Valerio
Sono appena uscito da casa di Emma, una folata di vento arriva, sento il freddo che arriva fino alle ossa ma non mi interessa, quel bastardo la deve pagare.
Ubert non mi è mai stato simpatico al 100%, mi sembrava falso, si capiva che provava qualcosa per Emma da quando l'abbiamo conosciuta ma non mi sarei mai aspettato che arrivasse a questo punto.
Sono le 22:57, so perfettamente dove andare, sento le gambe che vanno da sole, cammino per un quarto d'ora circa.
Arrivo davanti a una villetta a schiera, cammino verso il cancelletto in ferro battuto. Suono al piccolo citofono.-Chi è?- Udire la voce di quel verme che ha osato approfittarsi di una ragazza, una ragazza innocente come Emma mi fa arrivare il sangue al cervello.
Purtroppo a volte ci si rende conto della vera natura delle persone troppo tardi.
-Valerio, puoi scendere dieci minuti?- Cerco di dire con più naturalezza possibile.
-Arrivo-I pochi secondi d'attesa mi sembrano infiniti, non so cosa io voglia fare esattamente, penso che agirò d'istinto.
Lo vedo che esce di casa, accosta il portone di casa e mi viene incontro.
-Come ti sei permesso?- Gli dico cercando di mantenere la calma.
-Ma di fare cosa? Di cosa stai parlando?- Cerca di finire di non capire ma non è un bravo attore.
-Mi fai schifo, non sei un uomo, sei un vigliacco, non ti prendi neanche la responsabilità di quello che fai. Un uomo che si approfitta di una ragazza indifesa è solo un bastardo- Gli dico tutto quello che penso.
-Ah allora te lo ha raccontato quella troia, perché non negare, è questo quello che è. È da quando mi ha conosciuto che mi provoca- Si "difende" lui.-Pezzo di merda!- Gli urlo mentre gli do un pugno sul viso. Può dire tutto ma questo no, non glielo permetto, Emma si è sempre comportata nel migliore dei modi, anche con lui, ha sempre cercato di integrarlo nel gruppo con la tutta la gentilezza del mondo.
-Cazzo fai?- Mi dice mentre mi spinge contro il cancello facendomi sbattere violentemente la schiena.
-Stai lontano da Emma- Mi limito a dirgli e me ne vado.Non torno subito a casa, ho bisogno di camminare, sfogarmi, chiarirmi le idee.
Forse non avrei dovuto dargli un pugno ma non sapevo che altro fare, ho agito di istinto ma non me ne pento.Si è approfittato di Emma, una ragazza fantastica che non l'aveva provocato o roba del genere, mi fa schifo come persona, se lo meritava.
Devo chiarirmi le idee anche su Emma.
Dal giorno in cui l'ho vista per la prima volta mentre discuteva con Valter, il custode, con il suo tedesco meccanico.Lei giurava di essere maggiorenne mentre mostrava la carta d'identità per partecipare ai progetti con la forestale e Valter che le diceva che non poteva crederle perché sembrava una bambina. Lui ha chiamato me perché non sapeva cosa fare o meglio, non le credeva.
Quando l'ho vista lì, con i capelli pel di carota lisci e lunghi fino al sedere, le vans, i jeans chiari e quella t-shirt verde mi sembrava una quattordicenne. Poi avvicinandomi ho visto le sue lentiggini, dopo i suoi occhi. Ha degli occhi stupendi, a mandorla, di un colore che non ho mai visto, verde puro. Solitamente oltre al verde ci sono delle pagliuzze marroni o azzurre, nei suoi occhi no, solo il verde.
Dopo aver svolto le questioni burocratiche abbiamo iniziato a parlare, mi ha raccontato perché si fosse trasferita, perché amasse tanto gli animali. Da quel momento non ho avuto occhi che per lei.
Nonostante questo non mi sono accorto che provassi qualcosa per lei fino a ora.
Ho capito di voler lei a mio fianco quando l'ho vista soffrire.Cammino finché non sento le gambe doloranti e i piedi freddi. La città di notte è totalmente diversa. Si vedono le stelle, sono magnifiche, riconosco il Grande carro, la costellazione di Orione e quella del cancro. È il segno zodiacale di Emma e la rispecchia pienamente.
È mezzanotte e mezza, sono appena arrivato a casa.Mi dirigo direttamente in bagno per fare una doccia calda, devo rilassare i muscoli, in particolare quelli della schiena, dopo che Ubert mi ha spinto contro il cancello li ho sempre tenuti in tensione per il dolore.
Non faccio una doccia lunga, appena finita cerco di guardarmi la schiena allo specchio, ho tre grandi lividi violacei e una piccola ferita da cui esce del sangue vicina alla scapola, maledetto cancello con le punte.Cerco di medicarla al meglio e vado direttamente in camera, mi sdraio ma non riesco a dormire, ho lei nella mente. Dopo un'altra ora passata a pensare finalmente mi addormento. Mi sveglio con il sole che entra dalla finestra, mi è sempre piaciuto svegliarmi così.
Mi alzo e sento una forte fitta alla schiena, cammino dolorante fine alla cucina, mentre aspetto che l'acqua per il thè si scaldi accendo il telefono. Guardo l'ora, sono le 9:00, è tardi.
Chiamo Manuela.-Alla buon'ora dormiglione- Dice lei rispondendomi.
-La sorella più gentile del mondo mi dicono-
-Dai era una battuta, è successo qualcosa?- Mi chiede lei seria.
-No, no, tranquilla, ti volevo dire che oggi non posso venire a lavoro- Le dico cercando di essere il più rilassato possibile.
-Mi devo preoccupare-
-Certo che no, penso di avere un pochino di febbre- Mi invento una scusa.
-Ah è vero voi uomini con 37 e mezzo state per morire- Dice lei ridendo.
-È già, ciao Manu-
-Un bacio, guarisci presto-
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Ora mi sento libera
RomanceEmma Giulia Nonti, una ragazza solare, che ama la vita nonostante il suo passato nasconda tanti segreti. Cosa può succedere quando si trasferirà e i suoi segreti non le daranno pace e nel mentre la sua paura di amare si farà spazio nella sua vita...