Cap. 14 5D

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Vengo svegliata dalla luce del sole che entra dalla finestra, Valerio è qui accanto a me, è sveglio e mi guarda sorridendo.
-Buongiorno- Mi dice dandomi un leggero bacio sul naso.
-Buongiorno- Rispondo dandogli un bacio a stampo.
-Hai fame?- Gli chiedo.
-Un po'- Mi risponde lui.
-Vieni allora- Gli dico mentre mi alzo e scendo in cucina per andare in cucina.

Si alza e mi segue, in cucina incontriamo mia madre, ha la sua bellissima vestaglia in seta con una specie di kimono abbinato, sempre in seta, che si sta preparando il caffè.
- Buongiorno ragazzi- Dice ridendo.
- Ciao mamma- le rispondo io, non mi è mai piaciuto dire buongiorno, mi è sempre pesato dirlo, soprattutto quando mio padre mi obbligava, forse è proprio per quello che non riesco a dirlo.
-Buongiorno signora- Dice Valerio con un sorriso raggiante, amo il suo sorriso.
- Chiamami Margherita tesoro, mi fai sentire vecchia così- Risponde mia mamma.
-Buongiorno Margherita- Ribadisce Valerio.
Facciamo colazione tutti insieme ridendo e scherzando finché una telefonata a mia madre ci riporta alla realtà.

-Pronto?!
Sì sono io.
Cosa vuole quell'uomo da mia figlia?
Arrivederci- Mia madre è decisamente arrabbiata ma allo stesso tempo spaventata. Si siede e appoggia la testa tra le mani.
-Mamma che è successo?- Le chiedo preoccupata.
-Era la questura, tuo padre nega tutto e vuole vederti, ho paura, paura che lo rilascino e che torni qui- Mi dice con gli occhi lucidi.
-Testimonierò io, lo vedrò- Dico io sicura.
-Tesoro non puoi andare da sola, io non ci riesco a tornare lì-
-La posso accompagnare io- Sento la voce di Valerio.
-Te ne sarei infinitamente grata ma tu non conosci quell'essere, non sei obbligato a prenderti questa responsabilità-  Parla mia madre.
-Non mi sento obbligato, io amo sua figlia e non riesco a vederla soffrire così, se posso aiutare a mettere fine a tutto questo sarò contento di farmi avanti- Le parole di Valerio spiazzano sia madre che me.
- Che dio ti benedica- Si limita a dire mia madre.

-Ci vestiamo e andiamo in questura- Dico a mia madre alzandomi da tavola. Vedo Valerio che sta spostando le tazze della colazione sul lavandino, è il primo uomo a cui vedo farlo.
-Em, posso farmi una doccia?- Mi chiede a un certo punto Valerio.
-Si certo, in quell'armadio ci sono gli asciugamani- Gli dico.
Mentre lui va a fare la doccia nel bagno al piano di sopra io la faccio al piano terra.

Sono le 10:26 e siamo entrambi davanti alla porta. Lui ha una t-shirt blu scuro con dei pantaloni di jeans scuri e dei mocassini, io indosso i miei amati pantaloni di jeans a palazzo color panna con una maglia verde smeraldo e le mie amate vans nere.
-Noi andiamo- Dico amia madre.
-State attenti- Dice mia madre abbracciandomi.
-Ci vediamo dopo- Le dice Valerio aprendo la porta. Si stanno molto simpatici, penso che sia il primo ragazzo su cui non ha niente da ridire.
-Te la senti di guidare?- Mi chiede Valerio salendo nella macchina che mi ha prestato mamma.
-Si- Rispondo sicura.

Voglio vedere mio padre e dirgli in faccia quanto mi faccio schifo.
Arriviamo in una decina di minuti in questura, parcheggio, spengo la macchina e prendo un respiro profondo. Scendo dalla macchina e Valerio mi viene vicino, lo prendo per mano e insieme saliamo i gradini che portano all'entrata della questura.
Davanti all'entrata Valerio mi chiede:
-Sei pronta?-
-Si- Dico stringendo forte la sua mano.
Apro la porta in vetro ed entriamo.

L'interno come disposizione è molto simile al centro della forestale, una stanza molto lunga con delle scrivanie ai lati e un ufficio in fondo, l'unica differenza è che a Trento è tutto in legno e molto accogliente qui invece l'ambiente in cemento armato è freddo e mette molto in soggezione le persone.
-Vi serve qualcosa?- Ci chiede una ragazza bionda, sorridente e molto bella dalla scrivania più vicina alla porta.
-Salve, sono la figlia del signor Nonti- Alla mia frase il suo sorrido svanisce.

-Posso farle una domanda?- Mi chiede preoccupata.
-Si certo-
- Come fai a guardarlo negli occhi, io non ci riesco e a me non ha fatto niente, te sei sua figlia- Mi chiede lei con gli occhi quasi lucidi.
-Sai, non sempre si guardano le persone negli occhi perché si prova affetto per loro ma anche per dirgli quanto ti fanno schifo- Le dico sentendo le lacrime che graffiano le mie guance.
-Tesoro, fatti abbracciare- Dice lei abbracciandomi sotto lo sguardo incredulo di Valerio.
-Ti porto un bicchiere d'acqua- Mi dice allontanandosi di me.
- Chissà perché è così affettuosa?- Si chiede Valerio tra sé e sé. Lo sento ugualmente.

-La vedi quella D che ha tatuata sulla mano-
-Si?-
-Quella D è il simbolo di chi ha subito abusi o di chi fa parte della comunità delle 5D, solitamente la si disegna il 25 novembre sulla mano per iniziare a uscire dalle violenze, dalle molestie e dagli abusi e rappresenta la comunità che usa il metodo delle 5 D ovvero Distrarre, Dare sostegno, Documentare, Dire e Denunciare. Ovviamente nei primi due casi le donne si supportano a vicenda, evidentemente quella ragazza così sorridente ha un passato poco felice- Gli spiego in fretta prima che tornasse la ragazza con un bicchiere d'acqua.
-Grazie, sei così gentile, non ti ho neanche chiesto come ti chiami- Le dico prendendo il bicchiere d'acqua.
-Mi chiamo Alice, tu Emma giusto?- Mi chiede.
-Sì- Mentre le rispondo un uomo esce dall'ufficio in fondo.

-Cosa sono tutte queste chiacchiere?- Urla verso Alice.
- Capitano lei è la figlia del signor Nonti- Le dice sicura Alice.
-Oh buongiorno signorina, immagino lei sia qui perché suo padre ha chiesto di vederla- Dice lui rivolto a me cambiando totalmente tono.
-Si esatto- Gli rispondo io.
-Attenda nel mio ufficio, arriverò con il signor Nonti-
Prendo per mano Valerio e dopo aver lanciato un sorriso di ringraziamento ad Alice mi incammino verso l'ufficio.
Una volta dentro io mi siedo su una sedia e Valerio si siede affianco a me.
Vedo dal vetro che il capitano e mio padre stanno arrivando

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