voglio e cosa voglio fare- Dice mentre sposta lentamente la sua mano e spostando lentamente il mio top rosso. Non so cosa voglia fare, ma non mi piace, mi sento come paralizzata dopo aver sentito le sue mani muoversi senza ritegno su di me, sul mio seno, non so che fare.

Cerco di respirare e raccogliere tutte le mie forze, mi alzo di scatto in silenzio correndo via verso gli altri.
Non so cosa sia preso a Ubert, ho sempre pensato che avesse un'attrazione fisica verso di me, ma non avrei immaginato che arrivasse a toccarmi senza il mio consenso.

Non pensavo esistessero ancora uomini così, mi hanno sempre fatto schifo le persone che si approfittavano delle donne e che le considerano oggetti da mettere in mostra, rispetto a un fatto del genere non si sa mai come reagire, ci si sente colpevoli, sporchi.

Oggi è stata una giornata stupenda, ma dopo questo mi sono ritornati in mente troppi fatti, mia madre che piange, mio padre che urla con una scarpa in mano, io che mi nascondo sotto al mio letto. Mi è tornato in mente il mio primo ragazzo, ero piccola, mi ricordo la sua rabbia, sfogata a parolacce su di me, ricordo il coraggio che ci è voluto per uscire da quella relazione.

Ora mi sento libera Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora